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Intervista alla studiosa di media Rose Luqiu su WeChat e il tecno-nazionalismo

Categorie: Asia orientale, Nord America, Cina, Hong Kong (Cina), U.S.A., Censorship, Citizen Media, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Migrazioni, Politica, Tecnologia, Advox

Censura su WeChat. Immagine creata da Oiwan Lam.

Rose Luqiu Luwei [1] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], una giornalista veterana e direttrice del programma del Master in International Journalism Studies presso l'Università Battista di Hong Kong, di recente ha pubblicato un articolo di ricerca [2] nel quale analizza come viene usato WeChat nelle campagne di censura del governo cinese. L'articolo, intitolato “Fedeltà a WeChat oltre i confini nazionali: una prospettiva sulla teoria della dipendenza del sistema dei media al tecno-nazionalismo”, fornisce un'analisi multidisciplinare sul perché i cinesi all'estero restano fedeli a WeChat — uno strumento fondamentale nel sistema della censura cinese.

Co autore della ricerca è il professore e politologo Kang Yi, [3] e nell'opera si affronta come le politiche del governo cinese e WeChat, il più influente social media e strumento di comunicazione utilizzato tra le comunità cinesi continentali e d'oltremare, mediano l'interazione tra i cinesi all'estero e i locali e  l'insediamento nelle società ospitanti. I ricercatori definiscono tale forza tecno-politica globale come “tecno-nazionalismo” che spesso influenza le abitudini, le opinioni e i comportamenti degli utenti.

L'editor per l'Asia Orientale di Global Voices, Oiwan Lam, ha intervistato Rose Luqiu riguardo la sua ricerca durata cinque anni e le sfide del tecno-nazionalismo. L'intervista si è svolta in cantonese tramite videochiamata ed è stata poi trascritta in inglese.

OL: Oiwan Lam
Luqiu: Rose Luqiu Luwei

OL: Quando hai iniziato la tua ricerca e come ti è venuta questa idea di ricerca?

Luqiu: I started this research back in 2016 during the US presidential elections. I was doing my Ph.D. in the US, and I joined several Chinese diaspora chat groups on WeChat.

The first incident that caught my attention was a campaign supporting a Chinese ethnic candidate Lindy Li [4] in Pennsylvania. The mobilization, such as crowdfunding, via the WeChat groups, was very effective. The political rhetoric for the mobilization was that Chinese people had to support her because she was born in Sichuan, China, and thus could represent Chinese voices in Congress.

The second incident was mobilization supporting an ethnic Chinese police officer, Peter Liang [5], concerning his appeal on the charge of manslaughtering Akai Gurley. Through WeChat, the Chinese diaspora organized rallies in major cities in the US. I went to one of the biggest rallies in Philadelphia and observed that some Fujianese kinship groups led the protests. I started feeling that the mobilization was not that spontaneous as overseas Chinese kinship groups often have some sort of association with the Chinese embassy and consulates.

Then came the presidential elections. All the WeChat groups I joined were contained themes against Hilary Clinton in support of Trump. Hilary Clinton is more firm in human rights issues, and the Chinese authorities did not want to see her win. As for Donald Trump, people had little knowledge about his political orientation at that time. There were a lot of interesting election discussions on these WeChat groups, and Trump supporters were able to dominate the debates.

After I returned to Hong Kong, I included the mainland Chinese diaspora groups in my research.

Luqiu: Ho iniziato questa ricerca nel 2016 durante le elezioni presidenziali americane. Stavo facendo il mio dottorato di ricerca negli USA e mi ero unita a diversi gruppi WeChat di cinesi all'estero.

Il primo incidente che ha catturato la mia attenzione fu una campagna a supporto di una candidata di etnia cinese, Lindy Li [4], in Pennsylvania. La mobilitazione, come il crowdfunding, tramite i gruppi WeChat, risultava essere molto efficace. La retorica politica alla base della mobilitazione era che il popolo cinese doveva sostenerla in quanto era nata nel Sichuan, in Cina, e quindi poteva rappresentare la voce dei cinesi al Congresso.

Il secondo incidente fu la mobilitazione a sostegno di un poliziotto di etnia cinese, Peter Liang [5], riguardo il suo appello per l'accusa di omicidio colposo ad Akai Gurley. Attraverso WeChat, i cinesi d'oltremare hanno organizzato manifestazioni nelle maggiori città degli Stati Uniti. Io sono andata a uno dei più grandi raduni di Filadelfia e ho osservato che queste erano guidate da alcuni gruppi di parenti provenienti dal Fujian. Ho iniziato a pensare che la mobilitazione non fosse poi così spontanea poiché i gruppi di parenti cinesi all'estero hanno spesso una sorta di legame con l'ambasciata e i consolati cinesi.

