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Giustizia climatica a favore dei diritti delle donne

Categorie: Europa centrale & orientale, Bulgaria, Ambiente, Citizen Media, Donne & Genere, Economia & Business, The Bridge
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‘Madre Terra è parte integrante della lotta per le donne!’ era uno dei messaggi mandati durante la Marcia per i Diritti delle Donne tenutasi a Sofia, l'8 marzo 2020, che sottolinea il legame tra i diritti delle donne e i problemi ambientali. Foto: Darina Kokonova/archivio personale, usata previa autorizzazione tramite BlueLink.

Questo articolo scritto da Velina Barova è apparso per la prima volta su BlueLink Stories [2][en, come i link successivi, salvo diversa indicazione], una rivista online riguardante l'Europa Centrale ed Orientale. Una versione aggiornata con alcune modifiche è ripubblicata qui attraverso una partnership per la condivisione dei contenuti con Global Voices.

La lotta per ridurre le emissioni dannose al clima è una lotta per i diritti delle donne. È questa la conclusione a cui sono giunti sempre più sostenitori di entrambe le cause in tutto il mondo, compresa la Bulgaria. Alla vigilia della Conferenza della Nazioni Unite sul Clima, tenutasi a Glasgow, sono state richieste negoziazioni e politiche che dessero voce alle donne ed offrissero soluzioni mirate a risolvere gli effetti negativi che il cambiamento climatico ha sul genere femminile.

Durante la Marcia per i Diritti delle Donne tenutasi a Sofia l'8 maggio 2020, tra tutti i messaggi positivi legati alla causa, un cartello ha richiamato l'attenzione. Superava i soliti limiti del parlare dei diritti delle donne ed invitava ad affrontare una discussione più ampia: “Madre Terra è una parte è integrante della lotta per le donne.”

“Probabilmente entrambe le parti sono trattate con lo stesso disprezzo,” afferma l'autore di quel cartello, un anno e mezzo dopo. La giovane attivista Darina Kokonova spiega che attraverso un gioco di parole, aveva rappresentato la Terra come una madre che ha dato luce alle persone e si prende cura di loro, esattamente come farebbe qualsiasi donna e  madre. Kokonova aveva preparto il cartello per le proteste del giovane movimento “Fridays for the Future della Bulgaria” [3] [bg], parte del movimento internazionale per il clima fondato da Greta Thunberg [4] nel 2018.

Come partecipante di vari gruppi attivisti, Kokonova è implicata in molte cause. Spesso, quando scende in piazza per manifestare, si chiede perchè non stia protestando per un'altra causa o per una terza. “Sto protestando!” è la sua risposta abituale e sincera.

“È davvero spiacevole che le persone non creino collegamenti tra cause diverse; per me, appartengono tutte ad una causa più grande,” spiega. Ed avverte che questa prospettiva è assente nei movimenti femministi bulgari.

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Il cambiamento climatico e i diritti delle donne sono temi oggetto di un'unica discussione: ne è convinta l'attivista Darina Kokonova (sulla destra). Foto: Darina Kokonova/archivio personale, usata previa autorizzazione tramite BlueLink.

Tutti proveniamo dalla natura e tutti ce ne allontaniamo in un certo senso, ci ricorda Kokonova, eppure crede che il legame delle donne con la natura sia più forte a causa del loro antico ruolo di prendersi cura dei figli e della casa. Nel 2020, ha ritratto quattro donne [6] [bg] provenienti da movimenti civici di tutto il mondo, in onore delle loro lotte e delle mansioni domestiche che le accompagna.

I ritratti sono dipinti con carboncino sui fogli, con macchie di colore provenienti da materiali naturali associati ai lavori domestici quali barbabietole, paprika, curcuma, lievito, spinaci. Ha osservato:

“Women are often the first to see the negative effects of climate change because they work with the soil and are dependent on it, especially outside cities.”

“Le donne sono spesso le prime a notare gli effetti dannosi del cambiamento climatico in quanto lavorano con il terreno e ne dipendono, soprattutto fuori dalle città.”

Una prospettiva femminile

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I diritti delle donne sono strettamente legati alla giustizia climatica: ne è convita Rada Elenkova del Bulgarian Women’s Fund. Foto: Bulgarian Women’s Fund, usata previa autorizzazione.

I diritti delle donne sono strettamente legati alla giustizia climatica, ha affemato Rada Elenkova del Bulgarian Women’s Fund. “Il cambiamento climatico colpisce soprattutto le donne, privandole dei loro diritti e di accedere e del loro accesso alle risorse.” E queste sono solo alcune delle conseguenze specifiche dovute al cambiamento climatico:

“Poverty, both in Bulgaria and worldwide, is feminised — a much larger part of the poor population are women. This deprives them of access to information and adequate solutions for their health and protection of their rights.”

