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Il caotico tentativo di destituire il presidente di Trinidad e Tobago dimostra che “il paese è il vero perdente”

Categorie: Caraibi, Trinidad & Tobago, Citizen Media, Donne & Genere, Legge, Politica
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L'immagine della Seduta Straordinaria della Camera dei Deputati di Trinidad e Tobago il ottobre 2021, è presa da un video di YouTube [1] pubblicato sul canale ParlView.

L'andamento politico polarizzato di Trinidad e Tobago è stato messo in scena in diversi modi nel corso degli ultimi mesi, culminando in una sessione parlamentare il 21 ottobre, durante la quale il leader dell'opposizione Kamla Persad-Bissessar ha presentato una mozione [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] per destituire il presidente in carica del paese, Paula-Mae Weekes [3], dal suo incarico.

Le alleanze politiche nel paese si sono a lungo basate sulla razza, con l'opposizione dello United National Congress [4] che cattura una base elettorale principalmente indo-trinidadiani, e il People's National Movement [5], attualmente al governo, che fa appello agli elettori afro-trinidadiani [6], componendo rispettivamente i due maggiori gruppi etnici della nazione.

Il percorso che ha portato alla mozione per destituire il presidente dal suo incarico può, tuttavia, essere fatto risalire ad agosto, quando accuse di corruzione [7] nel servizio di polizia, in particolare in merito alla procedura di rilascio delle licenze di utilizzo di armi da fuoco, colpirono la stampa. Come una sorta di pandemia parallela, il virus si diffuse presto, colpendo il modo [8] in cui stava per essere gestita la nomina del capo della polizia del paese, con un numero di vittime che aumentava a ogni giro – dal commissario in carica Gary Griffith che insisteva [9] la sua sospensione dal ruolo fosse illegale e si serviva dei social media in ogni occasione per esprimere il suo malcontento, al commissario ad interim Mc Donald Jacob che insinuava [10] i parametri entro i quali avrebbe dovuto operare non gli davano alcuna autorità sostanziale.

Bliss Seepersad, capo della commissione dei servizi di polizia [11] (PSC), l'ente autonomo incaricato – tra le altre cose – di nominare, valutare e disciplinare i commissari, risultò incompetente nel suo lavoro, sottoponendo inizialmente al presidente del paese, come è previsto, una lista di candidati per la posizione di commissario di polizia, per poi ritirarla. Nonostante il presidente Weekes espresse il suo disappunto [12], i membri del PSC iniziarono a rassegnare le dimissioni [12], uno dopo l'altro [13], fino a che non vi era più commissione alcuna di cui parlare [14] e il capo stesso si dimise [15], tra le voci che un ufficiale di alto livello “interferì” nel processo. Ciò, secondo [16] un consigliere di stato, era il segnale di possibili violazioni costituzionali e della potenziale implicazione del presidente.

Mentre la mozione era stata, alla fine, un insuccesso [17], molti utenti dei social media [18], così come i giornalisti presenti [19], ritenevano [20] non fosse quella l'unica cosa fallimentare [21]. In una pubblica discussione, l'utente di Facebook Razia Ali aveva scritto [22]:

I think the country was the real loser. The ranks of the non-aligned would have increased today by those looking for the kind of leadership that can heal this broken country and bring everyone together. Not a good showing by any of the principals!!!!

Credo che il paese sia stato l'unico ad aver perso. Le schiere dei non-allineati sarebbero oggi crescuite con coloro che cercano il tipo di leadership che possa risanare questo paese distrutto e riunire tutti quanti. Non è certo una bella figura da parte di nessuno dei dirigenti!!!!

Nel corso di tutta la sessione parlamentare, la Presidente della Camera Bridgid Annisette-George [23] si trovò di fronte a una raffica [1] di interruzioni da parte del banco dell'opposizione, nonostante i chiari parametri costituzionali che regolano la mozione.

