#helloTürkiye — L'ultimo tentativo di rebranding della Turchia

Uno screenshot tratto dal video promozionale condiviso da TRT World su YouTube.

Il 14 gennaio la Direzione delle Comunicazioni della Presidenza turca ha lanciato la nuova campagna #helloTürkiye, nel tentativo di «promuovere a livello globale l'utilizzo del nome originale del paese». Il Direttore delle Comunicazioni della Presidenza, Fahrettin Altun ha affermato in una dichiarazione [en, come i link seguenti]: «crediamo fortemente nell'importanza di utilizzare il termine ‘Turkey a livello internazionale per rafforzare la comunicazione e la reputazione del nostro paese». Il rebranding segue la circolare presidenziale del 4 dicembre 2021, che stabilisce che venga utilizzato ‘Türkiye al posto di ‘Turkey nella corrispondenza con gli altri paesi, istituzioni internazionali e organizzazioni.

La circolare di dicembre recita inoltre:

The phrase ‘Türkiye’ symbolises and conveys the Turkish nation’s culture, civilisation, and values in the best way possible. As part of this, the phrase ‘Made in Türkiye’ instead of ‘Made in Turkey’ began to be used in our export products; as a result, our products, which are the pride of our country in international trade, are promoted and presented to the rest of the world using the ‘Türkiye’ branding. Our aim is now to represent our state and nation’s thousands of years of experience in every sector under the ‘Türkiye’ brand.

La parola ‘Türkiye’ è carica di significato: trasmette al meglio la cultura, la civiltà e i valori della nazione turca. Allo stesso modo, anche la frase ‘Made in Türkiye’ ha sostituito ‘Made in Turkey’ nei nostri prodotti di esportazione; i nostri prodotti, l'orgoglio del nostro Paese nel commercio internazionale, vengono dunque promossi e presentati nel resto del mondo con la denominazione ‘Türkiye’. Il nostro obiettivo ora è quello di rappresentare l'esperienza millenaria del nostro stato e della nostra nazione in ogni settore, per mezzo del brand ‘Türkiye’.

Secondo il Middle East Eye, una testata giornalistica online, i funzionari turchi hanno già avviato il processo di registrazione del nuovo nome presso le Nazioni Unite. «Le tempistiche necessarie per il cambio di nome sono ancora in fase di valutazione da parte del governo, ma il processo è stato avviato», ha annunciato il Middle East Eye citando un alto funzionario turco.

Mentre Altun e il Presidente sottolineano l'importanza del rebranding per rafforzare la reputazione del Paese, altri scherzano sul fatto che questa strategia serva in verità a distinguere il Paese dall'omonimo uccello. «Basta digitare ‘Turkey su Google per ottenere una serie di immagini, articoli e definizioni di dizionario che confondono il paese con gli uccelli del genere Meleagris, altrimenti noti come tacchini, grandi uccelli originari del Nord America, famosi per essere serviti nei menù di Natale o nelle cene del Ringraziamento», ha riferito TRT World.

Mentre il paese è alle prese con l'aumento dell'inflazione, gli esperti ritengono che questo non sia il momento adatto per pensare al rebranding, e che non abbia senso farlo.

Con quello che sta accadendo in Turchia, ci preoccupiamo di un'altra campagna di rebranding?

Nel caso ve lo foste perso, ora la priorità della Turchia è quella di essere chiamata Türkiye in inglese, come se non avesse altri problemi a cui pensare.

Altri criticano la scelta del governo di utilizzare i soldi dei contribuenti per questo rebranding quando ci sono innumerevoli altri problemi che affliggono la comunità, come la recessione, la perdita del lavoro, la violenza incontrollata, la discriminazione di genere e l'ondata della variante Omicron, tra i tanti.

Un altro metodo intelligente per spendere $$$$! Questo è proprio ciò che ci serve in una recessione! Complimenti.

Detesto essere portatore di cattive notizie, ma Turkiye e Turkey si pronunciano più o meno allo stesso modo in inglese, quindi gli stranieri continueranno comunque a chiamarla Turkey. Un enorme spreco di denaro dei contribuenti.

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