Poi ci furono le elezioni presidenziali. Tutti i gruppi WeChat a cui mi ero unita contenevano argomentazioni contro Hilary Clinton e a favore di Trump. Hilary Clinton è più ferma in materia di diritti umani e le autorità cinesi non volevano vederla vincere. Per quanto riguarda Donald Trump, a quel tempo la gente sapeva poco del suo orientamento politico. Ci sono state molte interessanti discussioni riguardo le elezioni su questi gruppi WeChat e i sostenitori di Trump sono stati in grado di dominare i dibattiti.

Dopo aver fatto ritorno a Hong Kong, ho inserito i gruppi di cinesi d'oltremare nella mia ricerca.

OL: Come si spiega la lealtà a WeChat da parte dei cinesi all'estero? E in che modo le politiche dei media cinesi e il tecno-nazionalismo raggiungono una portata globale attraverso WeChat?

Luqiu: A major factor is censorship or “coerced loyalty.” As other communication tools like Facebook and Twitter are unavailable in China. WeChat has a very special [monopoly] status in China. Regardless of your whereabouts, if you want to stay in contact with your friends and relatives in mainland China, WeChat remains their only choice. Also, if you have to do business or travel in China, you can't avoid using the tool. WeChat is a tech business. Yet, because of the censorship policy in China, when you have discussions on WeChat, you would be constantly reminded by other users to avoid raising sensitive topics, or else the group would be deleted, and the group administrator would get in trouble. So to protect your friends who are in mainland China and avoid future problems when traveling back to China, you will practice self-censorship.

The second factor is inertia or “habitual loyalty.” Understandably, language is a barrier in the host country. While the public channels on WeChat offer very rich information concerning the host country without such barriers, they become the key sources of information for the diaspora. WeChat has tens of millions of public channels, but they are all subjected to the content framework set by the Chinese government. Although public channels that distribute news and commentary seem to be owned and managed by individuals or private companies, many are still affiliated with state-owned media outlets or funded by the red capital.

Luqiu: Un fattore determinante è la censura o “lealtà forzata”. Poichè altri strumenti di comunicazione come Facebook e Twitter non sono disponibili, WeChat riveste un ruolo [monopolio] speciale in Cina. Indipendentemente da dove ti trovi, se vuoi restare in contatto con i tuoi amici e parenti in Cina continentale, WeChat resta l'unica scelta. Inoltre, se devi fare affari o viaggiare in Cina, non puoi evitare di utilizzare questo strumento. Tuttavia, a causa della politica di censura in Cina, quando hai delle discussioni su WeChat, gli altri utenti ti ricordano costantemente di evitare di sollevare argomenti sensibili, altrimenti il gruppo rischierebbe di essere eliminato e l'amministratore del gruppo finirebbe nei guai. Così per proteggere i tuoi amici che si trovano in Cina continentale ed evitare problemi in futuro quando farai ritorno in Cina, finisci per praticare un'auto-censura.

Il secondo fattore è l'inerzia o “lealtà abituale”. Comprensibilmente, la lingua è una barriera nel paese ospitante. Dal momento che i canali pubblici su WeChat offrono una vasta gamma di informazioni concernenti il paese ospitante senza avere tali barriere, essi diventano fonti fondamentali per i cinesi all'estero. WeChat ha dieci milioni di canali pubblici, ma questi sono tutti soggetti al quadro di riferimento sui contenuti stabilito dal governo cinese. Sebbene i canali pubblici che distribuiscono notizie e commenti sembrino essere di proprietà e gestiti da individui o società private, molti sono ancora affiliati a media statali o finanziati dalla capitale rossa.

Il doppio sistema di WeChat e il flusso di informazioni asimmetrico

OL: Puoi spiegare meglio come i canali pubblici che operano all'estero vengono controllati dal sistema di censura cinese?

Luqiu: WeChat has set up a dual system in 2014: Weixin and WeChat. The latter is to serve the global market. The information flow between the two systems is asymmetrical as public channels registered under Weixin are accessible globally and within mainland China. In contrast, if registered under WeChat, the content would not be accessible within China. Seemingly independent public channels such as Gangpiaoquan 港漂圈 and North American Overseas Students Daily 北美留學生日報 are registered under Weixin in mainland China with mainland Chinese phone numbers even though their target audiences are outside of China. They are very influential and have a massive number of followers. However, there is a trade-off under the Weixin system as they have to abide by the mainland Chinese censorship system.

Even in more private communication channels such as group chat, sensitive messages sent by overseas Chinese are hidden from other mainland Chinese group members. With zero feedback, users would develop a habit of avoiding political discussion on WeChat.

Although the research studied three different groups of WeChat users in other countries, their user habits, particularly self-censorship practice, are identical.

