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Un ‘new deal’ per l'Africa: è questa la migliore occasione per le nuove generazioni?

Categorie: Africa sub-sahariana, Europa occidentale, Francia, Citizen Media, Economia & Business, Politica, Relazioni internazionali, Sviluppo, The Bridge

Quattro ragazze africane (da sinistra a destra: Gladys Asare, Rita Mensah, Shelia Asamoah e Augustina Mensah) mettono in mostra i loro vestiti alla moda in vendita al Kwame Nkrumah Circle Market, Accra, Ghana, 13 Agosto 2015. Immagine di Jonathan Torgovnik/Getty Images/Images of Empowerment [1], alcuni diritti sono riservati [2] (CC BY-NC 4.0 [3]).

Ogni anno, i Capi di Stato e di Governo si riuniscono per prendere parte ai summit globali, eventi essenziali per le dinamiche della diplomazia internazionale. Il summit tenutosi a Parigi nel maggio 2021 [4] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] cui hanno preso preso parte anche i leader dei Paesi africani, è stato un evento diverso dal solito: lo si può definire, in effetti, come il summit del cambiamento in Africa e non del cambiamento delle strategie di retorica quando si parla di Africa.

Tuttavia, francamente, lo scetticismo la fa da padrone quando si parla dei traguardi dei summit globali — spesso i leader concedono foto, discorsi di scena a sostegno di convinzioni burocratiche blande che saranno, poi, un buon motivo per aprire il prossimo summit. Ciononostante, i summit contano ancora molto [5], benché siano rari i vertici che arrivino a risultati autentici e a lungo termine.

Il Presidente francese Emmanuel Macron ha accolto i leader e i capi delle istituzioni finzanziarie dei Paesi dell'Africa per tenere un vertice al fine di sopportare le economie africane, gravemente colpite dalla pandemia da COVID-19. All'ordine del giorno c'era la cancellazione del debito e l'approvazione di sostegni finanziari attraverso misure di prelievo speciali garantite dall'International Monetary Fund (IMF) e riservate ai Paesi dell'Africa.

Solo il tempo potrà giudicare gli sviluppi del summit: saranno positivi se i debiti verranno effettivamente cancellati e verrà messo in atto un nuovo ciclo di sviluppo sostenibile nelle economie dei Paesi interessati. E benché i debiti costituiscano un grande problema, ne esiste un altro di gran lunga più rilevante: le nazioni africane stanno pagando degli interessi troppo alti [6] per saldare i debiti in questione. Difatti, i debiti che includono il pagamento di interessi rimangono la spesa più consistente [7] per il bilancio fiscale dell'Africa sub-sahariana. Di conseguenza, interessi così elevati per i debiti pubblici rappresentano una forte preoccupazione comune a molti.

Ma, in occasione del summit tenuto a Parigi in merito al risanamento delle economie dopo l'impatto della pandemia da COVID-19, la maggior parte dei Capi di Stato europei e africani, coordinati dal Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, ha pubblicato un articolo per sollecitare un new deal (nuovo accordo) per l'Africa [8]: un nuovo quadro cui le nazioni potranno far riferimento per coordinarsi e per sostenere piani di solidarietà internazionale rivolti alle istituzioni meno stabili.

Per la prima iniziativa prevista da questo “new deal”, i Paesi più poveri dell'Africa che non hanno accesso ai vaccini contro la COVID-19 saranno supportati dalle misure di prelievo straordianarie dell'IMF in modo da garantire equità nella diffusione dei vaccini. In seguito, questo nuovo accordo si focalizzerà su investimenti a larga scala nel settore sanitario, nell'istruzione e nella lotta contro il cambiamento climatico, in modo tale da poter sostenere la ripresa del continente e promuovere passi in avanti per raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'agenda 2030 [9]. Il frutto di questa seconda iniziativa in favore della ripresa del continente comincerà a essere evidente mentre si rafforzerà il ruolo delle istituzioni finanziarie africane all'interno di una nuova architettura finanziaria internazionale. In terzo luogo, si porrà attenzione sul dinamismo imprenditoriale del continente migliorando l'accesso ai finanziamenti da parte dell'imprenditoria africana.

La pandemia e le prospettive di questo nuovo accordo hanno senza alcun dubbio aumentato le pressioni sull'Europa, sui Paesi in via di sviluppo e sui governi che sono chiamati a cogliere quest'opportunità per realizzare un cambiamento generazionale in Africa. Negli ultimi mesi i Paesi industrializzati sono diventati consapevoli del fatto che, per il loro stesso interesse, non possono ignorare le sorti delle altre nazioni e degli altri continenti.