“La povertà, sia in Bulgaria che nel resto del mondo, riguarda le donne: gran parte della popolazione povera sono donne. Ciò le priva di accedere alle informazione e ad adeguati servizi sanitare e tutela dei loro diritti.

Stando alle “Raccomandazioni generiche n. 37 [8]  riguardanti la dimensione di genere circa la riduzione del rischio di catastrofi nel contesto dei cambiamenti climatici”, pubblicate dalla Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) nel 2018, le donne e le famiglie con una donna a capo hanno maggiori probabilità di vivere in abitazioni precarie, suscettibili ad inondazioni, tempeste, terremoti e frane.

Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite, “l'80% delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici sono donne [9].”

Al contempo, la distruzione delle infrastrutture essenziali potrebbe ridurre la qualità e l'accessibilità dei servizi di salute sessuale e riproduttiva, con conseguente causa di gravidanze non pianificate e morti alla nascita, secondo quanto riportato dall’Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani [10]. Anche le donne e le ragazze sono a maggior rischio di subire una violenza di genere, comprese la violenza sessuale e lo sfruttamento, violenza domestica e matrimoni precoci o forzati, durante o dopo i disastri naturali, ha affermato CEDAW. Il cambiamento climatico sta spingendo le ragazze del Kenya del nord a riprendere le pratiche tradizionali quali il matrimonio precoce e le mutilazioni genitali [11], ha riportato il Pulitzer Center nel marzo del 2020 [12]. L'indagine descrive come, ad esempio, tre stagioni di siccità seguite da un'ondata di cavallette legate al cambiamento climatico comporti l'esaurimento delle risorse e la morte tra gli animali; ciò, a sua volta, costringe le famiglie disperate ad allontanare le proprie figlie dalla scuola e a mandarle all'estero per le cerimonie di circoncisione in quei Paesi in cui è possibile, a poi a farle sposare in Kenya per soldi.

Inoltre, i cambiamenti climatici possono aggravare le disuguaglianze in ambito lavorativo, nel quale le donne sono sottoposte a numerose sfide. A seguito delle catastrofi naturali, si può prevedere che soddisfino le maggiori aspettative e le maggiori esigenze delle loro famiglie, che renderà loro difficile tornare sul mercato del lavoro, riassume l'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani.

Le donne nel settore agricolo

Un anno fa, Darina Kokonova si è recata insieme a sua nonna al mercato nella piccola città di Dobrudja. Ascoltando le conversazioni tra le persone locali, ha potuto percepire la loro ansia: scarsi raccolti dovuti alla siccità. “Molto spesso, queste conversazioni non avvengono nelle città, ma sono le persone che risiedono nei paesini a vivere questa realtà fatta sia di inondazioni che di siccità,” ha osservato Kokonova.

“Probabilmente le donne più colpite dai cambiamenti climatici sono quelle che lavorano nel settore agricolo, in qualità di piccole produttrici, tra cui le produttrici biologiche,” ha affermato Radostina Slavkova dell’organizzazione ambientale “For the Earth” [13]. Per loro è estremamente importante avere un sistema di allarme tempestivo in caso di disastri naturali, specialmente in caso di precipitazioni abbondanti ma anche per la siccità, conclude Slavkova. “Se la siccità è prevista in Bulgaria, le colture seminate devono essere più resistenti alla siccità. Ci sono zone in cui ciò costituisce la principale fonte di vita.”

Slavkova ha inoltre richiamato l'attenzione sulle donne che vivono nelle regioni carbonifere e hanno vissuto gli effetti dannosi del lavoro in queste industrie durante tutta la loro vita. Al contempo, sono state esposte agli effetti dannosi dei disastri naturali, che hanno causato il cambiamento climatico, ha affermato. Ecco perchè chiedere giustizia climatica riguarda sia la lotta per i diritti umani che quella delle donne, ha aggiunto.

Politiche di giustizia

Uno degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite è quello di combattere i cambiamenti climatici focalizzandosi sullo sviluppo di capacità nei Paesi meno sviluppati, con particolare attenzione alle donne, alla gioventù e alle comunità locali ed emarginate. Il sostegno di queste comunità è estremamente in Bulgaria, ne sono convinti gli attivisti del Bulgarian Women's Fund.

