Orgoglio o vergogna? Gli influencer russi e la guerra in Ucraina

Illustrazione creata da Global Voices.

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La guerra in Ucraina va avanti da ormai tre mesi, e la voce degli influencer russi a favore della guerra, orgogliosi e patriottici continua a sovrastare quella degli altri sulle piattaforme digitali in Russia. I russi residenti nel paese che osano esprimere vergogna nei confronti della guerra contro l'Ucraina rischiano la propria libertà e l'incolumità. Ci sono sentimenti forti da entrambi i lati. 

Sono pochi i sondaggi indipendenti circa le opinioni dei russi in merito alla guerra, e quei pochi che esistono non sono visti di buon occhio in un paese in cui qualsiasi forma di dissenso viene severamente repressa. Seppur limitata, i social media offrono una finestra sui dialoghi russi circa la guerra in Ucraina.

Le celebrità dei social media, i blogger famosi e gli imprenditori si rivolgono a un pubblico di milioni di persone quotidianamente tramite Instagram, Telegram e Vkontakte, e in misura minore anche tramite Facebook. Le persone riescono ad accedere ai siti bannati da Meta, come Instagram, tramite VPN.

I nostri ricercatori hanno analizzato a fondo le pubblicazioni di russi famosi per poter spiegare i loro punti di vista.

Punto di vista estremista

1. “I russi dovrebbero essere orgogliosi della propria nazione e di se stessi”

Apetti principali di questo punto di vista:

  • Si riscontra principalmente su Instagram, Telegram e Vkontakte.
  • È un pensiero ampiamente condiviso tra artisti e persone delle spettacolo russi.
  • I loro account Instagram sono verificati (ovvero, hanno la spunta blu vicino al nome), e hanno fino a un milione di follower.
  • All'inizio, questi influencer pubblicavano post contro la guerra, ma hanno poi cambiato opinione iniziando a condividere idee nazionaliste come reazione, stando a quanto dicono, al sentimento anti-Russia degli ucraini. Un hashtag popolare è #мненестыдно [ru] (#nonmenevergogno). 

Esempi in cui si riscontra questo punto di vista:

La produttitrice russa di musica pop Yana Rudkovskaya ha pubblicato su Instagram una foto patriottica della sua famiglia nei primi giorni dell'invasione. Quando la Russia ha invaso l'Ucraina, gli ucraini hanno inondato i social media di messaggi che ritraevano i russi in modo negativo. I russi hanno reagito online con un forte senso di patriottismo. (Leggi di più sul significato e sul contesto di questo post qui).

Screenshot del post di Instragram di Yana Rudkovskaya.

Da allora, Rudkovskaya non ha più parlato della guerra, ma ha piuttosto iniziato a fare bella mostra del suo stile di vita sfarzoso. Il rapper russo Timur Ildarovich Yunusov, noto come Timati [it], condivide contenuti simili, che spaziano dal patriottismo (analisi approfondita qui) al lusso. 

L'ex deputata della Duma e attrice Maria Kozhevnikova continua a condividere contenuti patriottici. Pochi giorni dopo l'invasione militare, ha dichiarato che “non si vergogna di essere russa”, insinuando che la guerra sia stata istigata dall'occidente (analisi approfondita qui). Verso fine aprile, ha pubblicato la foto di una donazione ai fini dell'istruzione, presumibilmente per i bambini ucraini, affermando che i russi sono empatici e caritatevoli. I nostri ricercatori sottolineano che, sebbene il post mostri “una giusta causa, non vi è alcuna riflessione sul perché ci sia bisogno di questi aiuti in primo luogo, e scagiona i russi da qualsiasi colpa” (analisi approfondita qui). Alcuni vanno oltre, come “l'imprenditrice e speaker motivazionale” Polina Kitsenko, che ha paragonato i sentimenti anti-russi al “neofascismo”. Secondo lei, i russi sono vittime di persecuzione (analisi approfondita qui).

Screenshot del post di Instagram di Nastya Ivleeva.