Malattie [10] che causano emergenze sanitarie a migliaia di chilometri possono compromettere tutti noi. Dunque, per i singoli interessi di alcuni, i governi dei Paesi più industrializzati non possono più voltare le spalle all'Africa. Ecco perché questo nuovo accordo potrebbe rappresentare il momento ideale per concretizzare un'opportunità reale per un'intera generazione in Africa. Ecco come:

In primo luogo, il continente africano sta cambiando — e in meglio. Molti giovani stanno aprendo nuove imprese; un sondaggio del 2020 [11] ha rivelato che la metà dei giovani ha dichiarato di voler aprire un'attività se si offrissero loro 100 dollari. Ciò è di buon auspicio per l'intero continente africano. Difatti, una nuova generazione di giovani africani che si impegnano nell'attività imprenditoriale in loco sta diventando, al contempo, un punto di riferimento per il resto del mondo del lavoro. Pertanto, ogni iniziativa volta al finanziamento delle attività imprenditoriali è la benvenuta.

Tuttavia, per il successo di tali iniziative, bisogna attuare di pari passo delle strategie di finanziamento per le imprese per l'introduzione a nuovi mercati. Gli imprenditori africani devono avere accesso ai principali mercati per commerciare o vendere i loro prodotti e per acquistare materie prime se vogliono veramente prendere parte ad un mondo interconnesso. La creazione dell’African Continental Free Trade Area (AfCFTA) [12] (area di libero scambio del continente africano) rappresenta la volontà del continente di intraprendere nuovi rapporti commerciali con il resto del mondo. Di conseguenza, l'Europa determinerà le sorti dell’AfCFTA, visto che rappresenta, di fatto, il principale [13] partner commerciale dell'Africa, nonché il più influente storicamente [13].

In secondo luogo, se gli ultimi anni di relazioni con l'Africa sono stati caratterizzati da una crescita non sostenibile, il successo di questo nuovo accordo sarà determinato dalla qualità della governance africana. Questo è ciò che la nuova generazione chiede: governi onesti e trasparenti che si impegnino per migliorare la vita dei propri cittadini. È risaputo che il giusto aiuto combinato con un’adeguata leadership [14] possono aiutare questi Paesi a far fronte alle sfide che vengono poste loro. Di conseguenza, l'Africa necessita nuovi governi onesti e trasparenti che possano supportare qualsiasi tentativo di crescita sostenibile. E, mentre l'Africa continua a crescere e a migliorare la sua governance, questo new deal rappresenta effettivamente un'opportunità per cambiare in maniera radicale i rapporti tra Africa, Europa e il resto del mondo.

In ultimo, al di là degli sforzi previsti per i governi, l'Africa ha bisogno di nuove tecnologie efficienti. La rivoluzione digitale incombe e questa generazione di africani non ha intenzione di essere risucchiata nel vortice senza poter porre resistenza. Al contrario, questa generazione intende giocare un ruolo principale nell'evoluzione di tale rivoluzione. L'Africa ospita molti dei più giovani individui [15] che hanno a disposizione un cellulare [16]. Un sistema digitale forte e stabile diventa particolarmente cruciale per il successo futuro visto che l'accesso ai dispositivi digitali favorisce la diffusione di informazioni e l'inclusione finanziaria. Di conseguenza, dato che il nuovo accordo prevede investimenti in Africa, l'investimento nell'ecosistema digitale dovrebbe essere il punto cardine del new deal.

Al giorno d'oggi, in questo mondo globalizzato, molto dà adito alle dicerie di scettici e pessimisti. Gli ideali stabiliti nell’articolo di opinione [17] e pubblicati dai leader africani e europei durante il summit tenutosi a Parigi, nel maggio 2021, e dedicato alla fase di ripresa delle economie dopo la pandemia da COVID-19, rappresentano una sfida incredibilmente ambiziosa. Tuttavia, questo nuovo accordo è in fase di avvio. I problemi che potrebbero insorgere non devono essere sottovalutati — ma, di fatto, questa rimane la migliore opportunità per le nuove generazioni africane. Le leadership africane e europee saranno responsabili del raggiungimento o meno degli obiettivi prefissi. Non esiste nessuna garanzia di successo, ma sicuramente non ci saranno perdenti perché queste generazioni hanno avuto il coraggio di provare.