In contrasto con il paragrafo 36 della Costituzione di Trinidad e Tobago [24], che prevede quattro fasi procedurali riguardo la destituzione – proposta della mozione, approvazione della mozione, indagine da parte di un tribunale e, in fine, esame del rapporto del tribunale da parte di entrambe le camere del parlamento – l'opposizione volle una discussione. Durante la fase degli annunci della presidente dell'ordine del giorno, ci furono diverse interruzioni, nonché membri dell'opposizione che intervenivano senza permesso, battendo sui banchi, lamentandosi dei microfoni disattivati e accusandola di “tentare di mettere a tacere la libera circolazione delle informazioni.”

La Presidente sospese la sessione ma, quando venne ripresa 15 minuti più tardi, c'era dell'altro. “Sicuramente, l'onorevole leader dell'opposizione non sta insinuando che la presidente della camera inserisca parole nella costituzione che non ci sono,” affermò Annisette-George, aggiungendo:

I cannot and will not assume upon myself the power to construe the words of the constitution in a way which is inconsistent with its clear intention simply to appease the competing interests of those involved and I so rule.

Non posso e non voglio assumermi il potere di interpretare le parole della costituzione in un modo che non è coerente con il suo chiaro obiettivo semplicemente per compiacere gli interessi contrastanti di coloro che sono coinvolti, e così dispongo.

Ciononostante, la sessione [25] proseguì per altre due ore, durante le quali il preoccupante livello di tribalismo politico era divenuto chiaro a molti utenti dei social media:

L'opposizione non ha potuto discutere efficacemente il bilancio nazionale e si è astenuta dal voto ma è decisamente rumorosa, irrispettosa della Presidente e avidamente votata a una mozione che era destinata a fallire. L'interesse del partito, supera l'interesse della nazione. Abbiamo bisogno di una opposizione che funzioni.

Un utente di Twitter @MauriceVET ha scritto:

“Il PM ha fatto…ma l'OL ha fatto questo…”

“L'OL ha fatto…ma il PM ha fatto questo…”

E così va avanti mentre giochiamo al gioco della sedia…..con la responsabilità e i principi che vanno sempre più in basso.

Gli utenti di internet hanno affrontato la condotta dei parlamentari, come in questo tweet della giornalista Asha Javeed:

Netizens addressed the comportment of parliamentarians, as in this tweet from journalist Asha Javeed:

Come minimo, non dovrebbero esserci grida in parlamento. Da parte di nessuno.

Era anche stata espressa preoccupazione circa l'apparente ignoranza dei parlamentari sulla Costituzione del paese:

Trovo sconvolgente che i “leader” non capiscano la Costituzione della Repubblica di Trinidad e Tobago e tengano un consiglio superiore.

Era entrata in gioco anche la questione del genere. Quando Persad-Bissessar aveva accusato il Primo Ministro Rowley di usare donne come la Presidente della Camera “come scudi per proteggere il suo governo”, l'utente di Twitter Samantha Maria aveva commentato:

Veramente, tesoro, sei l'ultima donna che dovrebbe parlare di una donna. VOI avete fatto venire in parlamento una donna con una fotografia su un foglio bristol che indicava il primo ministro come il frutto di uno stupro. Per favore, taci e pensa a ritirarti.

Nel periodo precedente alle elezioni generali 2015 di Trinidad e Tobago, Rowley, che allora era all'opposizione, veniva definito in parlamento  il “frutto di un stupro” [32] dai suoi avversari politici. All'epoca, tale affermazione fu considerata [33] un nuovo record di bassezza di diffamazione politica.

Un altro utente di Twitter aveva osservato:

Damn. Something kinda wild about watching the first woman Prime Minister try to take down the first woman President.

— Moderately Influential Warlord (@ChuntelDali) October 21, 2021 [34]

Accidenti. C'è qualcosa di selvaggio nel vedere prima donna Primo Ministro cercare di fare fuori la prima donna Presidente.

Dal 21 ottobre, tuttavia, il leader dell'opposizione, che è anche un consigliere di stato, aveva replicato promettendo un'azione legale contro la Presidente della Camera Bridgid Annisette-George per gli “orientamenti illegali” che aveva seguito in parlamento, oltre a presentare una mozione di sfiducia verso lo stesso primo ministro. Ha anche accusato i senatori indipendenti, nominati dal presidente, di “doversi guadagnare da vivere”