- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Nonostante la forte opposizione, il Giappone vuole scaricare l'acqua di Fukushima nell'Oceano Pacifico

Categorie: Asia orientale, Giappone, Ambiente, Citizen Media, Disastri, Economia & Business, Relazioni internazionali

[1]

“Il rilascio di acqua contaminata comprometterà ulteriormente la possibilità per le persone di nuotare nell'oceano” — Screenshot dal video YouTube [1] del Manhattan Project for a Nuclear-Free World [2] con la partecipazione delle madri giapponesi delle città di Okuma [3] [it] e Futaba [4] [it] che protestano contro il piano che prevede lo scarico di acqua radioattiva nell'Oceano Pacifico.

Le persone delle comunità costiere in Giappone, affiancate da voci provenienti da tutto il mondo, hanno denunciato un nuovo piano governativo che prevede lo scarico di acqua contaminata dal sito del disastro nucleare di Fukushima nell'Oceano Pacifico. Le comunità locali, insieme ad altre nazioni dell'Oceano Pacifico, temono che lo scarico avvelenerà l'ambiente e paralizzerà le industrie locali della pesca e del turismo, che hanno lottato per oltre un decennio per riprendersi dall'incidente nucleare avvenuto a marzo 2011 sulla costa nord orientale del Giappone.

Secondo un piano del governo [5] [ja] rilasciato il 28 dicembre 2021, la Tokyo Electric Power Company (TEPCO) inizierà a rilasciare 1 milione di tonnellate di acqua radioattiva dall'impianto di Fukushima nell'Oceano Pacifico nel 2023. Il piano, ancora in fase di sviluppo per i prossimi mesi, prevede la costruzione di un tunnel sottomarino [6] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] per pompare l'acqua nell'oceano. Sono anche stati riservati dei fondi per compensare le industrie locali della pesca e del turismo per potenziali “danni alla reputazione”.

A marzo 2011 un terremoto e uno tsunami hanno causato la fusione del nocciolo di tre reattori nucleari [7] gestiti dalla TEPCO a Fukushima. Nel corso degli anni, le acque sotterranee che scorrevano attraverso l'impianto sono state contaminate da materiale radioattivo. Per evitare che quest'acqua raggiungesse l'oceano, è stata pompata dalla struttura in cui si trovava il reattore in grandi serbatoi che ora dominano l'impianto.

fukushima radioactive water storage tanks

Serbatoi contenenti acqua contaminata davanti agli edifici del reattore a Fukushima Daiichi. Susanna Loof / IAEA [8]. Licenza immagine: Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0 [9])

A dicembre 2021, almeno 1 milione di tonnellate di acqua contaminata sono immagazzinati nei serbatoi all'interno della Centrale Nucleare Fukushima Daiichi.

Anche se i contaminanti altamente radioattivi vengono rimossi, l'acqua immagazzinata che il governo giapponese sta pianificando di pompare nell'oceano contiene ancora quantità significative di trizio [10] [it], un elemento radioattivo che, secondo alcuni esperti, diventa innocuo se diluito in acqua di mare.

LEGGI ANCHE: Un articolo di Global Voices di ottobre 2020 [10] [it] che contiene un'intervista ad un chimico marino riguardo i pericoli dell'acqua immagazzinata nell'impianto del reattore di Fukushima.

Il piano del governo giapponese di pompare in mare l'acqua contaminata è in programma dal 2020. Nell'aprile del 2021, Greenpeace ha dichiarato di aver raccolto [11] 183.000 firme contrarie al piano di rilasciare l'acqua dall'impianto di Fukushima.

Sempre nell'aprile del 2021, gruppi civili della Corea del Sud hanno rilasciato [12] una dichiarazione che condanna il piano della TEPCO, osservando che “anche se diluito, la quantità totale di materiale radioattivo gettato in mare rimane invariato; se le acque reflue radioattive venissero rilasciate, sarà un disastro irrimediabile non solo per l'ecosistema marino ma anche per l'uomo”.

La questione è stata affrontata a luglio 2021, durante la Riunione dei Ministri degli Esteri delle Isole del Pacifico. L'organismo ha rilasciato la seguente dichiarazione [13]:

Forum Foreign Ministers noted the concerns surrounding the seriousness of this issue in relation to the potential threat of further nuclear contamination of our Blue Pacific and the potential adverse and transboundary impacts to the health and security of the Blue Pacific Continent, and its peoples over both the short and long term.

