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Cinque voci del giornalismo indipendente che hanno scosso Cuba 

Categorie: America Latina, Cuba, Citizen Media, Donne & Genere, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi

Disegno di Global Voices con Canva.

Questo articolo è stato scritto da un autore/autrice a Cuba che ha usato, per la sua sicurezza, lo pseudonimo di Luis Rodriguez.

Il 3 maggio è stata celebrata la Giornata mondiale della libertà di stampa, il cui significato, a Cuba, è alto. In un paese dove la libertà di stampa è ridotta e l'accesso ai media indipendenti è ristretto [1] [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], questi cinque giornalisti hanno fatto colpo sulla scena mediatica di Cuba grazie alle loro prospettive differenti e indipendenti.

1. Yoani Sánchez

Foto: Wikimedia commons [2], con licenza CC BY-SA 2.0 [3]

Durante i primi anni del nuovo millennio, quando la disponibilità di internet a Cuba era ridotta e quando non esistevano nemmeno i social network, il blog Generación Y amministrato da Yoani Sánchez ha avuto un notevole impatto sullo scenario mediatico cubano. 

Ancora quando era praticamente sconosciuta nel suo paese, le sue collaborazioni giornalistiche per media internazionali come The Huffington Post ed El País erano caratterizzate dal suo sguardo critico nei confronti della realtà dell'isola. In quegli anni le conseguenze della crisi economica [4] degli anni novanta erano ancora visibili nella vita quotidiana dei cubani.

Il 2002 rappresentò una svolta nella sua carriera, dopo aver fondato, insieme ad altri suoi colleghi, la rivista Consenso. Cominciò a lavorare per il portale Desde Cuba [Da Cuba, N.d.T.], fino a quando, infine, nell'aprile del 2007 fondò il suo blog personale, Generación Y, esperienza che la fece conoscere a tutto il mondo. Durante tutto questo tempo fu oggetto di minacce, interruzioni del servizio internet e detenzioni arbitrarie. 

La sua notorietà internazionale fu tale che la rivista Times selezionò [5] [en] Yoani Sánchez nel 2008 tra le 100 persone più influenti del mondo.

Nel 2009 salì sul palco durante una performance artistica dell'artista cubana Tania Bruguera pronunciando un discorso sulla libertà di espressione a Cuba e la censura di internet. Le immagini [6] di questa azione, terminata con l'intervento delle forze di sicurezza dello stato, fecero il giro del mondo. Nello stesso anno, Yoani Sánchez inviò ai leader politici del tempo, il presidente statunitense Barack Obama e Raúl Castro di Cuba, una lettera con dieci domande. Le risposte di Obama furono pubblicate nel blog Generación Y, ma non ricevette mai risposte da Raúl. Obama, nella sua risposta, le dedicò [7] le seguenti frasi di elogio:

Tu blog ofrece al mundo una ventana particular a las realidades de la vida cotidiana en Cuba.

Il tuo blog offre al mondo uno sguardo particolare sulle realtà della vita quotidiana a Cuba.

Nel 2014 fondò il quotidiano digitale 14yMedio [8], il cui accesso, nell'isola, è limitato. L'apparizione di nuovi attori mediatici nel contesto cubano ha contribuito alla diminuzione del suo protagonismo politico e giornalistico, ma Yoani Sánchez continua la sua attività e costituisce un paradigma e un punto di riferimento fondamentale, perché ha offerto al giornalismo indipendente cubano un volto femminile e una notorietà internazionale. 

2. Fernando Ravsberg

Un capitolo nella storia della stampa cubana indipendente è rappresentato dal lavoro realizzato nel corso di molti anni da Fernando Ravsberg, uruguaiano residente a Cuba e corrispondente dall'isola per la BBC, che catturò l'attenzione del pubblico cubano con le sue cronache sulla realtà dell'isola, caratterizzate da una trattazione critica e profonda, pubblicate nel suo blog Cartas desde Cuba [9] [Lettere da Cuba, N.d.T.].