La conduttrice televisiva e blogger Anastasia Vyacheslavovna Ivleeva, conosciuta come Nastya Ivleeva, ha cambiato opinione online nel corso del tempo. Di fronte ai suoi 19 milioni di follower, ha apertamente chiesto [ru] alla Federazione Russa di terminare le ostilità. Un paio di settimane dopo, ha dichiarato che i russi non hanno nulla di cui vergognarsi in risposta alla giornalista Ilia Krasilshchik, che in un articolo per il New York Times ha scritto che “la Russia ha fallito” in quanto nazione (analisi approfondita qui).

Il travel vlogger ucraino Anton Ptushkin, ex collega in affari e amico stretto di Ivleeva, è andato nella direzione opposta e ha iniziato a dedicarsi [uk] interamente al reportage di guerra.

Leggi qui altri articoli relativi a questo punto di vista

2. “L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è motivo di vergogna per i russi”

Apetti principali di questo punto di vista:

  • Si riscontra principalmente su Facebook e, in misura minore, su Instagram e Telegram. Non si riscontra per niente su Vkontakte. 
  • Post pubblici di critica e contro la guerra, inclusi quelli che esprimono vergogna, sono considerati un tradimento nei confronti dello Stato da parte dei funzionari e dei sostenitori della guerra, il che li rende pericolosi. Chi esprime queste opinioni rischia l’arresto immediato e fino a 15 anni di carcere.
  • Facebook è notoriamente un posto in cui si concentrano i russi a favore della democrazia. Non avendo un vasto pubblico sul social, è spesso chiamato “уютный фейсбучек” (“il piccolo accogliente Facebook”).
  • Queste idee sono promosse da: femministe, attivisti dei diritti umani, economisti, imprenditori, attori e scrittori russi, alcuni dei quali si trovano in esilio o sono esposti a minacce e denunce. Il loro pubblico varia dalle migliaia alle diecimila persone.
  • Molti post che mostravano sentimenti forti di vergogna sono spariti nei mesi scorsi, ma molti di quelli che condividono questo punto di vista continuano a scrivere contro la guerra.
  • Alcuni contenuti contro la guerra sono stati rimossi, come questo articolo.

Esempi in cui si riscontra questo punto di vista:

Screenshot del post di Natalya Oshemkova su Facebook.

Subito dopo l'invasione a febbraio, alcuni russi hanno condiviso sentimenti forti di vergogna, come lo studioso e amministratore finanziario Andrei Movchan (analisi approfondita qui) e l'attrice Kseniya Aleksandrovna Rappoport (analisi approfondita qui).

L'attivita russa per i diritti umani Maria Eismont ha dichiarato che la guerra brutale in Ucraina è stata possibile solo a causa della sopressione del libero pensiero da parte dello stato russo (analisi approfondita qui). Mitya Aleshkovskiy, ex direttore di una grande organizzazione benefica, ha affermato che tutti i russi sono personalmente responsabili per la guerra in Ucraina. In seguito all'emergere di prove delle atrocità commesse dai russi nella città ucraina di Bucha a inizio aprile, ha scritto che è stata la mancanza di riflessione storica e di destalinizzazione a portare alla guerra. Per lui, quando si tratta del loro passato i russi hanno nascosto la testa sotto la sabbia, e da questo è nata la guerra (analisi approfondita qui).

Da un punto di vista puramente femminista, la psicologa Natalya Oshemkova ha scritto a inizio aprile che le atrocità russe a Bucha sono orripilanti ma non sorprendono, in quanto le femministe hanno sempre osservato la violenza brutale del patriarcato russo all'interno del Paese per anni (analisi approfondita qui). Oshemkova continua a scrivere post di riflessione riguardo la guerra sul suo profilo di Facebook. 

Screenshot del post di Evgeny Chichvarkin su Facebook.

L'imprenditore Evgeny Chichvarkin [it], considerato l'uomo sotto ai 35 anni più ricco della Russia per aver fondato “Euroset”, la più grande rete russa di comunicazione cellulare, attualmente residente in esilio a Londra, ha criticato duramente la guerra. Nel suo primo post dopo l'invasione afferma di “non aver mai provato così tanta vergogna in vita sua” (analisi approfondita qui). Pubblica di continuo post contro la guerra sul suo profilo di Facebook.

Leggi qui altri articoli relativi 

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