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L'attore bahamiano-americano Sidney Poitier, la cui rappresentazione dei neri nei film ha contribuito a cambiare le percezioni razziste, è morto a 94 anni

Categorie: Caraibi, Bahamas, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti umani, Etnia
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Sidney Poitier al trentottesimo Charlie Chaplin Award gala, tenutosi presso l'Alice Tully Hall al Lincoln Center di New York il 2 maggio 2011.Foto [1] di Tamara Dunn su Flickr, CC BY-NC-ND 2.0 [2].

Reale di Hollywood e grande statista del grande schermo, l'attore Bahamiano-Americano Sidney Poitier [3][it], il cui lavoro pionieristico negli anni '50 e '60 ha contribuito a rompere le barriere riguardo al colore della pelle, spostando la lente attraverso la quale venivano percepite le persone di colore e aprendo la strada ad altri attori neri è morto il 7 gennaio, all'età di 94 anni [en, come i link seguenti]:

ATTENZIONE: L'amato attore bahamiano ed ex ambasciatore Sir Sidney Poitier è morto. Aveva 94 anni. Un'opera teatrale di Broadway sulla carriera pionieristica dell'attore visionario è stata annunciata il mese scorso. La morte di Sir Sidney è stata confermata dal ministro degli Esteri Fred Mitchell.

Appresa la notizia della morte di Poitier, il Primo Ministro delle Bahamas, Philip Davis, si è rivolto alla nazione [6] dicendo: “Anche mentre piangiamo, celebriamo la vita di un grande bahamiano, un'icona culturale, un attore e regista, un imprenditore, un attivista per i diritti umani e civili e, ultimamente, un diplomatico.”

Poitier era tutte queste cose e di più, ma Davis ha anche elogiato chi era l'uomo: “la sua forza di carattere, la sua volontà di alzarsi in piedi e di contare qualcosa, e il modo in cui ha pianificato e navigato la sua vita.”

Il più giovane di sette figli, Poitier è nato [7] prematuramente a Miami il 20 Febbraio 1927, da genitori Bahamiani –contadini che viaggiavano regolarmente negli USA per vendere i loro prodotti. Sebbene cittadino americano, è cresciuto alle Bahamas, trasferendosi negli Stati Uniti solo a 15 anni. Dopo aver lavorato come lavapiatti e successivamente in un ospedale di veterani a New York, durante la seconda guerra mondiale come parte dell'esercito americano, Poitier si unì all’ American Negro Theater [8] a Harlem, e trovò la sua vocazione.

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Sidney Poitier in “A Raisin in the Sun”, New York, 1959. Foto [9] di Gordon Parks via bswise [10] su Flickr, CC BY-NC-ND 2.0 [2].

Il suo primo ruolo cinematografico importante fu “No Way Out” [11] (1950), in cui interpretò un medico che assisteva due pazienti razzisti bianchi; uno morì, provocando una rivolta razziale. Il film è stato bandito negli Stati Uniti meridionali. Poitier interpretò il ruolo di uno studente delle superiori nel film del 1955 “Blackboard Jungle” [12] (1955). Ha anche ottenuto il plauso della critica per il suo lavoro in “Porgy and Bess” [13] (1959), e “A Raisin in the Sun” [14] (1961).

Poitier stava spingendo per questi ruoli durante il turbolento movimento per i diritti civili [15] negli USA. Nel 1958, Poitier e Tony Curtis interpretarono dei detenuti evasi in “The Defiant Ones” [16], che è valso a entrambi la nomination all'Oscar come miglior attore (nel caso di Poitier, la prima [17] per un attore nero). Non vinse, ma solo la nomination fu rivoluzionaria, e l'eccellenza della sua performance fu riconosciuta ai British Academy Film Awards quando quell'anno vinse il BAFTA per il Miglior Attore Straniero [18].

Il suo riconoscimento oltreoceano lo ha reso una scelta naturale per il suo ruolo nel film britannico “Cry, the Beloved Country” [19]. Girato in Sud Africa durante l'apartheid, Poitier divenne ancora più risoluto nel suo attivismo, usando la sua fama per premere per la parità di trattamento dei neri, anche richiamando la stampa [20] per il ritratto unidimensionale che gli fecero – e per estensione agli altri afro-americani – come semplice uomo di colore.

