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Pandora Papers svelano società offshore legate alla famiglia del presidente del Turkmenistan

Categorie: Asia centrale & Caucaso, Turkmenistan, Censorship, Citizen Media, Governance, Legge, Media & Giornalismi

Una barca ormeggiata al terminale di carico dell'impianto di urea a Garabogaz, provincia balcanica, Turkmenistan. Crediti per la foto: Allan Mustard [1] (CC BY-SA 4.0) [2].

Le informazioni trapelate dai Pandora Papers ad ottobre sul sito dell’OCCRP (Progetto di investigazione sulla corruzione e il crimine organizzato) e su altri media partner hanno smascherato la pratica da parte di persone politicamente esposte [3] [it] (PPE) di utilizzare imprese registrate in Europa e negli Stati Unit come società offshore. Dei vari articoli pubblicati sulla base dei dati trapelati alla stampa, uno in particolare riguardava i nipoti del presidente del Turkmenistán, Gurbanguly Berdymukhamedov [4] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], collegati segretamente a società registrate all'estero, dove traevano profitto dall'esportazione di prodotti petrolchimici e fertilizzanti.

Il Turkmenistan è sede del Governo più isolato e autoritario dell'Asia Centrale. Berdymukhamedov ha governato praticamente senza alcuna opposizione, dalla morte di Saparmurat Niyazov, il primo leader che governò il Paese dal 1991 al 2006 con il pugno di ferro.

Il report dell’ OCCRP evidenzia come i documenti recuperati dalla fuga di notizie dei Pandora Papers mettano in relazione la vendita di fertilizzanti minerali con i nipoti di Berdymukhamedov, Hajymyrat e Shamyrat Rejepov; un piano che potrebbe aver fruttato loro decine di milioni di dollari in contratti governativi.

A settembre 2018, il Turkmenistan inaugurò una nuova fabbrica chimica [5] da 1 miliardo e mezzo di dollari, atta all'esportazione e alla produzione di urea, un fertilizzante minerale. La fabbrica utilizza gas naturali, di cui il Turkmenistan dispone di ricchi depositi, per produrre 2000 tonnellate di ammoniaca al giorno, che viene successivamente raffinata in urea.

Alcune società internazionali, come l'azienda turca Gap Isaat [6] e quella giapponese Mitsubishi Corporation, hanno partecipato alla costruzione, finanziata da un prestito proveniente dalla Banca del Giappone per la Cooperazione Internazionale.

Inoltre, la costruzione della fabbrica ha avuto un impatto anche sul paesaggio della città di Garabogaz, sulla costa del mar Caspio, dove è stato ricostruito [7] [tk] il porto, in modo tale da installare gli impianti per l'esportazione dei fertilizzanti.

Sorprendentemente, la destinazione principale delle esportazioni è stata la Scozia. Più precisamente, una SLP (società in accomandita scozzese) sconosciuta è diventata il maggior commerciante di urea turkmenista.

Secondo quanto scoperto dall’ OCCRP, il beneficiario finale di questa società era Hajymyrat Rejepov. Prima che tutto ciò venisse alla luce attraverso documenti filtrati, la Caran Holdings era gestita in registri aperti da “nominati”, o funzionari intermediari il cui ruolo era quello di nascondere qualsiasi collegamento con i soggetti PEP. Caran Holdings è registrata presso alcuni uffici ad Edimburgo, a pochi passi dalla Scottish National Portrait Gallery.

Le misteriose caratteristiche delle SLP hanno suscitato forti preoccupazioni [8] in Scozia, dopo che i sostenitori della trasparenza [9] hanno nutrito dei sospetti sul fatto che questo tipo di imprese potesse nascondere affari oscuri [10].

Un'altra rivelazione ottenuta dai Pandora Papers ha dimostrato che, nel 2020, il fratello di Hajymyrat, Shamyrat, ha ottenuto il potere di rappresentanza del Gruppo Delanore, azienda commerciale di petrolio e prodotti chimici con sede in Turchia e legato a progetti di costruzione in Turkmenistan dall'inizio degli anni 2000.

Al di là della ricchezza che i Rejepov hanno probabilmente accumulato attraverso il loro lavoro dietro le quinte, secondo l'OCCRP, la proprietà di beni immobiliari scoperta a Dubai mostra che i fratelli sono proprietari di ben 16 appartamenti in alcuni dei grattacieli più lussuosi della città, da un valore collettivo stimato intorno a 5,5 milioni di dollari.

Il Turkmenistan continua ad essere un Paese ermetico, in cui le informazioni vengono filtrate in modo meticoloso. Oltre al Turkmen.news [11] [tk] e al Gundogar.org [12] [tk], affiliati con l'OCCRP, solo il Turkmenistan Chronicles [13][tk], altro notiziario di opposizione in esilio, ha riportato l'indagine.

A inizio maggio, l'OCCRP e i suoi soci hanno rivelato in un altro documento [14] che Hajymyrat Rejepov usufruiva di un regime di importazioni alimentari tramite un contratto stipulato tra fornitori stranieri ed enti statali. Greatcom Trade, azienda di Rejepov, registrata in Gran Bretagna, era posseduta da due società offshore che lui stesso controllava. Nel 2016, il Governo concesse a Greatcom un contratto da 25,7 milioni di dollari. “Probabilmente non è successo solo una volta”, riportava il documento.

Nel 2006, l'organizzazione anticorruzione Global Witness pubblicò un report [15] sulla gestione della ricchezza di gas del Paese da parte di Niyazov. Il documento svelava delle connessioni con la Deutsche Bank, che, presumibilmente, possedeva intorno a 2 bilioni di dollari provenienti dalla vendita del Turkmenistan di gas naturale. Tuttavia, il documento riportava che “il denaro non sembra provenire dalle vendite di gas turkmeno, le quali rientrano nei limiti del budget nazionale” e che, invece, fosse personalmente gestito da Niyazov.

In Kazakistan, il famoso sito di notizie Hola News è stato chiuso [16] per 10 giorni, dopo aver pubblicato un articolo in cui si metteva in risalto un documento dell'OCCRP basato Pandora Papers. L'articolo accusava l'ex presidente del Paese di essere coinvolto in un regime offshore. Dopo aver cancellato l'articolo dal sito web, i fondatori e l'editore di Hola News si sono dimessi in segno di protesta, non essendo disposti a lavorare sotto la pressione delle autorità.

Insieme a precedenti fughe di notizie, i Pandora Papers hanno permesso al pubblico di dare un'occhiata ai sistemi finanziari globali che sono riusciti a prelevare del capitale dai Governi e riversarlo nelle tasche di persone politcamente esposte.