I ministri degli esteri hanno rilevato le preoccupazioni relative alla gravità di questa questione in relazione alla potenziale minaccia di una ulteriore contaminazione nucleare del nostro Pacifico e gli impatti potenzialmente nocivi e transfrontalieri per la salute e la sicurezza del Continente Blu Pacifico e la sua popolazione, sia sul breve che sul lungo termine.

Nel novembre del 2021, la TEPCO ha affermato che la valutazione sull'impatto radioattivo ha mostrato [14] conseguenze minimo sull'ambiente:

The assessment found that effects of the discharge of treated water into the sea on the public and the environment is minimal as calculated doses were significantly less than the dose limits, dose targets, and the values specified by international organizations for each species.

La valutazione ha rilevato che le ripercussioni dello scarico in mare dell'acqua trattata con ALPS (Advanced Liquid Process System) [10] [it] sulla popolazione e sull'ambiente sono minime, in quanto le dosi calcolate erano significativamente inferiori ai limiti di dose, agli obiettivi di dose e ai valori specificati dalle organizzazione internazionali per ogni specie.

La TEPCO ha assicurato al pubblico che sta aggiornando [15] continuamente i suoi studi scientifici riguardo al piano per rilasciare l'acqua trattata nel Pacifico. Ma rimangono i dubbi sui loro report [16], soprattutto perché ci sono ancora pochi piani concreti [10] [it] riguardo come e dove verrà pompata l'acqua contaminata, rendendo difficile la valutazione dei rischi per gli osservatori esterni.

Il Pacific Collective on Nuclear Issues [17], che rappresenta organizzazioni civili situate in Oceania, smentisce la veridicità di questi studi. C'è anche un messaggio [18] per la TEPCO e il governo giapponese:

The Pacific is not and must not become the dumping ground for nuclear wastes.

The Collective considers that TEPCO, and the relevant Japanese Government agencies, have wrongly prioritised convenience and costs over the short term and long term environmental and human cost of their planned actions.

Il Pacifico non è e non deve diventare una discarica per le scorie nucleari.

Il Collettivo ritiene che la TEPCO e le agenzie competenti del governo giapponese, nelle loro azioni pianificate, abbiano scorrettamente attribuito priorità alla convenienza e ai costi a discapito, su breve e lungo termine, dell'ambiente e dell'uomo.

Anche i residenti giapponesi hanno costantemente espresso preoccupazione riguardo il piano della TEPCO.

Greenpeace ha intervistato [19] Ono Haruo, pescatore della cittadina di Shinchi, nella prefettura di Fukushima, che ha manifestato i sentimenti della popolazione locale:

Fish are finally starting to return after ten years, but if they now pour tritium into the water, no matter how much they dilute it, who’s going to buy those fish? Who wants to eat poisoned fish?

The ocean is our place of work. Can you imagine what it feels like for that to be intentionally polluted?

It’ll be 30 or 40 years before we see the effects. The causal relationship will have become unclear and it’ll be impossible to prove anything. What’s going to happen to the future of our children, our grandchildren? It’s not even clear who will take responsibility.

Finalmente i pesci stanno iniziando a ritornare dopo dieci anni, ma se ora gettano trizio nell'acqua, non importa quanto sia diluito, chi acquisterà quei pesci? Chi vorrà mangiare pesci avvelenati?
L'oceano è il nostro luogo di lavoro. Riesci ad immaginare come ci si senta a sapere che verrà intenzionalmente inquinato?
Ci vorranno 30 o 40 anni prima di riuscire a vedere le conseguenze. Il rapporto di causalità sarà diventato incomprensibile e sarà impossibile dimostrare qualcosa. Cosa succederà al futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti? Non è nemmeno chiaro chi si assumerà la responsabilità.

Un gruppo di madri della città di Iwaki, a Fukushima, ha partecipato [20] a una protesta a novembre 2021 contro il piano di scarico dell'acqua contaminata nell'oceano. Le città di Okuma e Futaba, che ospitano il complesso di Fukushima Daiichi, hanno registrato uno spopolamento quasi completo negli ultimi dieci anni.

Nella primavera del 2022, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica analizzerà e comunicherà i piani relativi al trattamento delle acque di Fukushima, mentre le parti interessate continueranno [21] a coinvolgere le autorità riguardo il piano controverso della TEPCO.