“Sono un uomo relativamente intelligente” gli ha detto [20]. “Ci sono molti aspetti della mia personalità che si possono esplorare, penso, in modo molto costruttivo, ma vi sedete qui e mi fate […] domande che cadono continuamente all'interno della mia vita come nero. Mi fate domande che riguardano la portata delle rivolte estive [21] [of 1967]. Sono un artista, un uomo americano contemporaneo… Sono un sacco di cose, quindi vorrei che mi pagaste il rispetto dovuto.” Il rifiuto è stato in linea con la dedizione con cui, nel corso della sua lunga carriera, ha cercato di portare la vita, la dimensione e l'umanità ai personaggi che ha ritratto.  Prima dell'epoca di Poitier, la rappresentazione dei personaggi neri nei film di Hollywood [22] era problematica [23], essendo principalmente rappresentati come servitori o criminali.

Nel 1963, Poitier ha recitato in “Lilies of the Field” [24], per il quale ha vinto nel 1964 l'Academy Award, il primo Oscar [17] mai assegnato a un attore nero in un ruolo di primo piano. Nel 1967, verso la fine del movimento per i diritti civili degli Stati Uniti, fece tre film fondamentali — “To Sir, with Love” [25], “Guess Who's Coming to Dinner” [26], e “In the Heat of the Night” [27],  che esaminarono la questione della razza e i pregiudizi che i neri americani affrontavano quotidianamente.

Dopo esser stato votato stella del botteghino [28] nel 1968, negli anni '70 Poitier aprì le sue ali creative e si avventurò nella regia [29]. I riconoscimenti, sia nel mondo delle arti [30] che oltre,continuarono ad arrivare e a continuare per tutto il corso della vita di Poitier. È stato nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II nel 1974, e nel 1982, ha ricevuto il prestigioso Cecil B. DeMille Award [31], che riconosce eccezionali contributi al mondo dello spettacolo.

Nel 1997, le Bahamas hanno nominato Poitier come loro ambasciatore [32] in Giappone, una posizione che ha ricoperto per un decennio, agendo contemporaneamente come ambasciatore del paese presso l'UNESCO. Nel 2000 ha ricevuto il Screen Actors Guild Life Achievement Award, e nel 2002, un Academy Honorary Award, che sarà seguito nel 2016 da una borsa di studio BAFTA che celebra il suo successo nel cinema.

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Sidney Poitier abbraccia l'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dopo aver ricevuto la Medaglia Presidenziale della Libertà. Foto [33] di Embajada de Estados Unidos en Bolivia su Flickr, CC BY-ND 2.0 [34].

Nel 2009, sotto l'amministrazione Obama, è stato insignito della Medaglia Presidenziale della Libertà [35], il più alto onore civile degli Stati Uniti.

Alla sua morte, la famiglia di Poitier emise una dichiarazione [36], rendendogli omaggio come “non solo un brillante attore, attivista, e un uomo di incredibile grazia e fortezza morale, [ma] anche un marito devoto e amorevole, un padre solidale e adorante, e un uomo che ha sempre messo la famiglia al primo posto”.La dichiarazione continuava [36], ““Egli è la nostra guida che ha illuminato le nostre vite con infinito amore e meraviglia. Il suo sorriso guariva, i suoi abbracci erano il rifugio più caldo, e la sua risata era contagiosa.”

L'impatto di Poitier si estese naturalmente alla regione caraibica, dove trascorse i suoi anni di formazione.  D.Gerome Boucaud, che lavora nell'industria del cinema di Trinidad, ha detto [37] su Facebook:

I can’t remember at what age I saw ‘To Sir with Love’. But I do remember it being the first time I became aware of what racism was and how weird it felt to watch it so openly displayed on television. I might have been 7 or 8. I also remember the impact this man had on me which I can’t adequately describe or quantify. […] I’ve avidly followed his career since then and my early worldview was patterned around the example he set for what it meant to be a strong proud black man. Mr. Tibbs was my first on screen hero […] This gentleman knew how to walk tall and I loved and respected him as an actor and a person. Rest well Sir Sidney Poitier. Thank you for everything you represented to a young boy from the Caribbean and many many others around the world.

Non ricordo a che età ho visto “To Sir with Love”. Ma mi ricordo che era la prima volta che mi resi conto di cosa fosse il razzismo e di quanto fosse strano guardarlo così apertamente in televisione. Avrò avuto 7 o 8 anni. Ricordo anche l'impatto che quest'uomo ha avuto su di me che non posso adeguatamente descrivere o quantificare. […] Ho seguito avidamente la sua carriera e da allora la mia visione del mondo è stata modellata intorno all'esempio che ha impostato, per quello che significava essere un nero forte e orgoglioso. Mr. Tibbs è stato il mio primo eroe sullo schermo […] Questo signore sapeva camminare a testa alta e lo amavo e lo rispettavo come attore e persona. Riposa bene Sir Sidney Poitier. Grazie per tutto quello che hai rappresentato per un giovane ragazzo dei Caraibi e molti altri in tutto il mondo.