Era considerato un moderato da molti radicali in esilio e a Cuba veniva percepito come un dissidente nei confronti del potere ufficiale; in non poche occasioni questo corrispondente raccontò di quanto difficile era informare obiettivamente sulla realtà cubana, perché le visioni su Cuba sono abbastanza estreme nel contesto internazionale. Determinati media controllati dalla sinistra sono soliti minimizzare la crudele realtà dell'isola, sminuendo l'oppressione e le disuguaglianze economiche, mentre altri in esilio sono soliti, in certe occasioni, distorcere e manipolare determinati fatti.

Per Ravsberg, trovare un equilibrio tra questi due poli estremi è abbastanza difficile. In questo senso, i suoi contributi giornalistici su Cuba durante le prime due decadi del nuovo millennio hanno offerto le sfumature mediatiche di cui la stampa aveva bisogno in merito alla realtà dell'isola. 

Fernando Ravsberg: Cartas desde Cuba è morto in combattimento.

Per lui, che si trovava a Cuba da 22 anni in qualità di inviato, fu un duro colpo che il regime non ratificasse le sue credenziali come corrispondente nell'isola, impedendo di fatto la sua permanenza nel paese e il suo lavoro a capo del blog. In un'intervista con il Miami Herald [13] ha affermato:

La cantidad de lectores que teníamos y los debates que se producían demuestran que hay un interés en la nación por que surja un periodismo diferente. Siempre habrá fuerzas que se resistan a lo nuevo. El hecho de ahogar económicamente a Cartas desde Cuba busca crear un precedente, pero no creo que puedan parar a todos los que están haciendo un periodismo diferente en estos momentos.

La quantità di lettori che avevamo e i dibattiti che nascevano dimostrano che nella nazione c'è un interesse per la nascita di un giornalismo differente. Ci saranno sempre forze che resistono al nuovo. Il fatto di soffocare economicamente Cartas desde Cuba cerca di creare un precedente, ma non credo che possano fermare tutti quelli che, in questo momento, stanno facendo del giornalismo indipendente.

3. Elaine Díaz

Foto: Flickr/ [14]Casa de América [15] con licenza CC BY-NC-ND 2.0 [16]

Elaine Díaz è una giovane giornalista che, negli ultimi anni, ha rinnovato in modo notevole il panorama del giornalismo indipendente a Cuba; è fondatrice e direttrice di Periodismo de Barrio [17] [Giornalismo di quartiere, N.d.T.], un media indipendente associato a Global Voices.

Le sue capacità giornalistiche e la sua esperienza con i servizi di informazione dell'agenzia Inter Press Service le hanno permesso di ricevere diverse borse di studio in giornalismo negli Stati Uniti, come nel caso della Nieman Fellow della Nieman Foundation for Journalism dell'Università di Harvard, tra le altre. Collabora [18] con Global Voices dal 2010.

È autrice del blog La polémica digital [19] e, tra i suoi lavori giornalistici più famosi degli ultimi anni, si trovano le diverse interviste che ha realizzato, insieme agli altri giornalisti che collaborano con Periodismo de barrio, a numerosi artisti intervenuti alle proteste del 27 novembre 2020 [20] a Cuba, come il regista Fernando Pérez [21]. Inoltre, ha fatto uscire dall'oscurità e dato voce a persone incarcerate per aver partecipato alla rivolta dell'11 luglio 2021 [22], con un punto di vista giornalistico libero e spogliato della manipolazione e della retorica che caratterizzano i media ufficiali che hanno affrontato il tema a Cuba negli ultimi anni. In questo senso, Periodismo de Barrio ha dato al giornalismo cubano una ventata di ossigeno. 

