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La richiesta di un giornalista uiguro: fate finire la sofferenza della mia famiglia, che dura da decenni

Categorie: Cina, Censorship, Citizen Media, Diritti umani, Etnia, Media & Giornalismi, Politica, Relazioni internazionali, Religione, The Bridge

Shohret Hoshur parla ad un evento a New York nel 2013 dove ha ricevuto una medaglia [1] per una storia pubblicata nel 2012 su Radio Free Asia, oto intitolata ‘sento i bimbi che piangono per la libertà.’ Foto fornita dall'autore ed usata con licenza.

Nel maggio 2022, alla vigilia di una visita della delegazione ONU guidata da Michelle Bachelet, Alto Commissario ONU per i diritti umani, a Xinjiang [2] [it], la regione autonoma della Cina nordoccidentale, il giornalista uiguro-americano Shohret Hoshur ci ha sollecitati a pubblicare questa lettera aperta al capo della delegazione ONU. Poiché si tratta della prima visita effettuata da un commissario per i diritti umani in Cina negli ultimi 17 anni, tutti gli occhi sono puntati su di lei a fronte delle accuse di serie violazioni di diritti umani [3], [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] genocidio e crimini contro l'umanità [4] perpetrati contro gli uiguri e gli altri gruppi musulmani minoritari a Xinjiang.

Come si comprende chiaramente dalla lettera del sig. Hoshur, 11 membri stretti della sua famiglia sono stati arrestati, incarcerati o se ne sono perse le tracce — una storia comune a molte famiglie uigure e musulmane a Xinjiang. Fa appello alla sig.ra Bachelet per quanto riguarda giustizia, trasparenza e risolutezza, così come molte organizzazioni per i diritti umani la sollecitano ad aderire a tali principi [5]:

Cara signora Ms. Bachelet:

Mio fratello, Shawket Hoshur, aveva un sogno ricorrente durante la sua prima detenzione [6] ad Urumchi, la capitale della regione autonoma uigura di “Xinjiang” : “sognavo sempre che un gruppo di stranieri entrasse nella nostra cella e mi chiedesse ‘sei il fratello di Shohret Hoshur, il giornalista uiguro-americano?’”

Il 31 dicembre 2015, quando è stato rilasciato [7] dalla detenzione a seguito dell'interessamento al suo caso da parte del governo degli Stato Uniti, ha raccontato questo sogno a mia madre, Tuhan Musa. È stato rimesso di nuovo agli arresti [8] nel settembre 2017, insieme ad altri 11 membri della mia famiglia. Credo che tutti i miei parenti abbiano fatto questo sogno negli ultimi cinque anni. Purtroppo, anche mia madre, di 82 anni, adesso è con loro. Facevano questo sogno perché sapevano di essere stati incarcerati a causa del mio lavoro negli USA con Radio Free Asia (RFA). Si aspettavano che gli USA e le Nazioni Unite li avrebbero aiutati ad ottenere il rilascio, ma, fino ad ora, non lo hanno ottenuto. Spero che la Sua visita possa far avverare almeno il sogno di mia madre. 

Tuhan Musa, madre di Shohret Hoshur. Foto fornita dall'autore ed usata con licenza.

Come risultato di un intervento da parte del governo statunitense a mia madre è stato permesso, nel gennaio 2016, di mantenersi in contatto telefonico con me a condizione di non parlare di nulla che non fossero questioni di famiglia. Ho allora iniziato a parlare “legalmente” con mia madre che mi teneva al corrente della situazione degli altri miei parenti. Ho scoperto che, nel settembre ed ottobre 2017, il mio fratello maggiore Shawket ed il minore Rahim sono nuovamente stati incarcerati e portati un un cosiddetto “centro di addestamento vocazionale”. Mia madre ha detto che sono stati scelti per la “rieducazione” a causa di una telefonata che avevo fatto alla Contea di Ghulja (Yining). Quando ho chiesto come lo avesse saputo mi ha detto “mi hanno avvisata, ‘ci saranno ulteriori problemi se tuo figlio negli USA non smette di creare guai’.”

il padre, Hoshur, ed i fratelli di Shohret Hoshur, Tudaxun e Rexim. Foto fornita dall'autore, usata con licenza.

Avevo chiamato le autorità della contea di Ghulja nell'agosto 2017 e fatto conoscere [9] [zh] il quarto centro rieducativo [10] della contea. Si trattava della prima informazione chiara e dettagliata [11] ufficializzata su uno dei campi di detenzione di massa, e comprendeva posizione, nome, numero di studenti e i cosiddetti “crimini [12]” [zh] degli studenti.  Mia madre mi aveva poi informato che due nipoti e due cognati erano stati portati al centro di rieducazione tra il gennaio ed il marzo 2018. Quando ho parlato per l'ultima volta con mia madre nell'aprile 2018 il numero di miei parenti detenuti ammontava ad 11, e mi disse: “ora sembra che la prossima sarò io, perché hanno detto ‘hai superato il limite parlando con Shohret’; per favore, non chiamarmi per due mesi.”

