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Sopravvissuti condividono le loro storie sui pericoli della migrazione attraverso il deserto del Sahara

Categorie: Africa sub-sahariana, Medio Oriente & Nord Africa, Citizen Media, Diritti umani, Guerra & conflitti, Interventi umanitari, Migrazioni, Rifugiati
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Migranti salvati da un gommone. Foto di pubblico dominio della Marina degli Stati Uniti.

Aware Migrants [2][en, come link successivi] è una campagna social media che mira ad informare i migranti di 15 paesi africani [3] sui pericoli della migrazione attraverso il deserto del Sahara, la Libia e il Mar Mediterraneo.

Per anni, migliaia di migranti e rifugiati dall'Africa e dal Medio Oriente hanno cercato di attraversare il Mediterraneo verso l'Europa per sfuggire alla povertà e alle persecuzioni politiche.

Il progetto [4] è organizzato dall’ Organizzazione Internazionale per le Migrazioni [5] (OIM), con il supporto tecnico e creativo dell'agenzia di comunicazione Horace [6], e finanziato dal Ministero dell'Interno italiano [7], Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione.

Il 10 marzo 2017 l’ OIM ha riferito che 19.567 migranti sono arrivati via mare in Italia ma 521 sono morti in mare, ovvero 50 in più rispetto allo stesso periodo del 2016. La magior parte dei migranti proveniva da Costa d'Avorio, Nigeria, Guinea, Senegal e Gambia.

Alcuni migranti hanno detto [8] all'OIM che il loro viaggio è stato molto più pericoloso del previsto:

Many are unaware of the dangers and risks of migrating with the assistance of smugglers, not only at sea or in the desert, but also in transit countries like Libya. Recalling the life-threatening risks along their journey is often very distressing and in many instances, most migrants wish to forget and move forward with their lives and therefore tend not to share their experience with peers who are still back home.

Molti non sono consapevoli dei pericoli e dei rischi di migrare con l'assistenza di contrabbandieri, non solo in mare o nel deserto, ma anche in paesi di transito come la Libia. Ricordare i rischi che minacciano la vita lungo il loro viaggio è spesso molto angosciante e in molti casi, la maggior parte dei migranti desidera dimenticare e andare avanti con la propria vita e quindi tende a non condividere la propria esperienza con i coetanei che sono ancora a casa.

La campagna utilizza Facebook [9], YouTube [10], Instagram [11]Twitter [12] per fornire piattaforme di social media ai migranti per scambiare opinioni e testimonianze attraverso foto e video raccolti durante il viaggio.

La campagna ha già prodotto 31 video [13] testimonianze. Qui sotto c'è la storia di Trika che ha viaggiato da Sebha a Tripoli:

Paco ha condiviso il suo calvario di un anno in prigione:

Lamin ha perso i suoi cari durante il viaggio dalla Libia:

A Ebrima è stato detto di andare via mare o di venire ucciso  in Libya o in Tunisia:

Blessing ha detto di essere stata violentata e picchiata ogni giorno:

Imasuen ha visto alcuni uomini morie di fame nel deserto: