Hong Kong vieterà i film e punirà le proiezioni non autorizzate per motivi di “sicurezza nazionale”

Fermo immagine tratto dal trailer di “Revolution of our Times” su Youtube.

Il seguente articolo è stato scritto da Kelly Ho ed è stato pubblicato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sull'Hong Kong Free Press il 27 ottobre 2021. È stato ripubblicato su Global Voices nell'ambito di un accordo di partenariato sui contenuti.

Il legislatore di Hong Kong ha approvato un disegno di legge che consentirà al governo di impedire nella città la proiezione o la pubblicazione di film considerati contrari alla sicurezza nazionale. Chiunque mostri un film non autorizzato rischia fino a tre anni di carcere e una sanzione da 1 milione di dollari di HK (circa 130,000 dollari USA).

Gli emendamenti proposti all'Ordinanza sulla Censura Cinematografica sono stati approvati il 28 ottobre, con l'enorme sostegno da parte dei legislatori pro-establishment durante la loro ultima riunione del sesto mandato del Consiglio legislativo (LegCo).

La nuova legge richiederà alla censura cinematografica di Hong Kong di valutare se la proiezione di un dato film sia “contraria” agli interessi di sicurezza nazionale prima di acconsentire che questo venga pubblicato sul territorio.

Attraverso questa nuova legge, il segretario capo della città (attualmente John Lee, un ex poliziotto), membro del Comitato sulla Sicurezza Nazionale, otterrà pieni poteri per revocare le approvazioni in qualsiasi momento, se ritiene che la presentazione di un film possa rappresentare un danno alla sicurezza nazionale.

Un ispettore autorizzato dall'agenzia di censura potrà anche fare irruzione e perquisire i locali senza un mandato se si sta cercando di bloccare la proiezione o la pubblicazione di un film non autorizzato, nel caso in cui non fosse “ragionevolmente fattibile” ottenere un mandato.

Saranno imposte pesanti sanzioni a chi presenterà film non ancora approvati dalle autorità, infatti il reato sarà punibile con un massimo di tre anni di carcere e una multa da 1 milione di dollari di HK.

I censori cinematografici locali potranno chiedere fino a 28 giorni per rivedere i film che potrebbero intaccare la sicurezza nazionale. I registi non potranno contestare la decisione dell'organo di censura, poiché la nuova legislazione impedirà al Consiglio di Revisione di riconsiderare le decisioni prese per motivi di sicurezza nazionale.

Le nuove clausole sono state dettate mesi dopo che il direttore di Hong Kong Kiwi Chow ha debuttato [it] con il suo documentario “Revolution of Our Times” [Rivoluzione dei nostri tempi] al Festival di Cannes a luglio. Il film sulle proteste contro il disegno di legge anti-estradizione del 2019 [it] non fu proiettato a Hong Kong ed è stato criticato [zh] dai giornali locali pro-Pechino in quanto a sostegno dell'indipendenza, un grave reato ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale.

Altri documentari relativi ai disordini del 2019, tra cui “Inside the Red Brick Wall” [Dentro il muro di mattoni rossi] sull'assedio del Politecnico di Hong Kong, sono stati ritirati dal commercio.

Nell'esortare i legislatori ad approvare il disegno di legge, il governo ha comunicato in un documento della LegCo la presenza di film rappresentanti offese contro la sicurezza nazionale e ritraenti “gravi comportamenti criminali”. Il governo sostiene che il contenuto, il contesto e l'organizzazione generale di questi film significherebbero di fatto “appoggiare, glorificare o incitare” le persone a commettere tali atti – in modo particolare nei confronti dei giovani, facilmente impressionabili.

Al momento, alcuni film giudicati politicamente sensibili, come “Ten Years” [Dieci anni], sono disponibili su siti e piattaforme di streaming come Netflix. Alcuni legislatori come Luk Chung-hung della Federazione dei Sindacati di Hong Kong ha suggerito al governo di aggiornare le leggi per colmare questo “vuoto giuridico”.

“Il quadro dell'ordinanza è obsoleto… Temo che questa possa diventare una grave scappatoia in futuro”, ha dichiarato Luk.

In risposta, il Segretario per il Commercio e lo Sviluppo Economico Edward Yau ha affermato che l'ipotesi di regolamentare anche i film visualizzabili online andrebbe oltre lo scopo del disegno di legge. Ha dichiarato che il governo necesserà di maggior tempo per considerare “attentamente e esaurientemente” l'aggiunta di ulteriori cambiamenti al sistema di censura locale.

Quando viene chiesto se YouTube o altre piattaforme online saranno interessate da tale legislazione, un portavoce dell'Ufficio per il Commercio e lo Sviluppo Economico ha riferito all'Hong Kong Free Press in agosto che “altre” leggi si applicano a internet.

“Le trasmissioni [TV] e Internet sono soggetti ad altre leggi e regolamenti. Se un atto costituisce un crimine o altro dipenderà dalle sue circostanze e prove specifiche e non può essere considerato in modo isolato o generalizzato”, hanno dichiarato.

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