La settimana precedente mia madre aveva detto: “la scorsa volta ho pianto molto (quando vennero arrestati i miei due fratelli). Quest'anno anche se sono state arrestate 10 persone della mia famiglia non ho pianto molto, perché stavolta stava avvenendo a tutte le famiglie dei dintorni. Mi sembra che condividere lo stesso problema con gli altri sia di conforto.” Questa sua dichiarazione sui dintorni potrebbe essere stata considerata dalle autorità come ‘superare il limite’ o rivelare un segreto di stato. Quando ho richiamato mia madre due mesi dopo ha risposto il nipotino ed ha detto che mia madre era stata convocata dalla polizia la settimana precedente e non era più tornata.

Tuhan Musa a Korgas County, regione autonoma uigura dello ‘Xinjiang’. Foto fornita dall'autore, usata con licenza.

Quindi, 11 membri della mia famiglia sono scomparsi e nessuno sa cosa succederà loro. Io ho scritto di questa situazione della mia famiglia al Dipartimento di Stato americano sin da fine 2017, ed ho chiesto alla Cina di fornire informazioni in merito a miei parenti, ma nessuno mi ha risposto.

Nell'estate 2021 ho saputo che mia madre era stata condannata ad otto ani di prigione a fine 2018 per aver fatto trapelare segreti di stato e fatto ostruzione al processo legale. La mia lettera all'ambasciata cinese di Washington chiedendo di confermare le accuse rivolte a mia madre non ha avuto riscontro.

Una settimana fa ho chiamato alcuni residenti della nostra città natale nella contea di Korgas per chiedere informazioni su mia madre. Uno dei residenti ha detto che la casa dove mia madre viveva non è stata sgomberata dalla neve per anni, cosa che fa pensare all'assenza di un qualsiasi adulto nella famiglia.

Credo fermamente che tutti i miei parenti scomparsi siano stati incarcerati come ritorsione al mio lavoro di giornalista per RFA. Mia madre ha 82 anni, mio fratello maggiore 62 ed i miei fratelli minori Tudahun e Rehim hanno problemi di salute (rispettivamente stomaco e polmoni). Di conseguenza sono estremamente preoccupato per il loro stato di salute. Sollecito lo staff delle Nazioni Unite ad ottenere informazioni sui miei 11 parenti, se siano vivi e, in questo caso, dove siano e perché e come siano stati puniti. Credo che investigare sul loro destino potrebbe aiutare la delegazione ONU a comprendere meglio la situazione uigura. La Cina non può negare che i miei parenti siano detenuti; tutte le informazioni in merito alla loro detenzione dovrebbero essere pubblicamente disponibili nei media internazionali. Inoltre, i miei parenti potrebbero avere il coraggio di dire la verità perché hanno beneficiato dei risultati di un'indagine straniera nel 2015 [7].

I genitori di Shohret Hoshur con il fratello maggiore Shawket. Foto fornita dall'autore, usata con licenza.

La Cina non si vendica solamente punendo i parenti di un giornalista americano, ma cerca anche di cancellare ogni speranza per milioni di persone nella regione facendo loro credere che il mondo esterno non si interessa a loro e non intende aiutarli. Per questo motivo, sollecito il gruppo di indagine delle Nazioni Unite ad inserire tutti i miei parenti, o alla peggio almeno mia madre (Tuhan Musa, 82 anni), tre fratelli (Shawket, 62 anni; Tudaxun, 48 anni; e Rexim, 46 anni) ed ex moglie (Peridem Abdurusul) nell'elenco delle persone che dovrebbero venire rilasciate dai campi in Cina.

Nel 2002 la mia ex moglie, Peridem Abdurusul, ed i nostri due figli sono stati arrestati all'aeroporto internazionale di Shanghai mentre stavano per partire per gli USA con documenti di immigrazione per il ricongiungimento famigliare. Non avevano potuto ottenere i passaporti a causa dei miei articoli pubblicati su giornali uiguri oltremare. Nel 2009 l'emittente appartenente allo stato cinese, CCTV, mi ha chiamato [13] [zh] provocatore per le sommosse popolari del 5 luglio a Urumchi [14] a causa dei miei reportage. Solo quest'anno il portavoce per la Cina, Zhao Lijian, mi ha chiamato [15] bugiardo a seguito della mia testimonianza [16] al Tribunale uiguro. [17]

So che la Cina non mi perdonerà o sospenderà le azioni di ritorsione contro la mia famiglia, ma spero che la nostra esperienza e la squadra di alto livello che Lei guiderà, unitamente alle indagini mirate che ha proposto, potranno aiutare a mettere fine agli anni di punizione immeritata dei membri della mia famiglia.

La ringrazio.

Shohret Hoshur