L'eredità della reporter colombiana uccisa continua a vivere

Murale in onore di María Efigenia Vásquez, realizzato dal collettivo di Iskra nella città di Popayán, utilizzato con permesso.

Nota dell'editor: questo profilo mostra la maggior parte delle minacce contro i reporter indigeni a Cauca (Colombia). La prima storia [it] riguarda l'impunità dei crimini contro i giornalisti, e la seconda [it], la situazione degli indigeni e la loro lotta per riferire alla comunità le battaglie per il territorio.

Era una domenica come tante, senza un accenno di problemi. María Efigenia Vásquez Astudillo e il suo partner John Miller, entrambi reporter indigeni dal sud della Colombia, presero la loro telecamera e andarono verso la riserva indigena di Kokonuko.

Il lavoro di Miller era registrare la protesta degli indigeni, della comunità di Kokonuko, e il loro successivo incontro con l'unità anti-sommossa della polizia, la Esmad. Gli eventi si sono svolti nella riserva di Kokonuko, a Puracé, una piccola città a due ore dalla più grande città di Popayán.

Miller ha riferito a Global Voices che lui e Efigenia Vásquez erano stati chiamati da persone del loro vicinato per documentare un possibile scontro con la polizia. La comunità di Kokonuko, si era riunita per protestare contro un progetto turistico privato, guidato da Diego Angulo, su quello che loro considerano il cuore della loro riserva (resguardo, in Spagnolo), che appartiene alla proprietà collettiva, secondo la legge Colombiana [es, come i link seguenti].

La mattina dell'8 ottobre 2017, la coppia era vicina all'entrata di Agua Tibia N.2, nella riserva, che è anche la sede dell'ecoturismo, della spa, dei bagni termali e della compagnia chiamata Centro de Turismo y Salud Termales Agua Tibia, di proprietà di Angulo.

Miller ha detto che stava registrando con la sua attrezzatura, come gli aveva detto Vásquez — senza distrazioni e concentrandosi sul possibile scontro tra la polizia e gli indigeni. Verso le tre, Vásquez ha suggerito loro di tornare a casa per prendersi cura dei suoi tre figli.

Mentre scendevano dalla montagna, lei improvvisamente lo ha guardato dicendo: “Vado da questa parte”. Andò dall'altra parte della montagna. Miller continuò a registrare.

Ha inquadrato un membro della Esmad sparare, ma non ha visto contro chi, e poi ha sentito i membri della comunità gridare aiuto. Immediatamente ha messo giù la sua telecamera e ha cercato di capire da dove venivano le urla.

John Miller (a destra) che mostra all'autore (a sinistra) la montagna dove Efigenia è stata uccisa dalle forze armate. Foto di Willian Mavisoy Muchavisoy, usata con il suo permesso.

Era scioccato quando ha visto il corpo di Vásquez disteso al suolo ed è andato verso di lei con altri membri della comunità. Nella strada sottostante, la Esmad stava ancora affrontando le persone e rendeva impossibile il passaggio dell'ambulanza.

Un guidatore, che passava per quella strada, ha trasportato Vásquez all'ambulanza così che potessero portarla all'ospedale più vicino. Tuttavia, in quella piccola città non c'erano abbastanza attrezzature, così l'hanno portata al Popayan’s Cauca, al Saint Joseph Hospital.

Durante il trasporto, Vásquez diceva, “Per favore non fatemi morire” e “Non dite ai miei genitori cos'è successo.” Qualche ora dopo, un'infermiera ha detto a Miller che non erano riusciti a salvarla. Era devastato — la sua amata e collega era morta per ferite da arma da fuoco. Il giorno dopo, l'istituto di medicina legale ha confermato la morte per un colpo di pistola.

Vásquez Astudillo, reporter indigena per radio Renacer Kokonuko, ex guardia indigena, e madre di tre bambini è morta mentre raccontava della lotta della sua comunità per riprendersi la loro terra. Anche se è successo quattro anni fa, la sua morte ha ispirato la comunità a continuare la lotta per la loro proprietà.

Combattere per la terra ancestrale

Recuperare la terra è fondamentale per i Kokonuko perché la loro identità affonda le radici nella madre terra.

Sulma Yace, un'autorità ancestrale Kokonuko, ha sottolineato la loro relazione con la madre terra. Ha anche detto che sono più impegnati a difendere Agua Tibia N. 2, da quando Vásquez è stata uccisa lì mentre stava raccontando della loro lotta comunitaria. Nel 2021, le comunità indigene protestano ancora contro la presenza della stazione termale di Diego Angulo nella loro riserva. 

Da parte sua, Jhoe Sauca, il rappresentante legale dei Kokonuko, al Consiglio Regionale Indigeno di Cauca (Cric, l'acronimo in spagnolo) ha detto a Global Voices perché è così importante recuperare Agua Tibia N.2: “per estendere la loro riserva; praticare i rituali tradizionali e rivendicare il diritto al territorio nel nome di Efigenia.”

Stazione della radio indigena della comunità Kokonuko. Foto di Willian Mavisoy Muchavisoy, usata con il suo permesso.

Visto che Vásquez è stata uccisa mentre faceva il suo lavoro, la Fondazione per la libertà di stampa (FLIP, l'acronimo in spagnolo) ha riferito a Global Voices che il procuratore generale della Colombia seguirà la procedura e terrà conto delle aggressioni della Esmad contro i giornalisti.

Tramite email, l'ufficio del procuratore generale ha risposto alla richiesta di Global Voices, informandoci che c'è un processo disciplinare aperto contro l'agente di polizia per la seguente condotta: “limitazione extra dei diritti e funzioni innominate.”

Anche se la giustizia sembra lontana per Vásquez, la sua eredità vive ancora. I suoi tre figli la ricordano come una madre amorevole, appassionata del suo lavoro alla stazione radio, e impegnata nella comunità indigena.

Sua madre, Ilda Astudillo, era felice perché sua figlia è diventata quello che voleva: un'emittente. Suo padre, Luis Vásquez, continua a ispirarsi ai suoi sogni di studiare giornalismo e legge, che lei non ha potuto realizzare.

John Miller, partner nel lavoro e nella vita, ha detto che nonostante questo evento fatale e i rischi che i divulgatori indigeni affrontano a Cauca, continuerà a riferire da Agua Tibia N.2. “Come diceva María Efigenia Astudillo: ‘Come posso correre, devo essere forte, avere personalità, e non posso permettermi di essere sconfitta”, ha detto ricordando.

“Dobbiamo agire seguendo il nostro pensiero”, ha aggiunto John.

Questa è la terza di cinque storie sui crimini contro i giornalisti in Colombia, in particolare sui giornalisti indigeni nella provincia di Cauca, supportati dalla Justice for Journalists Foundation (JFJ), un'organizzazione non governativa con sede a Londra. La JFJ finanzia indagini giornalistiche su crimini violenti contro gli operatori dei media e aiuta i giornalisti professionisti e cittadini a non correre troppi rischi.

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