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Collettivi del Pacifico celebrano la Settimana degli oceani: stop alle estrazioni nei fondali marini profondi

Categorie: Asia orientale, Oceania, Fiji, Indonesia, Nauru, Papua New Guinea, Tonga, Ambiente, Citizen Media, Giovani, Politica, Relazioni internazionali, Green Voices
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“Vietare le attività estrattive nei fondali marini profondi”. Foto [1] dalla pagina Facebook di Oxfam in the Pacific. Usata con autorizzazione.

Numerosi gruppi [2] [en, come tutti i link successivi] della regione dell'oceano Pacifico hanno celebrato l'Ocean Week (settimana degli oceani) e la Giornata Mondiale degli Oceani l'8 giugno scorso, facendo appello ai governatori di opporsi alle attività estrattive nei fondali marini profondi.

Questa pratica comporta l'estrazione di minerali dal fondale oceanico, così minacciando la vita e l'ecosistema marini. A causa del suo impatto potenzialmente enorme, l'International Seabed Authority delle Nazioni Unite sta compilando delle normative [3] contro le estrazioni dai fondali marini profondi, che potrebbero entrare in vigore nel luglio 2023. Finora le nazioni insulari di Nauru e Tonga si sono interessate [4] a prendere misure per vietare o limitare questa pratica.

Il collettivo regionale Pacific Blue Line sta contrastando attivamente le attività estrattive e avverte che inasprirebbero l'impatto grave del cambiamento climatico [5], che sta già devastando le comunità insulari in Oceana.

Pacific governments keen to pursue DSM have to ask themselves, to what extent are they willing to destroy the ocean’s life support system during a time of climate, and planetary emergency and in what is commonly known as the age of extinction. Our governments must ask themselves who stands to gain the most from the destruction of our ocean.

It would be beyond ironic if leaders of Pacific Island countries, which are already at the forefront of the impacts of climate change and facing existential threats to territorial integrity, allow themselves to be persuaded to mine the ocean floor, thereby pushing the world into the doomsday scenario.

I governi del Pacifico desiderosi di avviare queste attività estrattive devono chiedersi fino a che punto possono accettare la distruzione del sistema di sostentamento della vita dell'oceano in un periodo di emergenza climatica e del pianeta, nella cosiddetta era dell'estinzione. I nostri governi devo chiedersi chi guadagnerà di più dalla distruzione del nostro oceano.

Sarebbe davvero ironico se i leader degli Stati insulari del Pacifico, che si trovano già a subire per primi gli impatti del cambiamento climatico e che stanno affrontando minacce esistenziali per l'integrità del territorio, si facessero persuadere ad avviare le estrazioni dal fondale oceanico, spingendo così il mondo verso uno scenario apocalittico.

È stata lanciata una petizione [6] per mobilitare l'opposizione pubblica contro le attività estrattive. Quest'iniziativa è promossa dall'Alleanza dei parlamentari del Pacifico per le Estrazioni dai fondali marini profondi, che ha emesso un comunicato sottolineando i retaggi coloniali distruttivi [7] nella regione e come le estrazioni aggraverebbero lo sfruttamento territoriale mascherandolo da sviluppo.

Recent Pacific history is replete with experiences of exploitation under the guise of social and economic development pathways that, in reality, involved frontier industries that were inherently experimental. Decades of atmospheric and underground or submarine nuclear testing, terrestrial mining and other land-based extractive industries are pertinent examples. Such historical exploitation holds much responsibility for the realities of many Pacific Islands societies today; realities that serve to shrink our options and entice our countries to repeat unsustainable patterns of economic development.

La storia recente dell'oceano Pacifico è ricolma di esperienze di sfruttamento mascherate da percorsi di sviluppo sociale ed economico che, in realtà, erano fatte di industrie all'avanguardia intrinsecamente sperimentali. Decenni di test nucleari atmosferici e sotterranei o sottomarini, miniere e altre industrie estrattive terrestri sono esempi azzeccati. La responsabilità delle situazioni di molte società insulari del Pacifico è di questo sfruttamento storico; situazioni che servono a ridurre le possibili alternative e a invogliare i nostri Paesi a ripetere schemi insostenibili di sviluppo economico.

Durante l'Ocean Week all'inizio di giugno, Pacific Blue ha organizzato conferenze e webinar [8] per spiegare come le estrazioni dai fondali marini profondi distruggerebbero non solo l'ambiente, ma anche lo stile di vita delle comunità insulari.

Fantastici guerrieri dell'oceano condividono i loro punti di vista sullo stato degli oceani e perché è importante rivitalizzarli e difenderli con azioni collettive nonostante il crescente degrado oceanico della collettività @pacificblueline #VietarePerProteggere #GuardieDelCorpoOceaniche #GiornataMondialeDegliOceani2022 pic.twitter.com/Tdr3otosUt [14]

Al posto delle attività estrattive, i collettivi del Pacifico hanno svelato un programma alternativo [16] che promuove un'economia “blu”, focalizzata sulla protezione dell'oceano e sullo sviluppo dal basso.

Diamo il via a una settimana di celebrazione del nostro oceano. #PRNGO+, @UtoNiYaloTrust, @lotupasifika, @Pacific_2030 & partner oggi hanno ospitato una veglia di preghiera per lanciare il report sull'economia blu del collettivo. Questo documento presenta le criticità delle organizzazioni di società civile del #Pacifico sulla questione della #BlueEconomy. pic.twitter.com/yabZAXM0cY [23]

Per celebrare la Giornata Mondiale degli Oceani, le organizzazioni della società civile di tutto il Pacifico hanno organizzato proteste ed eventi [25] per riflettere sulla crescente opposizione alle attività estrattive dai fondali marini profondi. Nella Papua Occidentale, in Indonesia, giovani volontari hanno organizzato una pulizia della costa dai rifiuti [26] e hanno promosso la petizione contro le estrazioni.

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Giovani papuani si impegnano a contrastare le attività estrattive dai fondali marini profondi. Foto [27] dalla pagina Facebook di Youngsolwara.

Nelle isole Fiji, il Consiglio delle Chiese ha riunito molte persone e gruppi nell'ambito della campagna contro le estrazioni dai fondali marini profondi:

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Un'attività di gruppo per festeggiare l'Ocean Week. Foto [28] dalla pagina Facebook del Pacific Conference of Churches.

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“Fermiamo i crimini nell'oceano”. Foto [29] dalla pagina Facebook del Pacific Conference of Churches.

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Pulizia della costa dai rifiuti vicino all'University of South Pacific. Foto [30] dalla pagina Facebook del Pacific Conference of Churches.