Cosa è successo ai manifestanti di Hong Kong tre anni dopo la repressione del 2019?

Dimostranti si scontrano con la polizia durante una protesta nel 2019. Foto: Jimmy Lam/USP & HKFP.

Il seguente articolo è stato scritto originariamente da Lea Mok sull'Hong Kong Free Press (HKFP) il 16 luglio 2022 [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]. È pubblicato su Global Voices in base a un accordo di partnership con HKFP.

Tre anni dopo che mesi di proteste di massa e tensioni hanno scosso la città di Hong Kong nel 2019 e nel 2020, i funzionari della città insistono sul fatto di aver ripristinato la stabilità e prevedono un futuro brillante per la popolazione.

Nel 2019 oltre un milione di persone è sceso in strada per protestare contro la legislazione sull'estradizione imposta dalla Cina. Le proteste sono diventate rapidamente violente a causa della repressione della polizia. Le conseguenze dei disordini democratici, tra cui una legge sulla sicurezza nazionale (NSL) imposta da Pechino e altri cambiamenti elettorali radicali, hanno ridisegnato in modo permanente la città.

Al 31 maggio, più di 10.000 persone sono state arrestate per reati legati alla protesta e 2.866, circa il 28%, sono state processate finora, secondo la polizia.

Per il 72% che non è stato perseguito, l'HKFP ha inviato un'e-mail alla polizia per chiarire cosa è successo loro e perché non sono stati incriminati. L'autorità di polizia ha risposto senza rispondere alla domanda circa l'intenzione di processare altri arrestati:

In 2019 and 2020, Hong Kong experienced unprecedented unrest… involving a large number of criminal activities, some serious and complicated cases, and a huge amount of evidence, making the investigation difficult…

Nel 2019 e nel 2020, Hong Kong ha vissuto disordini senza precedenti… coinvolgendo un gran numero di attività criminali, alcuni casi gravi e complicati, e un'enorme quantità di prove, rendendo difficili le indagini…

Quasi un terzo delle persone perseguite è ancora sotto processo. Uno degli imputati in un caso di sommossa ha detto a HKFP di aver dimenticato la maggior parte dei dettagli del suo presunto reato a causa della lunga attesa. Nell'attesa della giustizia ha anche terminato i suoi due anni di studi associati. Ha dichiarato:

My lawyer told me to jot down what happened that day, so that I won’t forget all the details. He was right.

Il mio avvocato mi disse di annotare quello che era successo quel giorno per non dimenticare tutti i dettagli. Aveva ragione.

Un tasso di condanna alle stelle

Delle 2.866 persone perseguite finora, i casi di 1.908 imputati sono stati portati a termine. Di questi casi conclusi, la maggior parte – il 79% degli imputati – ha subito conseguenze legali. Le accuse contro il 3% sono state ritirate e il 18% è stato assolto dopo un processo.

Immagine dell’HKFP.

Secondo un database compilato dal media indipendente The Witness [zh], 839 imputati sono stati accusati di aver preso parte agli scontri.

Immagine dell'HKFP

Rivolte studentesche

Dei 10.278 arrestati, 4.010 erano studenti e più di mille sono stati processati. Circa 350 di loro sono stati accusati di aver preso parte ai disordini, quattro su dieci di tutti coloro che sono stati accusati.

Immagine dell'HKFP.

Secondo The Witness, le pene detentive dei 149 manifestanti condannati finora per sommosse variavano da due a sei anni, con una media di 3,6 anni.

Oltre la metà dei presunti rivoltosi aveva meno di 22 anni nel 2019 e oltre il 10% aveva meno di 18 anni.

Immagine dell'HKFP.

Alla domanda sulla possibilità di graziare i manifestanti, soprattutto i giovani, l'allora capo dell'esecutivo John Lee ha risposto il 29 aprile 2022:

Hong Kong is a place where the rule of law prevails, and everyone must abide by the law…if one does not abide, Hong Kong will become a society where the weak are prey to the strong, and civilians will be bullied. We may sympathise with [protesters], but if we do not build up the law-abiding awareness, everyone will suffer in the end…

Hong Kong è un luogo in cui prevale lo stato di diritto e tutti devono rispettare la legge… se non la si rispetta, Hong Kong diventerà una società in cui i deboli saranno preda dei forti e i civili subiranno soprusi. Possiamo anche essere solidali [con i manifestanti], ma se non costruiamo una coscienza rispettosa della legge, alla fine tutti soffriranno…

Lee è ora il capo dell'esecutivo di Hong Kong.

Giustizia rimandata

Con solo 2.866 persone perseguite finora, e alcuni casi sospesi a causa della COVID-19, i tribunali stanno lottando per gestire il carico di lavoro.

Il tempo medio di attesa per gli imputati nei tribunali distrettuali – dalla prima comparsa all'inizio del processo – è stato di 118 giorni nel 2016 e salirà a 287 giorni nel 2021, secondo il rapporto annuale della magistratura.

Immagine dell'HKFP.

L'obiettivo dichiarato del Dipartimento di Giustizia è che gli imputati non debbano aspettare più di 100 giorni per un'udienza in un tribunale distrettuale.

Tra gli imputati in attesa di giudizio ci sono 482 persone accusate di sommosse. Il processo di alcune delle persone accusate di disordini durante l'assedio del PolyU del 2019 non inizierà prima del 22 novembre 2023, quattro anni dopo l'incidente.

Immagine dell'HKFP.

Alcuni accusati sono fuggiti dalla città e hanno ottenuto asilo in altri Paesi. Altri, tra cui un barcone di 12 hongkonghesi diretti a Taiwan e un adolescente che ha manifestato ed è stato sparato dalla polizia, sono stati catturati durante o prima di presunti tentativi di fuga.

Una città senza proteste

Oltre a tribunali sovraccarichi di lavoro e decine di giovani dietro le sbarre, la repressione seguita agli eventi del 2019 ha di fatto messo fine a tutte le proteste di massa in città.

La polizia e i funzionari che negli ultimi anni hanno vietato le grandi proteste tradizionali, tra cui la marcia pro-democrazia del 1° luglio e la veglia del 4 giugno sulla repressione di Tienanmen del 1989, hanno invocato il divieto di assembramenti di massa, adducendo le preoccupazioni della COVID-19. Anche la legge sulla sicurezza nazionale promulgata nel giugno 2020, che vieta in termini vaghi la secessione, la sovversione, il terrorismo e la collusione con potenze straniere, ha raffreddato il clima di dissenso.

Il numero totale di cortei pubblici è diminuito da 1.930 nel 2012 a 76 l'anno scorso, secondo i dati della polizia. La polizia si è rifiutata di dire quali 76 cortei siano stati approvati o in che modo differiscano da altri raduni politici.

Immagine dell'HKFP.

I cittadini di Hongkong hanno sempre dovuto presentare domanda alla polizia per organizzare proteste pubbliche. Nel 2018 non sono stati vietati incontri o cortei pubblici, ma nel 2019 sono state respinte 47 richieste.

Circa 42 sono state vietate nel 2020 e otto nel 2021.

Immagine dell'HKFP.

Quest'anno non è stata vietata alcuna manifestazione perché nessuno ha chiesto di organizzarne una, secondo la polizia. La maggior parte dei leader dell'opposizione sono dietro le sbarre, sono andati in esilio all'estero o hanno lasciato la politica.

Ma circa quattro anni dopo le storiche proteste del 2019, le autorità insistono sul fatto che Hong Kong ha un futuro promettente grazie alla legge sulla sicurezza che garantisce la stabilità.

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