Port Royal, Giamaica è in lizza per diventare Patrimonio Mondiale dell'UNESCO

Port Royal dal Kingston Harbour, Jamaica, 1875-1940 circa. Foto di un autore sconosciuto tratta da Wikimedia Commons, dominio pubblico .

La Giamaica è sulla strada [en, come tutti i link successivi, salvo diverse indicazioni] per avere “la città più malvagia della Terra” — in questo caso, a causa della città sommersa di Port Royal inserita nella lista dei patrimoni mondiali dell'UNESCO, una decisione attesa da tempo.

Situata all'estremità delle Palisadoes, ossia il banco di sabbia che protegge in maniera naturale il Kingston Harbour dal mare aperto, Port Royal, importante centro navale e commerciale del XVII secolo — era la prima città dei Caraibi per dimensioni, fino a quando un terremoto di magnitudo 7.5 non l'ha rasa al suolo il 7 giugno 1692. Lo tsunami che ne è seguito ha causato ulteriori devastazioni, lasciando credere a molti che questi eventi non fossero altro che un castigo divino per la mancanza di morale della città.

Ripresa aerea di #PortRoyal in #Kingston #Giamaica. ?? ?

Al tempo, Port Royal era una delle città più ricche e frequentate delle Americhe e i conseguenti viavai le sono valsi la sua cattiva reputazione di città di malaffari, di corsari e pirati (compreso il famigerato Henry Morgan) e di litri d'alcool. A causa della sua posizione piuttosto precaria sulla costa sudorientale della Giamaica, con il passare degli anni si sono verificati diversi disastri naturali e innumerevoli danni in seguito a uragani e un ulteriore terremoto di forte magnitudo registrato all'inizio del XX secolo.

Se viene garantita la candidatura di Port Royal per l'inserimento nella lista dei patrimoni UNESCO, questa sarebbe la terza città sommersa a ricevere tale titolo, subito dopo Alessandria, in Grecia e Baia, in Italia, e la sola città nell'emisfero occidentale. La convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo dell'UNESCO ha l'obiettivo di proteggere patrimoni simili, testimoni di civiltà ormai sommerse risalenti a oltre un secolo fa.

UNESCO ha spiegato il valore di Port Royal, sottolineando che la città “rientra nella categoria dei ‘siti in pericolo’, ossia siti devastati da disastri naturali e in rovina che, di conseguenza, devono essere tutelati ‘in loco'”:

Port Royal […] is distinctly different from most archaeological locations. Generally archaeological excavations represent a long period of time where buildings were constructed, renovated, added, fell into disrepair, were abandoned, collapsed and perhaps built over. In contrast, after just 37 years of existence, the bustling city of Port Royal literally sank into the harbour in a matter of minutes, remaining perfectly preserved as it was on the day of the earthquake.

Port Royal […] è assolutamente differente rispetto al resto dei siti archeologici. In genere, gli scavi archeologici comprendono lunghi periodo di tempo durante i quali si ricostruiscono le varie fasi di edifici prima costruiti, poi restaurati, aggiunti, caduti in rovina, abbandonati, crollati e probabilmente ricostruiti successivamente. D'altra parte, solo dopo 37 anni di esistenza, la vivace città di Port Royal si è letteralmente inabissata nel porto nel giro di qualche minuto, rimanendo per sempre così com'era il giorno del terremoto.

UNESCO ha tenuto a sottolineare l'”incredibile valore universale” di Port Royal:

The underwater assemblage of excavated buildings in the sunken city is an excellent example of an architectural ensemble representing everyday life in a colonial port town. Combining the cache of historical documents with the underwater excavations has allowed a detailed reconstruction of this significant stage in human history to emerge.

Quell'insieme di edifici sommersi è un incredibile esempio di architettura ordinaria di una città portuale di origine coloniale. Una combinazione di dati ottenuti da documenti storici e da scavi sottomarini ha fatto sì che si ricostruisse questa importante fase della storia della civiltà.

Olivia “Babsy” Grange, Ministro della Cultura della Giamaica, crede che l'onorificenza di Sito Patrimonio Mondiale “avrà un tremendo impatto sulla nostra industria del turismo”. Sulla sua pagina Facebook, la ministra Grange ha pubblicato diverse foto della spedizione subacquea guidata da archeologi provenienti dal Messico e dal Giappone che hanno supportato, con il loro lavoro, il Jamaica National Heritage Trust (JNHT) nello sviluppo dell'Heritage Impact Assessment Study, una procedura richiesta, di norma, per l'inserimento della candidatura alla lista UNESCO.

Il team è alle prese con un tentativo di mappatura digitalizzata di Port Royal eseguita tramite fotogrammetria. Nella mappatura sono compresi ritrovamenti assolutamente sorprendenti: Silvanus Walters, vicedirettore tecnico di archeologia al JNHT, che sta promuovendo tale pratica, ha dichiarato al Public Broadcasting Corporation of Jamaica (PBCJ) che Fort James — che si presume sia stata distrutta completamente nel 1695 a causa di un terremoto — è rimasta intatta.

Il report del PBCJ ha anche fatto presente che oltre alla fortezza, la mappatura digitalizzata permette di distinguere sul fondo dell'oceano muri, strade, ma anche altro. Se a Port Royal venisse garantito lo status di Patrimonio Mondiale, il piccolo paese di pescatori richiamerà maggiore attenzione, dato che la città sommersa influirà su altri aspetti del patrimonio culturale della zona.

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