Q&A con Beñat Garaio, attivista della lingua basca

Foto di Zaldi Ero su gentile concessione di Beñat Garaio

Come parte della nostra attuale serie che mette in evidenza il lavoro degli attivisti che promuovono le lingue europee minoritarie e regionali negli spazi digitali, vogliamo presentare Beñat Garaio (@BGaraio), che ha lavorato per promuovere la lingua basca organizzando eventi e iniziative, impegnandosi con le comunità della diaspora e partecipando alle attività di supporto in ambito accademico. Beñat vive nella comunità autonoma dei Paesi Baschi in Spagna.

Scopri di più su queste iniziative nella seguente intervista condotta per e-mail da Rising Voices.

Rising Voices (RV): Parlaci di te e del tuo lavoro legato a questa lingua [eu, come tutti i link successivi, salvo diverse indicazioni].

Beñat Garaio (BG): My young but active career has focused on the study of the revitalization and sociolinguistics of minority languages and the organization of awareness-raising and dissemination activities in both areas. I have organized or co-organized initiatives such as Hitz Adina Mintzo, HIGA (Summit for Young Speakers from Minoritized Languages) and Euskarabentura and I have been quite active publishing and sharing my academic works.

I was raised speaking Basque at home in my hometown (Gasteiz), but I was not using it with my friends or my daily life until I moved to Idaho (USA), where a large Basque community is based and I was amazed by their efforts to preserve their language. Back home, I started participating in different initiatives until I moved to London to get the MA Language Support and Revitalization at SOAS University and pursue an academic career as well. 

Since then, I have been involved in many initiatives but networking between language communities worldwide is what touches me the most.

Beñat Garaio (BG): La mia giovane ma attiva carriera si è incentrata sullo studio della rivitalizzazione e della sociolinguistica delle lingue minoritarie, oltre che sull'organizzazione di attività di sensibilizzazione e divulgazione in entrambi i settori. Ho organizzato e coordinato iniziative come Hitz Adina Mintzo, HIGA (un summit per i giovani parlanti delle lingue minoritarie) ed Euskarabentura, e sono stato piuttosto attivo nella pubblicazione e condivisione delle mie opere accademiche.

Sono cresciuto parlando il basco a casa nella mia città natale (Gasteiz) [it], ma non l'ho usato con gli amici o nella vita quotidiana finché non mi sono trasferito nell'Idaho (USA), dove risiede una grande comunità basca, ed ero affascinato dal loro impegno per preservare la lingua. Tornato a casa, ho cominciato a prendere parte a varie iniziative, fino a quando non mi sono trasferito a Londra per ottenere la laurea magistrale in rivitalizzazione delle lingue presso la SOAS University e proseguire poi la mia carriera accademica.

Da allora sono stato coinvolto in molte iniziative, ma ciò che mi sta più a cuore è fare rete con le comunità linguistiche sparse per il mondo.

RV: Qual è lo stato attuale della tua lingua online e offline?

BG: Basque is a quite vivid language in terms of language speakers, resources and possibilities to learn it and use it. However, this depends on the region as the Basque Country is divided into three regions (two in Spain and one in France) with different official recognition. Also, Basque speakers are a minority here and you might have large areas where Basque is barely spoken, whereas in some others Basque is the main language.

Online speaking, Basque is one of the top-languages in some of the most important websites (e.g. Wikipedia, Twitter, etc.), but we have an overwhelming content in Spanish, French and English, in comparison with Basque. 

I also speak Catalan and we share some of the challenges, although Catalan is doing better in some aspects (prestige, amount of speakers, etc.).

BG: Il basco è una lingua piuttosto viva in termini di parlanti, risorse e possibilità di impararla e utilizzarla. Tuttavia, questo dipende dalla regione, poiché i Paesi Baschi sono divisi in tre regioni (due in Spagna e una in Francia) con un riconoscimento ufficiale differente. Inoltre, i parlanti baschi qui sono una minoranza e ci possono essere grandi zone in cui il basco viene parlato appena, mentre in altre aree è la lingua principale.

Per quanto riguarda il suo utilizzo online, il basco è una lingue più utilizzate nei siti web più importanti (es.: Wikipedia, Twitter, ecc.), ma in confronto abbiamo una quantità schiacciante di contenuti in spagnolo, francese e inglese.

Parlo anche il catalano, lingua che col basco condivide alcune difficoltà, anche se la sua situazione è migliore sotto alcuni aspetti (prestigio, numero di parlanti, ecc.).

RV: Quali sono le tue motivazioni per vedere la tua lingua presente negli spazi digitali?

BG: I am doing research with children from areas where Basque is the main language and even in their case they are much more attracted by the content created in the USA, Italy, Korea, Argentina. We live in both spheres of our lives, let’s call them physical spaces and digital spaces, but we enjoy more the second one.

We, minoritized languages, must be visible and attractive online if we want to have a chance to preserve our language, identity and culture.

Obviously, we cannot compete against the latest release in English, but we have to find the way to make our language appealing. I am aware there is more life outside the Internet, but we really need to react fast in this matter: those kids I mentioned are already speaking English or Spanish from South America with their classmates and closest friends. That is my motivation, to be honest, but also, I really enjoy social networks and watching digital content and I would rather do that in my language.

