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Undertones: la complicità dell'Occidente nell'invasione russa dell'Ucraina

Categorie: Europa centrale & orientale, Europa occidentale, Russia, Ucraina, Citizen Media, Civic Media Observatory, Country Monitor Observatory 2021-2022

Russia e Ucraina.

Questa storia fa parte di Undertones, il bollettino dell'Osservatorio dei Media Civili di Global Voices. Vieni a conoscere la nostra missione [1][en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], la metodologia [2] e i dati a disposizione del pubblico [3]. Iscriviti a Undertones. [4]

Quando la Russia ha invaso [5] [it] l'Ucraina in febbraio, numerosi opinionisti filodemocratici russi hanno messo in discussione il ruolo dell'Europa nella guerra. Hanno argomentato che diversi paesi europei hanno reso possibile il regime russo grazie all'acquisto di petrolio e gas, alla loro vicinanza a Putin e ai suoi alleati e grazie alla vendita di armi alla Russia, anche dopo le sanzioni internazionali che vennero imposte alla Russia nel 2014 per il suo attacco alla Crimea.

Questi opinionisti accusano l'Occidente — in questo caso, l'Unione Europea, i partiti politici europei e i governi nazionali come quelli del Regno Unito, dell'Ungheria, della Germania e dell'Italia, tra gli altri — di ignorare in modo palese o simulato la minaccia rappresentata dal regime di Putin. Gli Stati Uniti e la NATO non sono protagonisti di questa narrativa.

Perché ci importa?

Queste narrative tratteggiano le narrative manichee di mostri ed eroi unidimensionali e aiutano a scoprire una realtà complessa, nella quale il male è interconnesso e nella quale la Russia non è l'unico paese a cui si deve dare la colpa per gli orrori della guerra in Ucraina

La gente che denuncia la complicità dell'Occidente con il regime di Putin e l'invasione russa dell'Ucraina non diminuisce la responsabilità della Russia per la guerra. Queste opinioni arrivano da importanti attivisti, giornalisti e accademici russi che da tutta la vita stanno costruendo istituzioni stabili, stanno diffondendo conoscenza e si oppongono al regime di Putin. Il confronto sul coinvolgimento dell'Occidente approfondisce la comprensione delle cause della guerra.

Narrative critiche

1. “I paesi dell'Unione Europea hanno appoggiato Putin e il regime russo” [6]

Aspetti chiave di questa narrativa:

Esempi che mostrano questa narrativa

Questa narrativa è evidente in pubblicazioni [13] nelle reti social che esprimono il malcontento per le decisioni dei paesi europei nei confronti della guerra in Ucraina. Da un lato, alcuni utenti credono che i partiti europei hanno facilitato il regime di Putin tramite l'accettazione di milioni di euro [14] di denaro russo sporco per raggiungere i propri obiettivi politici, e alcuni governi europei lo hanno fatto aumentando la propria dipendenza [15] dal gas russo. D'altra parte, la mancanza [16] di appoggio diretto all'esercito ucraino disgusta in ugual modo gli ucraini e i russi che simpatizzano con l'Ucraina.

In un’intervista realizzata in giugno [17], il politico regionale Lev Schlosberg [18], molto critico con Putin, ha posto la questione della complicità occidentale con il regime di Putin. Per lui, la necessità del petrolio e del gas russo hanno fatto sì che i leader occidentali abbiano deliberatamente ignorato per anni i piani espansionisti di Putin. “L'Occidente ha la sua parte di responsabilità in ciò che è successo nel nostro paese”, ha detto Schlosberg.

[17]All'inizio di luglio, Olga Bakushinskaya, giornalista russa nazionalizzata israeliana, ha utilizzato il suo profilo personale Facebook [19] per una riflessione sulle cause dell'invasione russa dell'Ucraina. Il suo post commenta [20] [ru] un articolo scritto dal sociologo russo Grigory Yudin sulla complicità dell'Occidente nella guerra.

Nell'articolo, Yudin scrive: “Putin non è emerso all'improvviso dai boschi siberiani. Sono anni che sta corrompendo le élites finanziarie e politiche. I suoi oligarchi hanno goduto di adulazione e di lussi smodati in tutto il mondo in un arco di tempo così lungo che hanno deciso, non senza ragione, di essere i padroni del mondo”.

