La Russia blocca l'accesso al browser Tor

The Tor Project website has been blocked in Russia. Image by The Tor Project, CC BY 3.0 US.

Il sito Tor Project è stato bloccato in Russia. Immagine di The Tor Project, CC BY 3.0 US.

Le autorità russe hanno bloccato l'accesso al sito del browser Tor torproject.org l'8 dicembre scorso, secondo quanto riportato [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] da sviluppatori e utenti. Il blocco ufficiale arriva dopo le denunce [ru] di questa settimana sui provider russi di servizi internet (che avevano già iniziato a bloccare l'accesso al servizio) da parte di alcuni utenti che non riuscivano ad accedere al sito web Tor Project dal 1° dicembre.

Partito come un progetto di ricerca finanziato dalla U.S. Navy, Tor è attualmente gestito da un gruppo nonprofit con sede a Seattle, Washington. Tor (acronimo di “The Onion Browser”) fornisce un software che permette agli utenti di navigare nel web in modo anonimo e di aggirare i blocchi e le restrizioni di internet imposti a livello locale. Il browser Tor permette di navigare in modo anonimo tramite una specifica configurazione dei nodi nota come sistema onion routing.

Si stima che 300.000 internauti russi utilizzano quotidianamente i servizi Tor, ovvero circa il 15% di tutti gli utenti complessivi. La Russia ha il secondo maggior numero di utenti Tor su scala globale.

Il regolatore statale russo di internet Roskomnadzor ha dichiarato di aver incluso il sito del browser Tor nel suo registro [ru] dei siti proibiti, poiché avrebbe pubblicato “informazioni che garantiscono il funzionamento di strumenti che permettono l'accesso a contenuti illegali”. Secondo il gruppo per i diritti digitali Roskomsvoboda, il pretesto per il blocco è stata una sentenza del 2017 [ru] stabilita dal tribunale distrettuale di Saratov e citata nel suo database (anche se la corte non aveva disposto il blocco del sito web). Inoltre, non è chiaro il motivo per cui un'ordinanza del 2017 sia stata applicata solo nel 2021.

Tor Project ha annunciato [en] che gli utenti russi possono ancora utilizzare i servizi Tor visitando il suo sito mirror ospitato dalla Electronic Frontier Foundation. Ha inoltre invitato gli utenti russi a monitorare il blocco dei suoi servizi e si è rivolto ai gruppi per i diritti digitali, chiedendo di fare pressione sulle autorità russe per porre fine alla censura.

Se vivete in Russia… aiutateci a identificare la censura di internet con le sonde di @OpenObservatory. https://t.co/NolwkBP1hx Se lavorate per organizzazioni per la difesa dei diritti umani o digitali… fate pressione sul governo russo per fermare immediatamente questa censura.

Il blocco del sito web di Tor arriva dopo l'ulteriore repressione delle reti private virtuali (VPN) e di altri strumenti di anonimato online in Russia, che secondo le autorità potrebbero consentire l'accesso a contenuti online illegali, violando la legislazione russa. A settembre 2021, alla vigilia delle elezioni parlamentari, la Russia ha bloccato sei principali provider di VPN e ha emesso un avvertimento alle società occidentali che forniscono strumenti come i servizi CDN e DNS in grado di bypassare la censura statale russa.

La spinta per una maggiore censura dei contenuti online fa parte della strategia “sovranità su internet”, che si prefigge di consolidare il controllo centralizzato dello stato sull'infrastruttura internet e sugli spazi online. Le misure adottate hanno permesso una maggiore centralizzazione in merito al filtraggio e al blocco dei contenuti web [ru]; ora i fornitori di servizi internet sono obbligati a installare un nuovo hardware, definito nella legislazione come “mezzo tecnico per contrastare le minacce”.

Questo sistema è controllato centralmente dal Roskomnadzor e altri enti statali. Inoltre, permette il blocco ingiustificato dei siti web difficili da tracciare e monitorare. All'inizio di quest'anno l'hardware ha già messo in atto delle limitazioni a piattaforme come Twitter [en], e bloccato i siti web e app di voto legati all'opposizione.

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