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L'hijab sulla TV algerina: la fine di tutto ciò che è francese

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Algeria, Citizen Media, Donne & Genere, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Religione

Screenshot di un video [1] Youtube che mostra la prima conduttrice algerina velata condurre un notiziario dopo l'indipendenza dall'occupazione francese.

Quest'articolo è stato pubblicato da Raseef22 [2] [en, come i link seguenti] il 25 febbraio 2022. Una versione modificata viene ripubblicata come parte di una partnership con Global Voices. 

Per la prima volta in mezzo secolo, gli Algerini hanno visto una conduttrice con il velo condurre un notiziario sulla televisione di stato il 15 Febbraio, 2022. Questo è stato visto dagli algerini come un evento storico, dopo che l'emittente televisiva ha tolto restrizione imposta dalla televisione pubblica di indossare il velo.

Dal giorno in cui l'Algeria ottenne l'indipendenza dall'occupazione francese il 5 luglio 1962, e riacquistò la sovranità sulle sue emittenti radiofoniche e televisive il 28 ottobre 1962, Najwa Gedi è considerato la prima donna, con l'Hijab a presentare il notiziario.

Il conduttore televisivo e presentatore del notiziario principale Said Toubal, ha postato sulla sua pagina [3] Facebook, dicendo:

For the first time after the independence, Algerian state television gives space for hijabi women in news bulletins, and colleague Najwa Jedi shines bright in her presentation.

Per la prima volta dopo l'indipendenza, la televisione di stato algerina dà spazio alle donne, che indossano l'hijab, nei notiziari e la collega Najwa Jedi brilla nella sua presentazione.

Il velo è proibito

Un membro dell'Unione Nazionale Algerina dei Giornalisti (SNJ), Reda Jawadi, ha dichiarato che la televisione algerina “non ha permesso alle donne che indossano l'hijab di apparire sullo schermo per più di mezzo secolo dal ripristino della piena sovranità sulla radio e la televisione di stato, nonostante il fatto che l'Islam sia la religione di stato.”

Parlando a Raseef22, Jawadi ha detto: “La regola di vietare la comparsa di donna con l'hijab in TV è una mentalità ereditata dagli orchestratori di questa istituzione pubblica, e non c'è nessuna legge all'interno della stazione televisiva che proibisca la comparsa di donne con il velo sullo schermo, ma queste sono istruzioni piuttosto ereditate.”

Ha aggiunto:

The headscarf was forbidden on television due to personal convictions and improvised decisions issued by successive officials in managing and running Algerian state television since the independence, and this of course, is prompted by successive governments that were greatly satisfied with this policy.

Il velo è stato vietato in televisione a causa di convinzioni personali e decisioni improvvisate emesse da funzionari successive nella gestione della televisione di Stato algerina dopo l'indipendenza, e questo, naturalmente, è spinto dai governi successivi che sono stati molto soddisfatti di questa politica.

Reda Jawadi ha detto: “L'ultimo passo della televisione è stato dare a migliaia di giovani diplomate in comunicazione e giornalismo, che aspirano ad apparire nei media, l'opportunità di lavorare nell'istituzione della televisione di stato in Al-Shuhada Street, o in una delle sue istituzioni regionali in tutto lo stato”.

Nonostante il ripristino della sovranità sulla televisione e la radio, dai francesi il 28 ottobre 1962, Yamin Boudhan, professore di media presso l'Università del Qatar, sostiene, nei suoi commenti a Raseef22, che tutte le decisioni successive nei media e in televisione “hanno ereditato il pensiero europeo sia nell'aspetto che nella presentazione.”

Ai loro occhi, il velo è “un'immagine arretrata e incivile, un'idea che è stata ereditata dal pensiero francese”, ha detto, citando le politiche francesi che sono ampiamente viste come intolleranti verso le tradizioni e le pratiche musulmane. Ha aggiunto che è un peccato che questo modo di pensare “che sta cercando di distruggere l'identità algerina dall'interno delle parti più profonde della società algerina”, sia continuato per più di mezzo secolo, anche dopo l'indipendenza.

Raseef22 ha continuato aggiungendo che l'immagine promossa del corpo femminile “era stata cruciale per apparire in televisione, ed era stato importante mostrare l'aspetto prominente delle donne, come un'immagine o un riflesso della civiltà al fine di attirare gli spettatori, e questo è ciò su cui la televisione algerina si è concentrata in tutto quel periodo.”

