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I movimenti nazionali dei tatari di Crimea ripensati attraverso il realismo magico

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Ucraina, Citizen Media, Etnia, Letteratura, Storia, Conversations for a Better World, RuNet Echo
book cover 'Ak Bure. Crimean Tatar Saga', publishing house Blitz. Author Renat Bekkin

Copertina di “Ak Bure. Saga crimeo-tatara”, casa editrice Blitz. Autore Renat Bekkin

Nell'ambito del recente scontro fra Russia e Ucraina, i tatari di Crimea [1] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sono spesso ignorati dai media internazionali, come se i fatti di otto anni fa [2] fossero del tutto slegati dalla realtà odierna.

Intanto, però, la popolazione crimeo-tatara non si concentra solo all'interno della penisola della Crimea, ma è diffusa in tutta l'Ucraina.

L'identità nazionale dei tatari di Crimea in Ucraina si sta rafforzando, soprattutto nel mondo del cinema, come dimostra la popolarità raggiunta al di fuori dei confini dell'Ucraina da registi e attori come Akhtem Seytablaev [3] o Nariman Aliyev [4]. Questa identità nazionale e il relativo movimento stanno attirando sempre di più l'attenzione dei ricercatori di tutto il mondo. Global Voices ha intervistato Renat Bekkin [5], orientalista [6] [ru], scrittore [7] [ru] e ricercatore [8], autore di opere letterarie e documentaristiche, di nazionalità tatara, nonché autore di Hawa-la [9]e “Ak Bure. [10]Saga crimeo-tatara [10] [10] [ru]. Quest'ultimo libro è stato pubblicato nel 2021 [11] [ru] in occasione del centenario della nascita della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Crimea [12].

Renat Bekkin ha parlato del movimento nazionale dei tatari di Crimea, analizzato nel suo libro attraverso la lente dei rapporti fra tatari di Kazan e tatari di Crimea. Correttamente, Renat precisa che i “tatari [13]” e i “tatari di Crimea” sono due popoli diversi, con una storia, un destino e una cultura distinte.

Per via delle molteplici contraddizioni che caratterizzano tale storia, Bekkin spiega di non essersi basato esclusivamente su fonti storiche, come archivi e memorialistica, ma di essersi rivolto anche a rappresentanti della nazione crimeo-tatara, come i veterani del Movimento nazionale dei tatari di Crimea: Ruslan Eminov, Gamer Baev, Ayder Emirov e altri ancora. Bekkin ha anche registrato delle video-interviste con rappresentanti della nazione crimeo-tatara sul tema del relativo movimento nazionale [14] [ru].

Il romanzo “Ak Bure. Saga crimeo-tatara” indaga la storia di tre generazioni di una famiglia crimeo-tatara. Il protagonista, Iskander (un tataro di Crimea), cerca di capire se suo padre, ex militante del movimento nazionale crimeo-tataro, sia un eroe romantico oppure un traditore e un codardo. Il romanzo si ricollega a fatti importanti della storia della Russia e della Crimea.

Ciò che ha spinto Bekkin a svolgere ricerche su questo tema storico è stata la scoperta di come la storia crimeo-tatara e quella del Movimento nazionale dei tatari di Crimea [15] siano concepite o percepite in modi diversi a seconda della zona geografica. Mentre in Occidente alcuni conoscono la figura politica e storica di Mustafa Dzhemilev [16] e il Mejlis [17], a est dei confini ucraini sono più conosciuti Yuri Osmanov [18] e il NDKT (Национальное Движение Крымских Татар – Movimento nazionale dei tatari di Crimea) [19].

Perciò, in “Ak Bure”, l'autore riflette su quale percorso debbano intraprendere i tatari di Crimea durante la Perestroika (gli anni Ottanta): il percorso del NKDT, più liberale ma anche più lungo e moderato, oppure un percorso più radicale e deciso, come quello seguito in Occidente, attraverso il Mejlis [17]. L'autore sottolinea che sono soltanto i tatari di Crimea a sapere che cosa sia utile al popolo.

Non essendo lui stesso un tataro di Crimea, Renat spiega che la scelta di un personaggio di questa nazionalità come protagonista è stata una decisione piuttosto audace.

