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Hong Kong: il Pilastro della vergogna è sparito, insieme alla libertà d'espressione della città

Categorie: Asia orientale, Cina, Hong Kong (Cina), Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti umani, Istruzione, Libertà d'espressione, Politica, Storia, Ultim'ora
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La punta del Pillar of Shame avvolta e inserita in un contenitore. Immagine di the Stand New [1]. Usata con permesso.

Un monumento molto suggestivo in memoria del massacro di Tiananmen, che è rimasto nell'Università di Hong Kong per 24 anni dal giugno 1997, è stato rimosso dal dirigente scolastico prima dell'alba del 23 dicembre 2021. 

La scultura in cemento, alta 8 metri, fa parte della serie artistica nota come Pillar of Shame [2](cioè pilastro della vergogna) [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] creata dall'artista danese Jens Gaichiot nel 1996.

Il pilastro di Hong Kong è composto da 50 volti distorti che rappresentano il dolore e la disperazione inflitti alle persone dalla sanguinosa repressione del movimento studentesco pro-democrazia a Tiananmen nel 1989 [3] [it].

Venne esposto al Victoria Park il 3 giugno 1997 come parte delle attività in commemorazione dell'ottavo anniversario del massacro di Tiananmen. Dopo la veglia a lume di candela, un gruppo di studenti attivisti spostò la statua di 2 tonnellate sul podio dell'Haking Wong Building presso l'Università di Hong Kong. Due settimane dopo, il 16 giugno, la statua venne rimontata sul posto, appena 15 giorni prima della consegna della città coloniale alla Cina.

Quando il pilastro era atterrato nel campus universitario, Jens Gaichiot commentò [4] [zh] che avrebbe rappresentato una pietra miliare della libertà di espressione di Hong Kong.

Le autorità universitarie hanno deciso di rimuovere il pilastro nell'ottobre del 2021. Hanno inviato una lettera all'organizzatore della veglia a lume di candela, l'Hong Kong Alliance in Support of Patriotic Democratic Movements in China (HK Alliance), chiedendo la rimozione del pilastro il 13 ottobre, ma l'organizzazione, ormai sciolta, ha risposto di non possedere la statua. Allo stesso tempo, Jens Gaichiot ha avvertito [5] che si sarebbe riservato il diritto di richiedere un risarcimento nel caso in cui le autorità avessero smantellato il pilastro.

Nonostante la consulenza legale interna contro l'atto, le autorità hanno cercato consulenza legale esterna e valutazione dei rischi e il 22 dicembre hanno ordinato l'azione di rimozione. Secondo la dichiarazione dell'università [6], la consulenza legale ha citato come rischio legale l'Ordinanza sui crimini scritta in epoca coloniale, piuttosto che la Legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino:

No party has ever obtained any approval from the University to display the statue on campus, and the University has the right to take appropriate actions to handle it at any time. The University is also very concerned about the potential safety issues resulting from the fragile statue. Latest legal advice given to the University cautioned that the continued display of the statue would pose legal risks to the University based on the Crimes Ordinance enacted under the Hong Kong colonial government.

Nessuna parte ha mai ottenuto l'approvazione dall'Università per esporre la statua nel campus e l'Università ha il diritto di intraprendere le azioni appropriate per gestirla in qualsiasi momento. L'Università è anche molto preoccupata per i potenziali problemi di sicurezza derivanti dalla fragile statua. Gli ultimi consigli legali forniti all'Università hanno avvertito che la continua esposizione della statua avrebbe comportato rischi legali per l'Università in base all'Ordinanza sui crimini emanata sotto il governo coloniale di Hong Kong.

Il corrispondente di Hong Kong dell'AFP Su Xinqi è uno dei giornalisti che hanno testimoniato il processo di smantellamento:

Il #PillarOfShame è stato smontato in due parti, avvolto, inscatolato e spedito via. Il tutto prima dell'alba.

I lavoratori hanno iniziato a barricare il sito di smantellamento alle 23:00 del 22 dicembre, pochi giorni prima di Natale, quando la maggior parte degli studenti ha lasciato il campus per le vacanze invernali. Il giornalista Clifford Coonan, con sede a Berlino, ha sottolineato l'importanza del tempismo:

Mentre abbattono il Pillar of Shame, vale la pena ricordare che il periodo delle vacanze è un periodo impegnativo per il governo cinese, poiché sa che i media occidentali sono in vacanza: Liu Xiaobo è stato condannato il giorno di Natale, Hu Jia arrestato il giorno di Natale e Wu Gan incarcerato durante le vacanze.

Jens Gaichiot ha descritto l'azione dell'università come una vergogna [11] in una dichiarazione:

[I]t is a disgrace and an abuse and shows that Hong Kong has become a brutal place without laws and regulations such as protecting the population, the arts and private property… And it’s even more grotesque that they use the Western holiday, Christmas, to carry out the destruction of the artwork.

È una vergogna e un abuso e mostra che Hong Kong è diventata un luogo brutale senza leggi e regolamenti come la protezione della popolazione, delle arti e della proprietà privata… Ed è ancora più grottesco il fatto che usino una festa occidentale, Natale, per procedere alla distruzione dell'opera d'arte.

La corrispondente di Reuter Jessie Pang ha mostrato lo spazio vuoto dopo che il pilastro è stato rimosso:

Il sito originale del #PillarofShame ora si presenta così.

Il pilastro è attualmente conservato [15] nel Kadoorie Center dell'Università di Hong Kong a Yuen Long.

Atto di vergogna

Su Twitter, molti hanno descritto l'atto subdolo dell'università come un atto di vergogna. L'utente di Twitter Lily Wong è tra una di queste voci:

Pillar of Shame: rimossa la statua di Piazza Tiananmen a Hong Kong. Il fatto che la rimozione sia avvenuta durante la notte la dice lunga. Questo è un atto di vergogna del quale il mondo intero è testimone.

Tuttavia, la scomparsa del pilastro non distruggerà la memoria delle persone del passato, come sottolineato da Nathan Ruser, ricercatore dell'Australian Strategic Policy Institute (ASPI):

Rimuovere il Pillar of Shame dalla @HKUniversity non fa assolutamente nulla per far dimenticare il massacro degli studenti manifestanti, funge solo da enorme bandiera che ricorda che anche lo spazio per il ricordo passivo è scomparso.

Alejandro Alvarez, giornalista e fotografo, ritiene che la rimozione del pilastro segni un nuovo capitolo dell'epurazione dagli atti politici alle loro espressioni artistiche:

Queste immagini raccontano.

Il Pillar of Shame è stato ospitato alla HKU dal 1998. se sta davvero crollando (sembra probabile, con macchinari che si sentono e un container nelle vicinanze) è un altro capitolo nell'eliminazione dell'opposizione della città, dalla politica all'arte.

Hong Kong era un tempo l'unico luogo in Cina dove le persone potevano commemorare apertamente il massacro di Tiananmen. Tuttavia, la veglia annuale a lume di candela è stata messa fuorilegge per la prima volta nel 2020 a causa di problemi sanitari legati alla pandemia e vietata di nuovo nel 2021. HK Alliance è stata costretta a sciogliersi e tre organizzatori chiave, Albert Ho, Lee Cheuk-yan e Chow Hang-tung sono stati arrestati e accusati [22] di “incitamento alla sovversione” con le loro cauzioni respinte. Il trio, tra gli altri membri chiave, è stato condannato per incitamento e partecipazione ad assemblee illegali nel 2020 e ha iniziato a scontare la pena detentiva all'inizio di questo mese.