Testo e foto di Juan-Sí González per Periodismo de Barrio [es, come nei link seguenti, salvo diversa comunicazione], ripubblicati su Global Voices.
Dopo diversi anni, sono tornato all'Avana nel 2020. Abbiamo affittato una casa all'Avana Vecchia per invitare tutta la mia famiglia e trascorrere una settimana insieme. Sono stato anche invitato dall’INSTAR (Hannah Arendt International Institute of Artivism) a fare una presentazione audiovisiva sul lavoro svolto dal gruppo Art-De (arte e diritti) negli anni '80 e sul mio successivo lavoro in esilio. Mia moglie, mia figlia ed io siamo arrivati il 31 gennaio.
Ho scattato una serie di foto durante i giorni della mia breve visita, immagini che erano condizionate da un PRIMA e da un DOPO.
Quelle scattate PRIMA sono foto scattate da vicino. Appartengono ai primi tempi, quando potevo uscire la mattina per passeggiare e respirare per le strade della mia vecchia città. In quei giorni ho fatto la stessa routine con lo scopo di documentarla tramite riconoscimento e localizzazione. Ho registrato facciate e interni che hanno attivato la mia memoria, cercando di creare una testimonianza aggiornata di luoghi che mi erano familiari.
Ma il 5 febbraio tutto è cambiato. Tornando a casa dopo aver terminato la mia passeggiata, sono andato al Plaza Hotel per prendere un caffè. Improvvisamente, due persone si avvicinarono e si sedettero ai lati del mio tavolo; erano ufficiali in borghese. Mi hanno detto che erano venuti ad avvertirmi della mia presentazione INSTAR. Uno di loro tirò fuori dalla tasca una scatola di H. Upmann e la posò sul tavolo, accanto alla mia di Marlboro. Mentre passavo una sigaretta all'altro agente e accendevo la sua, mi ha detto che mi stavano osservando mentre fotografavo le discariche e i luoghi incasinati della città; Mi ha chiesto perché e per cosa?
Dopo un lungo e spiacevole scambio, se ne andarono.
Il giorno dopo, ore prima della mia presentazione, seppi che non potevo uscire di casa per nessun motivo, fino al giorno in cui lasciai Cuba.
Le foto del DOPO sono state scattate da lontano, dove le persone appaiono per strada viste dall'alto. Queste immagini appartengono agli ultimi giorni del mio soggiorno, dopo il divieto di uscire e fotografare in pubblico. Sono state realizzate di nascosto, dall'interno, dal balcone e dal tetto di quella casa indimenticabile.