Renat Bekkin (RA): Normally, writers apologize for taking, for example, an Indian for the protagonist, not being an Indian, or a Negro, not being a representative of one or another people. I did not want to apologize, but still I was worried about how the representatives of the nation that I put at the head of the plot would eventually react. But despite all my fears, the Crimean Tatars received my book very warmly. They were glad that the topic was covered by a person from the outside, but they regretted that none of them [Crimean Tatars] took it on.

Renat Bekkin (RA): Normalmente, gli scrittori chiedono scusa quando scelgono, ad esempio, un indiano come protagonista, se non sono loro stessi indiani, oppure un nero, se non appartengono a questo o a quell'altro popolo. Io non ho voluto chiedere scusa, ma comunque mi preoccupava come avrebbero reagito i rappresentanti della nazione di cui fa parte il protagonista. Nonostante tutti i miei timori, però, i tatari di Crimea hanno accolto molto positivamente il mio libro. Hanno apprezzato il fatto che l'argomento sia stato affrontato da un soggetto esterno, ma secondo loro è un peccato che nessun tataro di Crimea lo abbia fatto.

Bekkin osserva come molti tatari di Crimea spesso evitino di scavare in ferite ancora aperte. Tuttavia, esistono concezioni completamente diverse fra chi si trova in Ucraina o è originario dell'Ucraina in Occidente e chi si trova a est, nei Paesi dell'ex Unione Sovietica.

“È sorprendente anche il fatto che la percezione che si ha del Mejlis in Crimea è completamente diversa da quella che si ha in Occidente”, ha dichiarato Bekkin. In molti, soprattutto fra le generazioni più anziane, si è radicata una percezione negativa del Mejlis.

Per comprendere queste sfumature, è opportuno considerare che, storicamente, la politica nazionale ucraina non ha riconosciuto ai tatari di Crimea la loro autonomia. I più anziani ricordano che i vertici dell'ex Ucraina sovietica non consentivano ai tatari di Crimea di tornare nella loro terra di origine. Tuttavia, nel 2014 la percezione di questa situazione era già mutata e molti tatari di Crimea hanno iniziato a nutrire sentimenti ambivalenti verso gli Stati, nonostante la crisi [2]. In Crimea, molti giovani hanno inoltre una percezione negativa della Russia.

Di conseguenza, i tatari di Crimea si trovano ora fra l'incudine e il martello. All'interno della stessa Ucraina i sentimenti di questo popolo sono stati ambigui; non c'è una situazione monolitica, non esiste un fronte unito per il “ritorno in patria,” come quello che esisteva sotto l'Unione Sovietica. Esiste invece una divisione. I tatari di Crimea che si trovano in Ucraina e quelli che si trovano in Russia occupano due mondi a parte.

RA: The main protagonist of the book, Iskander, has his own path, he did not become Ukrainianized by 2014, for him the main language is Russian — after all, he lived in Tashkent since childhood, then in the 90s he studied in the international environment of the city of Kyiv. It is necessary to understand the atmosphere of Kyiv in the 90s, where, apart from Ukrainians, Russians, Jews, and Crimean Tatars lived. Indeed, the Iskander family lived for some time in the Crimea, but at that time, the main issue was survival, or the struggle for survival, the issue of self-consciousness, identity was not a priority.

RA: Il protagonista del romanzo, Iskander, segue il suo percorso; nel 2014 non si è ancora ucrainizzato e la sua lingua principale è il russo. Dopotutto, ha vissuto a Taškent dall'infanzia, poi negli anni Novanta ha studiato nell'ambiente internazionale della città di Kyiv. È importante comprendere l'atmosfera che si respirava negli anni Novanta a Kyiv, dove vivevano, oltre agli ucraini, anche russi, ebrei e tatari di Crimea. In effetti, la famiglia del protagonista ha vissuto per un po’ di tempo in Crimea, ma all'epoca il problema principale era la sopravvivenza, o la lotta per la sopravvivenza; la questione dell'autocoscienza e dell'identità non era una priorità.

EL: Ho notato un parallelo interessante tra il film di Nariman Aliev “Evge (Homeward)” (2019) [20] e il tuo romanzo “Ak Bure” (2019). La Crimea è descritta o proclamata, seppur in rare occasioni, come “Terra Promessa [21],” come una specie di Israele per i tatari di Crimea. Questa era un'idea centrale nel film, ma nel tuo romanzo il protagonista non vi fa alcun accenno.

