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Questi podcaster stanno portando le lingue africane nel nuovo mondo audio

Categorie: Africa sub-sahariana, Kenya, Nigeria, Sudafrica, Citizen Media, Indigeni, Linguaggi, Media & Giornalismi, Tecnologia, Rising Voices
"Podcasting" by mikemacmarketing is licensed under CC BY 2.0

“Podcasting” di mikemacmarketing [1] ; licenza sotto (CC BY 2.0) [2]

Sebbene il podcasting come mezzo per raccontare storie sia cresciuto esponenzialmente dalla sua nascita negli anni 2000, la sua affermazione ed il suo utilizzo in Africa sono stati lenti. Rallentato dagli alti costi dei dati e dal crescente divario digitale [3] ,[en, come tutti i link seguenti] da parte degli ascoltatori in un continente dove l'accesso ad internet rimane un privilegio, il viaggio dei podcaster africani  è stato arduo,  poiché molti cercano di unirvi una rinascita contemporanea della tradizione della trasmissione verbale della narrativa.  

I costi di produzione, che ovunque spaziano tra i 60 ed i 100 dollari per episodio [4] sono ancora proibitivi in molti paesi africani, per non parlare dell'alimentazione elettrica inaffidabile. Molti podcaster devono sovente bootstrappare [4], procurandosi risorse dal loro lavoro o dai loro risparmi fino a quando non raggiungono una soglia di ascoltatori dove la pubblicità diventa un modello percorribile di sostentamento. Per molti questa massa critica di ascoltatori è rimasta un miraggio nel deserto. Molti hanno cercato di ottenerla, ma molti si sono stancati di cercare l'oasi. 

Mentre cinque anni fa c'era solo una manciata di voci africane nello spazio globale del podcasting, in solo due anni il podcasting sul continente africano ha visto una crescita fenomenale come risultato della pandemia COVID-19. La pandemia ha costretto i cittadini a rimanere a casa, cosa che ha portato ad un enorme aumento del traffico dati [5] in quanto in molti hanno ampliato la propria gamma di consumo digitale. Molti data provider e società tech nel continente hanno azzerato i costi dei servizi o trovato un modo di rendere più accessibili i loro impianti.

Sudafrica, Nigeria e  Kenia sono i principali mercati di podcasting [6] sia per quanto riguarda la produzione che il consumo. Lo Slswahili — una lingua bantu parlata da 80 milioni di persone nell'africa orientale e centrale – è diventata una delle lingue africane più utilizzate e riconosciute.  Proporio lo scorso anno, l'UNESCO ha dichiarato [7]il 7 luglio giornata mondiale dello swahili. Ciò nonostante, il suo uso tra i podcaster è ancora molto ridotto rispetto all'inglese. 

Infatti, in un continente che conta 1,3 miliardi di persone, 54 paesi ed oltre 1.500 lingue quando si parla di lingue l'inglese è la scelta predominante per molti broadcaster grazie alla sua ampia attrattiva sia a livello globale che continentale. Quindi, chi sono i destinatari dei podcaster se metà della popolazione africana non parla inglese? 

Parlando a Radio France nel 2021 durante l'inaugurazione dell'Africa Podcast Festival  il 12 febbraio, giorno mondiale del podcast, Melissa Mbugua, la co-fondatrice del festival, [8]ha detto:

Languages that are widely spoken on the continent are Swahili, Arabic, Amharic, Yoruba, Zulu… We are starting to see quite a number of them popping up – this is an expectation we have of the future of the podcasting industry, is that we will have many languages, an uninhibited by the language barrier.

Le lingue che vengono ampliamente parlate sul continente sono lo swahili, l'arabo, l'amarico, lo yoruba, lo zulu… Stiamo iniziando a vedere spuntare alcune di esse – é un'aspettativa che abbiamo per il futuro dell'industria del podcasting, averne (a disposizione) in molte lingue, senza l'inibizione delle barriere linguistiche.

I podcaster non sono interessati allo sguardo occidentale

Tra la prevalenza dei podcast in inglese sta emergendo una comunità di podcaster disinteressata allo sguardo occidentale. Guardando al di là della lingua come barriera, hanno invece visto il potenziale di questo mezzo per amplificare la voce degli africani comuni  e del potere che ne deriva per contrapporsi alle narrative pubbliche dominanti. 

Alcuni dei più attivi ed ampiamente ascoltati tra i podcast non in lingua inglese sono: Swahili Program, America Swahili News [9], NHK World Radio Japan [10], SBS Swahili [11], Adventist World Radio [12] (AWR), Swahili Radio Sermon [13], Back 2 basics [14], Salama Na [15]Africa & Beyond [16] che incorpora anche testi inglesi con traduzioni Kinyarwanda. Sebbene l'elenco non sia assolutamente completo, evidenzia la carenza di varietà nella tipologia di contenuti disponibili agli ascoltatori di lingua swahili, poiché molti dei podcast sono di natura religiosa o notiziari. 