Nei primi mesi del 2021, il fondo ha lanciato un nuovo programma, “Uguaglianza e Giustizia Climatica” [14] [bg]. Si tratta di offrire una formazione specializzata alle persone interessate ad affrontare il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, consentendo alle parti di competere per progetti che affrontano tali questioni, nonché coinvolgendo le comunità locali ad affrontarle. Il programma ha l'obiettivo di coinvolgere le donne e le persone provenienti dai gruppi più precari, da insediamenti remoti e dalle comunità emarginate nel dibattito sul cambiamento climatico, fornendo loro informazioni sul cambiamento climatico e sulle conseguenze sociali che ne derivano.

“Nel lungo termine, queste persone saranno state quelle più duramente colpite dal cambiamento climatico. Sono quelle che apportano il contributo minore al cambiamento climatico e sono quelle private da numerosi diritti quali l'accesso alle informazioni e alle risorse. Tutto ciò li mette nella posizione scomoda di essere persone senza una voce guida, lontane dai processi decisionali, spiega Rada Elenkova, la Coordinatrice del programma.

L'importanza degli aspetti di genere è stata inoltre enfatizzata dall'Accordo sul Clima di Parigi, che la Bulgaria ratificato [15] nel 2016. Nel dicembre del 2019, le parti decisero di nominare dei coordinatori nazionali per l'uguaglianza di genere e per il cambiamento climatico. Tuttavia, la Bulgaria non appartiene ai Paesi che hanno nominato il suddetto coordinatore [16].

Tra gli attivisti e le organizzazioni di esperti sul clima sono presenti molte donne, ha osservato Radostina Slavkova. Tuttavia, le donne sono ancora poco rappresentate nelle negoziazioni sul clima ai massimi livelli.

Radostina Slavkova dell'organizzazione ambientale ‘For the Earth.’ Foto: Ivan Donchev con il sostegno dell'Associazione Civile “Equal BG”, usata previa autorizzazione tramite BlueLink.

Il 10 dicembre 2020, più di 400 donne portavoci del clima hanno firmato una  o lettera aperta [17] al Governo britannico per richiedere una “rappresentazione equilibrata” di uomini e donne nei gruppi di alto livello della Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni  (COP26) [18] tenutasi nel novembre del 2021 a Glasgow. Al momento dell'invio di questa lettera aperta, più del 25% delle posizioni lavorative fondamentali [19]per l'imminente conferenza sono state ricoperte da donne, ha riportato Euronews.

Slavkova vede una delle possibili soluzioni a questo problema nella Legge Europea sul Clima, adottata dal Parlamento Europeo nel giugno del 2021. La legge mira a limitare le emissioni di carbonio in Europa al 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050:

“The faster we manage to reduce emissions, the greater the chance for all vulnerable groups, including women, to suffer less damage.”

“Più velocemente riusciamo a ridurre le emissioni, maggiore sarà la possibilità per tutti i gruppi fragili, comprese le donne, di subire meno danni.”

“La Legge Europea sul Clima obbliga gli Stati a coinvolgere tutti i gruppi interessati e ciascun Stato membro dell'UE si impegna a farlo attraverso le sue leggi locali,” ha aggiunto Plamen Peev, analista del BlueLink Foundation esperta di politiche ambientali. Nel marzo del 2021, BlueLink ha messo a confronto la Legge Europea sul Clima con la normativa climatica della Bulgaria e ha formulato raccomandazioni per il suo miglioramento.

Una delle iniziative che mira a sostenere l'implementazione della Legge Europea sul Clima è l'istituzione del Patto Europeo sul Clima, che invita le persone, le comunità e le organizzazione ad unirsi all'azione climatica e a costruire un'Europa più verde. “Ciò renderà più facile ascoltare la voce delle donne provenienti dalle zone colpite, le professioni ed i settori e ad avere una voce più forte e un ruolo nel processo decisionale,” ha affermato Slavkova, sottolineando che non è ancora chiaro esattamente come il meccanismo funzionerà.

Affinché le decisioni siano discusse dalla più ampia cerchia di persone possibili, gli attivisti per il clima raccomandano di organizzare assemblee di cittadini su questioni climatiche, alle quali possono partecipare sia gli esperti che i cittadini e condividere la loro punto di vista, compreso quello dei diritti delle donne, ha aggiunto Slavkova.

Parallelamente, discussioni sul cambiamento climatico si stanno sviluppando non solo nei forum di alto livello, ma anche per strada, durante eventi per presunte altre cause. Darina Kokonova richiama l'attenzione sull'idea di vedere la Terra non solo come una madre, ma anche come una sorella, con un senso di solidarietà e legame reciproco: “Per generazioni, le persone hanno avuto un legame con il loro habitat perchè realizzano che dipendono da esso.”