Luqiu: WeChat ha stabilito un doppio sistema nel 2014: Weixin e WeChat. Quest'ultimo è quello che serve il mercato globale. Il flusso di informazioni tra i due sistemi è asimmetrico dal momento che i canali pubblici registrati su Weixin sono accessibili globalmente e all'interno della Cina continentale. Al contrario, se registrati su WeChat, il contenuto non sarà accessibile in Cina. Canali pubblici apparentemente indipendenti come Gangpiaoquan 港漂圈 e North American Overseas Students Daily 北美留學生日報 sono registrati su Weixin nella Cina continentale con numeri di telefono cinesi anche se il loro target è un pubblico che si trova fuori dalla Cina. Sono canali molto influenti e hanno un seguito enorme. Tuttavia, alla base c'è un compromesso con Weixin, in quanto devono rispettare il sistema di censura della Cina continentale.

Anche nei canali di comunicazione più privati come le chat di gruppo, i messaggi sensibili inviati dai cinesi d'oltremare sono nascosti agli altri membri della Cina continentale. Non ricevendo alcun feedback, gli utenti finiscono per prendere l'abitudine di evitare discussioni politiche su WeChat.

Analizzando nel corso della ricerca utenti di tre differenti gruppi di WeChat in altri paesi, le loro abitudini, in particolar modo la pratica dell'auto-censura, sono identiche.

OL: Quali sono gli impatti di tale tecno-lealtà sull'utente e sui paesi ospitanti?

Luqiu: It affects the integration of the Chinese diaspora with the society of the host countries. Although they have settled down, they are somehow segregated from the mainstream culture as they maintain their original social network and don't need to interact with the locals. They have all the information resources they need on WeChat, and as the diaspora circle keeps expanding, they also develop a strong sense of Chinese diaspora identity.

Luqiu: Influisce sull'integrazione dei cinesi all'interno della società dei paesi ospitanti. Sebbene si siano insediati, rimangono in qualche modo esclusi dalla cultura dominante dal momento che mantengono la loro rete sociale del paese d'origine e non hanno bisogno di interagire con le persone del posto. Hanno tutte le informazioni di cui hanno bisogno su WeChat e, mentre il circolo dei cinesi d'oltremare continua ad espandersi, sviluppano anche un forte senso di identità della diaspora cinese.

OL: Nell'introduzione del tuo articolo di ricerca, hai menzionato l'ordine esecutivo di Donald Trump del 2019 che vietava WeChat per motivi di sicurezza e privacy. Qual è la tua opinione su questo tipo di politica?

Luqiu: According to news reports, the decision is related to the presidential elections. The controversy touches upon the nature of WeChat, whether one considers it a foreign agent or a tool. People in an open society should have the confidence to compete with WeChat on the user market and gradually change their users’ behavior. However, I can also see that an open society can be very fragile as there are some rules that you have to follow while others can take advantage of these rules. The competition is therefore not that equal nor fair. In principle, we should all uphold freedom of speech and should accept all kinds of content platforms. But on the other hand, the other side practices strict censorship while taking advantage of open societies.

Luqiu: Secondo le notizie, la decisione è legata alle elezioni presidenziali. La controversia tocca la natura di WeChat, sia che lo si consideri un ente straniero o uno strumento. Le persone in una società aperta dovrebbero avere un certo coraggio per competere con WeChat e modificare gradualmente il comportamento dei propri utenti. Tuttavia, ho anche constatato che una società aperta può essere molto fragile poiché ci sono alcune regole da seguire, mentre allo stesso tempo ci sono altri che possono trarre vantaggio da queste regole. La concorrenza quindi non è così equa né corretta. In linea di principio, dovremmo tutti difendere la libertà di parola e accettare ogni tipo di piattaforma di contenuti. Ma d'altro canto, la controparte pratica una rigida censura mentre trae vantaggio dalle società aperte.

OL: Le persone delle società ospitanti stanno diventando più ansiose nei confronti di WeChat. In paesi come il Canada, l'Australia e gli Stati Uniti, alcuni temono che la mobilitazione su WeChat possa portare a speculazioni sulle elezioni o interferenze nelle politiche locali. Hai qualche suggerimento per gestire tali preoccupazioni?

Luqiu: I think we have to take political participation as a positive development among the Chinese diaspora as this is a way for them to interact with and integrate into local societies. People have free will and they do appreciate core values in open societies. The issue at stake is the systematic exploitation of the tool that instrumentalizes the users for the purpose of achieving certain political agendas. A policy level approach, such as anti-monopoly, to create an equal and fair ground in the new media market would be more appropriate.

Luqiu: Penso che dovremmo considerare la partecipazione politica come uno sviluppo positivo tra i cinesi all'estero in quanto questo rappresenta un modo per loro per interagire e integrarsi nelle società locali. Le persone hanno il libero arbitrio e loro apprezzano i valori fondamentali nelle società aperte. La posta in gioco è lo sfruttamento sistematico di un mezzo che strumentalizza gli utenti al fine di raggiungere determinate agende politiche. Sarebbe più appropriato un approccio a livello politico, come l'antimonopolio, per creare un terreno equo e corretto nel mercato dei nuovi media.