BG: Sto conducendo una ricerca con bambini delle zone in cui il basco è la lingua principale e, anche nel loro caso, questi sono molto più attratti dai contenuti creati negli Stati Uniti, in Italia, Corea e Argentina. Viviamo in entrambe le sfere delle nostre vite, chiamiamole “spazio fisico” e “spazio digitale”, ma ci piace di più il secondo.

Noi, lingue minoritarie, dobbiamo essere visibili e accattivanti online se vogliamo avere la possibilità di preservare la nostra lingua, identità e cultura.

Ovviamente, non possiamo competere con le ultime uscite in inglese, ma dobbiamo trovare il modo di rendere la nostra lingua interessante. Sono consapevole che c'è molto al di fuori di internet, ma dobbiamo davvero reagire in fretta a questo problema: i bambini che ho citato parlano già inglese o spagnolo latinoamericano con i loro compagni di scuola e amici più intimi. Questa è la mia motivazione, a essere onesti, oltre al fatto che mi piacciono i social network e mi piace guardare contenuti digitali, per cui vorrei farlo nella mia lingua.

RV: Descrivi alcune delle difficoltà che impediscono alla tua lingua di essere utilizzata appieno online.

BG: Everything is in English, Spanish and to a lesser extent French and younger generations, at least, understand those languages with no problems. In fact, these languages do not have many stigmatizing tags as Basque could and learning, speaking and consuming content in these languages is perceived as normal and/or trendy.

A ‘small’ language community, such as Basque (700K speakers) is not big enough to convince big companies to produce much content in the minoritized language and even though our cultural capital is high, we could say there are not enough consumers for the content in Basque. That can be applied for music and literature, but also for movies, series, and social networks and so on.

We are very aware of this big challenge and I know there are many groups trying to revert the situation; even big corporations are coming to an agreement with Basque institutions to create content in Basque. So we will see how it goes, but I cannot be and I am not too pessimistic about the current situation.

BG: Tutto è in inglese, spagnolo e, in misura minore, in francese, e almeno le giovani generazioni comprendono queste lingue senza problemi. In effetti, non sono così stigmatizzate come potrebbe essere il basco, per cui imparare e parlare queste lingue e usufruire dei loro contenuti viene percepito come qualcosa di normale e alla moda.

Una ‘piccola’ comunità linguistica come quella del basco (700mila parlanti) non è abbastanza grande per convincere le grandi compagnie a produrre molti contenuti nella lingua minoritaria e, nonostante il nostro capitale culturale sia elevato, potremmo dire che non ci sono abbastanza consumatori per i contenuti in lingua basca. Questo vale non solo per la musica e per la letteratura, ma anche per i film, le serie tv, i social network e così via.

Siamo molto consapevoli di questa enorme sfida e so che ci sono molti gruppi che cercano di invertire la situazione; anche le grandi società stanno giungendo a un accordo con le istituzioni basche per creare contenuti in lingua basca. Quindi vedremo come andrà, ma non posso essere e non sono troppo pessimista per quanto riguarda la situazione attuale.

RV: Quali atti concreti pensi che si potrebbero fare per incoraggiare i giovani a imparare la tua lingua o continuare a usarla?

BG: First of all, younger generations should have the opportunity to learn Basque since they are 3 years-old until they finish university, as this is not possible everywhere. Basque speakers should be able to use our language in any given situation and non-speakers must be capable of, at least, understanding the language and not forcing Basque speakers to switch to Spanish or French in those cases.

Basque should be seen as both more attractive and necessary in order to gain more prestige and institutions need to take more aggressive/brave measures to enable that.

When it comes to the digital space, we, as Basque speakers, need more content in Basque and must have more resources to create our own content in our own language. 

The language competence of the youngest generations is the highest in our history, we are a rather wealthy nation and the attitudes about our language are quite positive. Therefore, it is crucial to take this advantage if we are to revitalize our language.

BG: Prima di tutto, le giovani generazioni dovrebbero avere l'opportunità di imparare il basco a partire dall'età 3 anni fino alla fine dell'università, poiché non è possibile farlo ovunque. I parlanti baschi dovrebbero poter utilizzare la nostra lingua in qualsiasi situazione e i non parlanti dovrebbero essere in grado almeno di comprenderla, senza costringere i primi a passare allo spagnolo o al francese.

La lingua basca dovrebbe essere vista di più come una lingua accattivante e necessaria in modo da ottenere maggior prestigio, e le istituzioni dovrebbero intraprendere misure più aggressive/coraggiose per permettere ciò.

Per quanto riguarda lo spazio digitale, noi parlanti baschi abbiamo bisogno di più contenuti in questa lingua e dobbiamo avere maggiori risorse per creare i nostri contenuti.

La competenza linguistica delle giovani generazioni è la più alta della nostra storia, siamo una nazione piuttosto ricca e l'atteggiamento nei confronti della nostra lingua è abbastanza positivo. Quindi è fondamentale sfruttare questo vantaggio se vogliamo rivitalizzare la nostra lingua.

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