Donne afghane: finalmente un libro che parla dall'interno della società

Kabul, Afghanistan, 2004. © Ivan Sigal, used with permission.

Khojasta Sameyee è una giovane scrittrice afghana che ha appena pubblicato un libro chiamato “The Mountains Have Witnessed: The Story of a Girl Who Dared for More” (Le montagne ne sono testimoni: Storia di una ragazza che ha osato per avere di più) [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]. Il libro, che Sameyee ha scritto in inglese insieme a suo fratello, parla della storia di una ragazza afgana, proveniente da un villaggio, che è più che determinata ad andare a scuola e ricevere un'istruzione. Negli anni ci sono state numerose pubblicazioni realizzate da stranieri [it] riguardanti la vita delle donne afghane, che hanno portato un punto di vista esterno e spesso contenente distorsioni, con questo libro viene finalmente offerto un punto di vista afghano sul tema. Global Voices ha intervistato Sameyee tramite e-mail per chiederle della sua esperienza e del suo punto di vista.

Global Voices (GV):  Puoi descriverci com'è la vita delle ragazze nell'Afghanistan rurale?

Khojasta Sameyee (KS):  Le donne e ragazze afghane sono state testimoni di miglioramenti riguardanti le loro condizioni di vita quando la comunità internazionale è ritornata in Afghanistan dopo il 2002, eppure questi cambiamenti non hanno ancora raggiunto tutto il paese. Nelle aree rurali, vi è meno possibilità da parte di ragazze e donne di accedere all'istruzione, soprattutto a causa della sicurezza, considerando che molte scuole sono state distrutte, bruciate e chiuse dai talebani e da altri gruppi terroristici. La percezione generale nelle comunità rurali è che le donne siano state create per restare a casa, dunque non c'è interesse nel ricevere un'istruzione o nello sviluppare una propria personalità. Molte famiglie nei villaggi si vergognano di avere delle figlie femmine.

GV: Cosa ne pensa una famiglia tradizionale che abita in queste aree dell'educazione delle ragazze?

KS: Molte famiglie che vivono nelle comunità rurali hanno pensieri negativi sull'educazione delle ragazze. Consentono alle ragazze di andare a scuola e imparare fino al primo o secondo anno delle scuole medie, ma non oltre, perché secondo la loro percezione, il luogo di una ragazza è la casa. Molto spesso, le donne più anziane della famiglia, come le nonne, sono quelle che si oppongono di più: sfidano i propri figli per assicurarsi che le giovani ragazze non rovinino la reputazione della famiglia stando fuori casa a ricevere un'istruzione. Purtroppo questa è una forma di violenza sulle donne fatta da altre donne.

GV: Essendo una scrittrice afghana, qual è stata la tua esperienza nel ricevere un'educazione, nello scrivere e descrivere la vita di queste giovani donne in Afghanistan? 

KS: Da ragazza, sono cresciuta in una famiglia istruita dove i miei genitori mi hanno sempre incoraggiata a fare qualsiasi cosa volessi. È grazie al loro incoraggiamento che sono chi sono oggi. Ma al di fuori non tutti mi supportavano: molti parenti hanno cercato di dire ai miei genitori di non farmi essere così socialmente attiva. Entrambi i miei genitori sono stati educati all'estero, loro stessi hanno sofferto di questi pensieri retrogradi e hanno lottato per i propri diritti. Sono loro i veri eroi per noi, i loro figli. 

GV: Qual è il ruolo delle donne nella letteratura afghana storicamente e più recentemente?