4. Carlos Manuel Álvarez

Carlos Manuel Alvarez, che studiò giornalismo all’Università dell'Avana [23], appartiene alla nuova generazione del giornalismo indipendente cubano   emersa negli ultimi anni con un vigore straordinario. Riesce a coniugare la sua passione per il giornalismo, la letteratura e l'attivismo di opposizione, come membro del Movimiento San Isidro [24](MSI), un collettivo artistico e sociale cubano. Come altri giornalisti, Carlos Manuel Álvarez aveva lavorato il precedenza per media ufficiali, ad esempio come editorialista di Cubadebate [25].

Nel novembre 2020 Carlos Manuel Álvarez è emerso dall'anonimato in un momento complesso, cioè durante il lungo sciopero della fame sostenuto da vari attivisti del MSI, come il pittore Luis Manuel Otero Alcántara e Maikel Castillo, che chiedevano la liberazione dal carcere dell'artista Denis Solís, oggi in esilio in Serbia. Álvarez tornò dal Messico e raggiunse la sede del MSI la notte che la Sicurezza di stato sgombrò a forza la sede del movimento e arrestò, oltre ai suoi principali leader, anche lui. 

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Nel 2016 è stato cofondatore della rivista letteraria El Estornudo [27] [Lo Starnuto, N.d.T.] e ha sostenuto una stretta collaborazione con media internazionali come New York Times, BBC, El País, The Washington Post e Al Jazeera

In un'intervista concessa al media indipendente Diario de Cuba si riferì [28] all'importanza che ha avuto la stampa indipendente cubana: 

Lo curioso de estos medios de prensa y (…) censuras similares o peores incluso, es que uno no solo está trabajando para el presente, que es la razón de ser del periodismo, sino que va generando una especie de memoria histórica. 

Hemos estado acostumbrados en estos últimos años a ir trabajando a contracorriente desde un lugar muy periférico, dentro de acoso, censura, vigilancia y demás, y si hay alguien que está preparado para un contexto como éste es el sistema de la prensa independiente cubano, con que no los agarra de sorpresa estar en esa situación casi de guerrilla.

Il fatto curioso su questi media della stampa e (…) simili o anche peggiori censure, è che uno non sta solo lavorando per il presente, che è la ragione d'essere del giornalismo, ma produce anche una specie di memoria storica. In questi ultimi anni siamo stati abituati a lavorare controcorrente da luoghi molto periferici, tra le molestie, la censura, la sorveglianza e ancora altro e, se c'è qualcuno che è preparato per un contesto come questo, è il sistema della stampa indipendente cubana, per cui non si viene presi di sorpresa nel trovarsi in questa situazione quasi di guerriglia.

5. Abraham Jiménez Enoa

Foto: Wikimedia Commons [29], previa licenza CC BY-SA 4.0 [30]

Abraham Jiménez Enoa ha portato uno sguardo fresco, critico e rigoroso sulla realtà cubana. È un giovane cubano con radici africane laureato in giornalismo alla Facoltà di Comunicazione dell'Università dell'Avana, oltre che cofondatore del El Estornudo, ma con i suoi articoli ha anche collaborato con media come The New York TimesBBC WorldAl JazeeraVice NewsGatopardo e Univisión, tra gli altri media di comunicazione internazionali. A Cuba, la sua cronaca ‘El cazador’ (Il cacciatore) è stata inclusa nell'antologia ‘La Encrucijada [31]‘ (Il bivio).

Riesce a condividere le sue opinioni su Cuba in modo chiaro e trasparente senza intellettualizzare i suoi interventi e senza sottrarre densità analitica.

Attualmente, la sua rubrica [32] per il quotidiano Washington Post ha avuto un notevole impatto sull'isola e altrove, come assiduo collaboratore di Cadal [33] con articoli di opinione. Negli ultimi anni ha pubblicato testi intensi sulle recenti proteste a Cuba, la situazione dei diritti umani e la crisi migratoria, tra gli altri temi che hanno scosso il potere politico.