Dall'Africa orientale

Stoneface Bombaa, un organizzatore comunitario keniota, ed April Zhu, una giornalista, hanno creato il podcast “Until Everyone is Free [17]” (finché tutti non saranno liberi) in merito a Pio Gama Pinto, un combattente socialista per la libertà goa-keniota assassinato dal governo keniota nel 1965, due anni dopo l'indipendenza del paese. 

Registrato in sheng e swahili, Zhu e Bombaa dicono che:

While recording the podcast, knew they were trading a ‘broad, global audience’ for the audience that mattered to them most: people who spoke Sheng and lived in areas where the language was spoken.

Mentre registravano il podcast, sapevo che stavano scambiando “un pubblico ampio e globale” per il pubblico che più li interessava: persone che parlano lo sheng e vivono in zone dove si parla questa lingua. 

Anche Shagz Chronicles [18], al momento alla quarta stagione, é un altro post keniano i cui hosts usano lingue anomale. Tenuto in kukuyu – una lingua bantù parlata come prima lingua da 6.6 milioni di persone in Kenia – gli host dello show Wathiomo e Jehudi attingono alla nostalgia degli spettatori condividendo storie delle loro avventure di infanzia nel Kenia rurale degli anni '90.

Un altro podcast keniota che utilizza il kikuyu e l'inglese per esplorare storia, cultura e retaggio è Matire Ngemi [19].

Dall'Africa occidentale

C'è anche qualche podcast in lingua Yoruba [20] che vede i podcast Adventist World Radio, Omoluabi, Ohun Anu, e The Yoruba Proverbs tra i più recenti ed attivi. UPGNRS [21] e Pidgin Reviews sono podcast popolari che usano la lingua pidgin parlata in tutta l'africa occidentale e centrale. Il Pidgin prende a prestito molti vocaboli [22]da altre lingue locali tra cui lo igbo e lo yoruba.

Wolof Tech, [23] un podcast tenuto da El Hadji Ibrahima Diago discute di notizie IT e tecnologie emergenti in lingua wolof con inserzioni francesi. Come riporta nel profilo del suo podcast,

For us Wolof is able to play a role of language of education and communication to access information and new technologies.

Per noi il wolof può giocare un ruolo importante come lingua nell'istruzione e nella comunicazione per dare accesso all'informazione ed alle nuove tecnologie.

The writer during one of her recording for her podcast, The KenyanPoet's podcast. Photo used with permission

La scrittrice mentre registra per il suo podcast,  The KenyanPoet's podcast. Foto usata con licenza.

Dall'Africa meridionale

La maggioranza dei podcast registrati in shona, isiZulu, xhosa ed altre predominanti lingue sudafricane viene trasmessa da IONO.FM — una piattaforma di audio hosting e distribuzione che fornisce soluzioni one-stop per le stazioni radio ed i podcaster sudafricani. Tra i  principali show della piattaforma sono 4IR Simplified, Jazzing With Dumza Maswana, Brazoville: A Podcast, and Ezomndeni [24]

Anche le piattaforme globali ne ospitano alcuni, come Shoko Rehupenyu [25], Tsoiro & Bhudda [26], Zamani Zulu [27]

Distribuzione locale e piattaforme live-streaming 

La rilevabilità dei podcast africani, specialmente quelli destinati al pubblico locale, si può paragonare alla ricerca di un ago in un pagliaio. Le piattaforme audio locali quali Audiomack, Afripods, Ionofm, Africanpodcasts.com ed Africa Podfest forniscono ai podcaster servizi tra cui l'hosting audio, la distribuzione, la trasmissione audio live e la fornitura di elenchi. Ciò semplificherà, per gli ascoltatori locali, la ricerca dei podcast di interesse nella propria lingua, come nel caso di IONOfm che ha una pagina delle lingue ed un elenco di oltre 25 podcast, 12 dei quali presentati in diverse lingue africane.

Circa il 60% della popolazione africana ha un'età inferiore ai 25 anni, cosa che rende l'Africa il continente più giovane al mondo, constata Cities Alliance [28]. I podcast hanno un incredibile potenziale sul continente africano, dove la crescente giovane popolazione [29] di nativi digitale ha un'enorme affinità per i contenuti digitali [30] e la loro capacità di democraticizzare l'intrattenimento. Molti hanno evitato radio che considerano troppo convenzionali e rigide. In contrasto, i podcast vanno d'accordo con il loro stile di vita dove l'intrattenimento si basa sulla convenienza quando si tratta di chi, dove, quando e come ascoltare.