Bakushinskaya scrive: “Pertanto, il comune rifugiato russo è, certamente, molto meno colpevole del comune politico tedesco. L'unica differenza è che il primo è stato annullato e non gli si permette nemmeno di aprire un conto in banca. Al contrario, i politici ne hanno già uno aperto e pieno di denaro russo”.

Pavel Chikov, importante avvocato russo specializzato nei diritti umani che è stato in primo piano in molti casi politici, ha utilizzato il suo profilo Facebook [21] per mettere in discussione la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, che è stata estremamente lenta al momento di emettere decisioni sui casi russi, quando la Russia era ancora membro del Consiglio d'Europa. Una volta che la Russia ha abbandonato l'istituzione come risultato della guerra, il tribunale ha aumentato il ritmo delle risoluzioni dei casi collegati con la Russia. Chikov si domanda quale è stato il problema: “Nel cinque anni dal marzo 2017, sono stati presentati davanti alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo almeno 5.000 esposti. Sapete quante sono state le risoluzioni? Forse cinque”, ha scritto.

[22]
Altri articoli sullo stesso tema qui. [6]

2. “I paesi occidentali non hanno mai appoggiato in forma tangibile il movimento russo filodemocratico” [23]

Aspetti chiave di questa narrativa:

In merito alle sanzioni: 

Con articoli editoriali e programmi televisivi  la propaganda del Governo russo cerca di convincere i russi che le sanzioni internazionali non funzionano [25]. Questo discorso si sviluppa principalmente in due ambiti:

  • “Le sanzioni danneggiano più la gente comune e normale che il Governo”: 

Si afferma che è la gente normale, e non il Governo, a soffrire l'impatto della scarsità di beni e servizi causata dalle sanzioni imposte in risposta all'invasione dell'Ucraina, e che questa scarsità ha effetti tangibili nella sua vita di ogni giorno. 

  • “Le sanzioni e la scarsità fanno bene all'economia russa”:

L'idea che le sanzioni occidentali che sono seguite all'invasione russa dell'Ucraina e la carenza di beni industriali e di consumo faranno solo bene all'economia e alla produzione russa, le renderà più forti e resistenti. Questo ambito include anche l'idea che le sanzioni e la scarsità sono positive per il popolo russo per differenti ragioni ideologiche e psicologiche (“è più sano”, “si deve tornare alle radici”, introduce un sentimento di nostalgia per la nazione sovietica, ecc.).

Esempi che mostrano questa narrativa

In una pubblicazione [20] di Meduza, Grigoriy Yudin, il sociologo russo già menzionato, segnala [26] che i politici europei hanno accettato molto denaro da Putin, erano suoi alleati e hanno sempre chiuso gli occhi di fronte alle atrocità del regime in cambio di benefici finanziari. Lo stesso si può dire dei leader delle imprese, ai quali, secondo Yudin, non importa della guerra e si preoccupano solo dei benefici che perdono. Il titolo del suo articolo più recente è “Peccato che non si tratti dei russi”, che non toglie alla Russia responsabilità per la guerra, ma mette in discussione la narrativa comune in base alla quale la Russia è l'unico attore che deve essere incolpato.

Per Yudin, i leader occidentali mantengono la credenza molto pubblicizzata che la Russia non cambia e che il suo futuro è il totalitarismo, ed è questo convincimento che impedisce il cambiamento. “Qui non ci sarà speranza fino a che il mondo non riconoscerà che Vladimir Putin e la sua guerra sono il risultato inevitabile di tutte le novità globali dei recenti decenni. Non ci sarà speranza fino a quando le imprese locali non si sentiranno responsabili della vita degli ucraini e non sono per i dividendi dei loro azionisti”, conclude.

Natalia Gromova, scrittrice russa, ha commentato [27] l'articolo di Yudin: “È da tempo che si sa che il regime di Putin ha portato vantaggi a tutto il mondo ed è anche un fatto che nessuno si preoccupasse, soprattutto all'estero, per la mancanza di forme di protesta, la morte di giornalisti e di attivisti dei diritti umani, gli arresti, le aggressioni nelle strade. Datevi fuoco nelle piazze, lasciatevi avvelenare e uccidere apertamente davanti agli occhi del mondo intero. Il gas e il petrolio arriveranno a tempo debito”.

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Altri articoli su questo tema qui. [23]