KS: Purtroppo, alcuni degli usi e costumi ancora esistenti hanno impedito alla letteratura femminile afgana di svilupparsi appieno, ma ci sono tracce di donne nella letteratura che arrivano al quarto secolo. Rabia Balkhi, che ha vissuto nel decimo secolo [it], viene considerata la prima poetessa e simbolo della letteratura femminile. Alcune donne hanno dovuto scrivere utilizzando pseudonimi, come Makhfi Badakhshi, nata nel tardo diciannovesimo secolo. È stata una scrittrice e poetessa molto influente, nonostante non potesse utilizzare il suo vero nome, Seyedeh Begum, per pubblicare i suoi lavori. Altri grandi poetesse e scrittrici dello stesso periodo includono Mahjoubeh Heravi e Forough Farrokhzad. Nomi più contemporanei includono invece Ziba Al-Nisa, Goharshad Begum, Mahjoubeh Heravi, Leila Sarahat Roshani, Nadia Anjoman, e Homeira Neghat Dastgirzadeh. Negli anni Settanta, questa generazione molto promettente è completamente scomparsa a seguito dell'invasione sovietica e dell'arrivo dei talebani. Oggi, Humaira Qaderi è una delle più famose e rare poetesse che ancora riescono a far sentire la propria voce.

GV: L'Afghanistan è stato in guerra per più di quattro decadi. È ben noto che le donne siano spesso le prime vittime dei conflitti armati. Qual è la tua più grande preoccupazione per le donne in questo momento in cui c'è ancora un'altra transizione politica e c'è violenza?

KS: La mia più grande preoccupazione è che le donne afghane perderanno vent'anni di traguardi duramente guadagnati. Gli standard di vita delle donne afghane nei centri urbani sono cambiati gradualmente. Ora hanno la propria voce, possono prendere le proprie decisioni e avere una loro personalità. Ma nei contesti rurali il posto della donna nella società non è cambiato. Il nostro paese aveva bisogno di altri vent'anni di democrazia per far sì che questi cambiamenti diventassero istituzionalizzati a livello rurale e che le nostre donne afghane nei distretti e nei villaggi fossero in grado di beneficiarne. Dopo l'ultima transizione politica, sono preoccupata che i traguardi che le donne hanno raggiunto tornino di vent'anni indietro. Non gli sarà più permesso di andare a scuola e all'università. Il nuovo governo non darà loro un ruolo per lo sviluppo del paese. In più, l'indipendenza economica è in pericolo.

Ora vediamo che le donne stanno protestando contro i talebani ad Herat e Kabul, vogliono i loro diritti, avere uguali opportunità e una quota dei posti nel governo come gli uomini. Questo per i vent'anni di lotte. Secondo i talebani, le scuole dovrebbero essere aperte solo alle ragazze che vanno dalla prima elementare alla seconda media, mentre le ragazze più grandi dovrebbero rimanere a casa. Per le università, hanno annunciato che tutte le studentesse dovrebbero indossare abiti lunghi e neri e dovrebbero coprire i propri volti. I talebani stanno cercando e uccidendo tutte le attiviste della società civile, poliziotte, attiviste di diritti umani e altre donne che avevano un ruolo attivo nel governo precedente. I talebani non hanno intenzione di dare alle donne nessun ruolo all'interno del loro governo. Hanno inoltre scoraggiato le dipendenti statali a tornare nei loro uffici fino a quando non gli viene notificato. Le donne afghane stanno per vivere un altro periodo buio e saranno nuovamente private dei loro diritti.

GV: Hai scritto questo libro con tuo fratello, e in inglese, che non è la tua lingua madre. Raccontaci di più di questa scelta inusuale, e quali sono state le più importanti sfide nello scrivere un libro in una lingua straniera? Perché hai scelto l'inglese?

KS: La ragione principale per cui abbiamo scritto in inglese è la possibilità di diffondere più facilmente in tutto il mondo la situazione dei cittadini afghani, in particolare delle donne e ragazze. Scrivendo questo libro in inglese, lingua mondiale, abbiamo puntato a ricordare alle persone di essere grate per la vita che hanno, per le opportunità e i diritti che hanno. Perché in Afghanistan la maggior parte delle persone è privata dei propri diritti primari: andare a scuola, avere una voce, e in definitiva, essere se stessi.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.