Indossi il velo ? Non sognarlo nemmeno il lavoro

Secondo Boudhan, questo ha reso il sogno di molte donne algerine, di lavorare per la televisione pubblica, “una fantasia inverosimile e una quasi impossibilità, così tutte le laureate dei media e dei dipartimenti di comunicazione in Algeria hanno finito per lavorare in amministrazione o istruzione, e coloro che vogliono specializzarsi nel settore finiscono per andare alla radio, agenzie di stampa, e vari giornali.”

La giornalista algerina Sabah Boudras, che insegna in Svezia da più di quattro anni, conferma che “ha fatto domanda per lavorare alla televisione pubblica algerina, ma la sua domanda è stata respinta durante la sua prima intervista a causa dell'hijab.”

In una dichiarazione a Raseef22, Boudras attesta che:

The response was harsh and direct, and was openly tied to the hijab with the words: ‘You want to work in the news department and present news bulletins… Do not even dream of it because this will not come true. If you want to work, you should work in the Al-Qur’an Al-Kareem channel (Quran TV)’.

La risposta è stata dura e diretta, ed è stata apertamente legata all'hijab con le parole: “Vuoi lavorare nell'ufficio stampa e presentare i notiziari… Non sognarlo nemmeno perché questo non si avvererà. Se vuoi lavorare, dovresti lavorare nel canale Al-Qur'an Al-Kareem (Corano TV)”.

Sabah poi aggiunge: “Adoro i notiziari, quindi perché devo lavorare in un altro settore, e perché mi è stato proibito? Perché le speranze e i sogni delle donne con il velo, che vogliono fare apparizioni mediatiche, vengono frantumati e rovinati dal canale ufficiale algerino?”

A causa di questo e per altri motivi nel campo dell'istruzione in cui lavorava, Sabah Boudras ha deciso di lasciare la sua patria e stabilirsi in Svezia, dove attualmente lavora nel settore dell'istruzione e crea notizie per i canali arabi da lì, in cui il velo non era visto come un ostacolo.

Se indossi il velo vieni licenziata

Tornata in Algeria, alcune giornaliste hanno deciso di indossare l'hijab per lavorare nella televisione di Stato algerina, ma è stato loro impedito di presentare notizie e persino programmi non giornalistici.

Naima Majer, una figura mediatica algerina, è la prima conduttrice della televisione algerina a indossare l'hijab, in particolare durante il mese del Ramadan nell'anno 1994. Ma le è stato poi impedito di apparire sullo schermo semplicemente perché indossava l'hijab.

Naima Madjer ha dichiarato in un'intervista a Raseef22:

I was very pleased with the appearance of Najwa Jedi wearing the hijab on state TV, a decision that we have been waiting for for many years, as the ban was the dominant position within the corridors of the television station.

Sono stato molto soddisfatto dell'apparizione di Najwa Jedi, che indossava l'hijab, sulla TV di Stato. Una decisione che aspettavamo da molti anni, poiché il divieto era un'imposizione dominante all'interno dei corridoi della stazione televisiva.

Aggiunge che questo aspetto “ci riporta al 1994 quando ho deciso di indossare l'hijab. A quel tempo, mi è stato impedito di continuare i miei programmi televisivi e le interviste per i quali c'era un pubblico, e mi sono accontentata del lavoro amministrativo all'interno dell'edificio televisivo. [Nonostante non sia più andata in onda], fino ad oggi, non mi sono pentita della decisione di indossare il velo.”

Ma, ha detto: “Ho rivissuto il dolore che le donne con il velo sentono in Algeria, ogni volta che ho cercato di soddisfare il loro desiderio di presentare sulla televisione pubblica. Sono pronta a tornare a presentare e trasmettere notizie, a seguito della decisione della televisione di togliere il divieto del velo e con l'apparizione televisiva della presentatrice Hijabi Najwa Jedi.”

Ci sono molte giornaliste e personaggi mediatici della televisione algerina che sono state sospese dall'apparire sullo schermo a causa dell'hijab, in particolare Naima Madjer, Nassira Mazhoud, Iman Mahjoubi, Houria Harath e Sawsan ben Habib, secondo la piattaforma algerina Ouras.

L'emergere del velo sui notiziari della televisione pubblica algerina restituirà speranza alle laureate, e a coloro che amano il lavoro giornalistico, di poter accedere a questa istituzione mediatica pubblica.

Tuttavia, finché i regolamenti sono improvvisati e le decisioni sono arbitrarie, ci sono ancora timori di altre decisioni improvvisate che potrebbero venire in qualsiasi momento a vietare l'hijab, ancora una volta, senza alcuna base giuridica effettiva all'interno dell'istituzione.