Altri utenti regionali [38] hanno anche reso i loro omaggi [39]:

RIP Sidney Poitier, attore Bahamiano-Americano, regista e attivista. 🇧🇸🖤

Jason Jones, attivista britannico nato a Trinidad ha detto [42]:

There can be no doubt about the ENORMOUSLY powerful & positive impact of Sidney Poitier on the Global image of Blackness. He not only broke the glass ceiling for Black actors, but he used his success to promote Black empowerment, civil rights, and was a shining inspiration for Black people everywhere (of special note is the impact he had on the great Nelson Mandela). Mr Poitier was a titan in a World that still treats Black people with discrimination. Rest in Peace Sir. You are truly a hero beyond measure. ✊🏽🙏🏾🕊❤️

Non ci possono essere dubbi sull'impatto ENORMEMENTE potente e positivo di Sidney Poitier sull'immagine globale dei neri. Non solo ruppe il soffitto di vetro per gli attori neri, ma usò il suo successo per promuovere l'emancipazione dei neri, i diritti civili, e fu una brillante ispirazione per la gente nera ovunque (di particolare rilievo è l'impatto che ebbe sul grande Nelson Mandela). Mr Poitier era un titano in un Mondo che tratta ancora i Neri con discriminazione. Riposa in Pace Signore. Sei veramente un eroe oltre misura.

Dalla Giamaica, Wayne Chen ha aggiunto [43]:

Sidney Poitier […] was a big deal; an integral part of our growing up. His films were big events in Jamaica and he was a powerful role model; new and different; a smart, confident, accomplished, proud Black man, where few had starred before. Lest we forget.

Sidney Poitier […] è stato un grande; parte integrante della nostra crescita. I suoi film erano come grandi eventi in Giamaica e lui era un potente modello di ruolo, nuovo e diverso; un uomo nero intelligente, fiducioso, compiuto, orgoglioso, dove pochi avevano recitato prima. Per non farci dimenticare.

Su Facebook, La regista delle Bahamas Maria Govan ha postato una sua foto con Poitier, dicendo [44]:

Thank you Sir Sidney. You were so incredibly generous and supportive! Called me cold while I was walking in Brooklyn to talk about “Rain,” [45] and gave me so much encouragement on that call. I'm so grateful!
Journey on Sir! May it be wondrous, your next chapter!

Grazie Sir Sidney. Sei stato incredibilmente generoso e di supporto! Mi ha chiamato freddo mentre stavo camminando a Brooklyn per parlare di “Rain” [45], e mi ha dato così tanto incoraggiamento con quella chiamata. Sono così grata! Buon Viaggio Sir! Possa essere meraviglioso, il tuo prossimo capitolo!

Il Third Horizon Film Festival [46], che proietta e distribuisce film dei Caraibi e della sua diaspora, ha reso i suoi omaggi [47] via Facebook:

Rest in peace to legendary Bahamian-American actor Sidney Poitier […] Born right here in Miami, and raised a stone's throw across the ocean in Nassau, his family believed they descended from Haitian maroons who escaped to the Bahamas, thus explaining their French surname. So much is made of him being the first Black male actor to win the Oscar for Best Actor in 1963, a historic moment to be sure, but his legacy is so much greater, striding through the pressure cooker that was America in the 1960s to devote himself to civil rights activism and advocacy for his fellow Black actors while blazing his own path across the screen. He will be missed.

Riposa in pace Sidney Poitier leggendario attore bahamiano […] Nato proprio qui a Miami, e cresciuto a un tiro di schioppo dall'altra parte dell'oceano a Nassau, la sua famiglia credeva che discendessero da Haitiani che fuggirono alle Bahamas, spiegando così il loro cognome francese. Così tanto è stato detto di lui che è il primo attore nero a vincere l'Oscar come Miglior Attore nel 1963, un momento storico per essere sicuri, ma la sua eredità è molto più grande, Ha attraversato la pentola a pressione che era l'America negli anni '60 per dedicarsi all'attivismo e alla difesa dei diritti civili per i suoi colleghi attori neri, mentre si apriva il suo percorso attraverso lo schermo. Sentiremo la sua mancanza.