RA: In my story, this comparison is rather used by the Kazan Tatar, the antagonist of Iskander — Dinar-Hazrat [an islamic honorific]. He offers an alternative to his ideological Turkic project, “Crimea is a land for the Turks, as Israel is for the Jews.” In this vein, he only argues. But one must distinguish between the Zionist project and the national movement. Nevertheless, the Zionist project was planted by force, through the purchase of land, and armed seizures, moreover, a thousand years ago, where so many peoples ceased to exist and others formed from some ethnic groups. Whereas the national movement of the Crimean Tatars (through the NDKT) saw a peaceful path, it is still the same national, people's movement, but not through squatting.

RA: Nella mia storia, a utilizzare questo paragone è piuttosto l'antagonista di Iskander, il tataro di Kazan Dinar-Hazrat [termine onorifico islamico]. Quest'ultimo offre un'alternativa al suo progetto ideologico turco, “La Crimea è una terra per i turchi come Israele è una terra per gli ebrei”. In questo senso, la sua è solo un'argomentazione polemica. Ma bisogna distinguere fra il progetto sionista e il movimento nazionale. Il progetto sionista si è comunque affermato con la forza, attraverso l'acquisto di terreni e confische armate, per di più mille anni fa, quando moltissimi popoli scomparvero e altri si formarono a partire da certi gruppi etnici. Anche se il movimento nazionale dei tatari di Crimea (attraverso il NDKT) ha concepito un percorso pacifico, è sempre lo stesso movimento nazionale e popolare, ma non realizzato attraverso gli insediamenti illegali.

Nel suo romanzo, Renat analizza questioni che riguardano nello specifico i tatari della Crimea (o i tatari e il Tatarstan [22]), questioni generalmente ignote a chi non appartiene a queste comunità. L'autore presenta filosofi, autori, scrittori e capi tatari, letteratura turca e riti spirituali islamici e, contemporaneamente, mette in ridicolo le caratteristiche particolari di alcuni capi, noti al massimo a chi già ne conosce un po’ la storia. Allo stesso tempo, Renat dissemina nel romanzo alcuni personaggi magici che rappresentano i potenti, come responsabili della sicurezza e guide spirituali.

EL: Iskander (“Iskender” è anche un nome con cui nelle lingue turche ci si riferisce ad Alessandro Magno) ci guida per le strade di Kazan, i suoi luoghi incantevoli, e stringe rapporti con persone di religioni ed etnie diverse. Guida il lettore anche attraverso la storia della sua famiglia, attraverso i secoli e i vari luoghi che molte famiglie crimeo-tatare dovettero visitare, spesso involontariamente. Può parlarci di questo?

I wrote for those who are interested in the path of this representative of the Crimean Tatar who ended up in Kazan, his interactions with the Kazan Tatars. I cannot avoid topics such as muftiates and succession, about another future of Russia, which is characterized by leaderism [23].  At the same time I provided the alternative way of the future’ development, through the history of this Crimean Tatar, when there can be miracles and life without strong leaders. Individual leaders still cannot move the block called Russia. For those who are interested in the perspective of a popular movement in the context of a national minority.

Ho scritto per chi è interessato a seguire il percorso di questo rappresentante dei tatari di Crimea, che si è ritrovato a Kazan, e le sue interazioni con i tatari di Kazan. Non posso evitare di affrontare temi come i muftiati e la successione, o un altro futuro per la Russia, caratterizzato dal leaderismo. Allo stesso tempo, ho immaginato una direzione alternativa per il futuro, attraverso la storia di questo tataro di Crimea, una storia in cui i miracoli e la vita possono esistere in assenza di leader forti. I leader, da soli, non sono ancora in grado di spostare quel blocco chiamato Russia. [Ho scritto] per chi si interessa del punto di vista di un movimento popolare nell'ambito di una minoranza nazionale.


Immagine per concessione di Giovana Fleck.

Per maggiori informazioni su questo tema, guarda la nostra copertura speciale La Russia invade l'Ucraina [24].