Il governo del Nicaragua cerca di imprigionare i preti cattolici e di macchiare la loro reputazione

Screenshot della Facebook Live della Diocesi di Matagalpa del 4 agosto 2022.

Questa storia, che fa parte del Civic Media Observatory*, è stata scritta da un collaboratore che ha voluto rimanere anonimo per motivi di sicurezza.

Nove sacerdoti cattolici sono ora in carcere [ni] in Nicaragua, un vescovo è agli arresti domiciliari [ni] e diversi religiosi sono fuggiti [ar] dal Paese per evitare la reclusione. Dopo la chiusura [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] di centinaia di organizzazioni della società civile negli ultimi due anni e l'arresto di attivisti politici, il clero nicaraguense è stato una delle poche voci critiche rimaste nel paese. Gli arresti di sacerdoti hanno portato a 205 [ni] il numero dei prigionieri politici in Nicaragua.

Secondo la ricerca del Global Voices Civic Media Observatory, nei media nicaraguensi diverse forti narrazioni coesistenti richiedono attenzione. Per il governo Ortega-Murillo – considerato autoritario dagli osservatori internazionali – la repressione dei preti è legale perché questi sono considerati “stupratori”, “picchiatori di donne” e parte di un piano per destabilizzare il Paese. Dal punto di vista del clero, della popolazione cattolica e dei media indipendenti, le autorità nicaraguensi stanno perseguitando i religiosi per criminalizzare ulteriormente il dissenso.

La crisi sociopolitica era scoppiata nel 2018, quando il governo aveva represso le massicce proteste dei cittadini che chiedevano di mantenere il loro sistema di sicurezza sociale. Dopo l'uso eccessivo delle forze di polizia, i manifestanti avevano chiesto le dimissioni del presidente Ortega, che è al potere da 15 anni consecutivi. 

Durante questa violenta repressione erano morte circa 350 persone, centinaia erano state portate in prigione e avevano dovuto affrontare quelli che sono stati ampiamenti considerati processi farsa dai media e dalle organizzazioni per i diritti umani. Da allora, il Nicaragua è diventato il paese con il secondo più alto tasso di emigranti [es] in cerca di asilo, dopo l'Afghanistan.

A quel tempo, i leader della Chiesa cattolica erano diventati mediatori [ar] formali tra Ortega e l'opposizione. Ma le loro raccomandazioni di cessare la repressione e il loro aiuto umanitario non furono ben accolti dal regime: il 19 luglio di quell'anno, Ortega disse che la Chiesa cattolica faceva parte di un tentativo di colpo di stato contro di lui, e definì i sacerdoti “figli del diavolo” e “terroristi”.

Da allora, Ortega ha minacciato e molestato sacerdoti che alla fine sono fuggiti dal Paese, ha espulso il Nunzio Apostolico e le suore dall'ordine di Madre Teresa dal Nicaragua, ha chiuso diversi media cattolici e organizzazioni senza scopo di lucro e ha utilizzato le forze paramilitari sandiniste per attaccare chiese e vescovi.

Narrazioni nell'ecosistema dei social media del Nicaragua

Sui social stanno circolando diverse narrazioni forti e contraddittorie. Il Global Voices Civic Media Observatory lavora per identificarle e per analizzare il loro impatto attraverso un'analisi approfondita degli elementi dei media. L'analisi delle seguenti narrazioni si trova nella raccolta dati della ricerca.

I canali governativi, i suoi media affiliati e gli utenti dei social media condividono le seguenti narrazioni:

Gli attivisti per la democrazia, il clero e i cattolici nicaraguensi condividono queste narrazioni:

L'ultima ondata di repressione contro la Chiesa cattolica è iniziata l'1 agosto con la cancellazione di sette radio cattoliche [ni] che appartenevano alla diocesi di Matagalpa nel nord del Paese, presumibilmente perché non avevano fornito documentazione legale. Durante la messa [es], il vescovo Rolando Álvarez, leader della diocesi di Matagalpa, ha confutato il tutto e ha affermato che le chiusure erano motivate politicamente. In seguito alle sue dichiarazioni, diversi agenti di polizia hanno impedito ad Álvarez di tornare in chiesa, bloccandolo nella sua residenza.

Un paio di giorni dopo, Álvarez è uscito, si è inginocchiato [es] e ha pregato davanti agli agenti di polizia per chiedere loro di smetterla di molestarlo. L'immagine è diventata virale

L'immagine che fa il giro del mondo. Il Vescovo di Matagalpa, @DiocesisdeMat, in ginocchio davanti alla porta della Curia della città, prega circondato dalle guardie sandiniste che lo controllano e lo tengono sotto assedio da ieri.

L'assedio è continuato per due settimane, fino al 19 agosto, quando la polizia, pesantemente armata, ha fatto irruzione nella residenza di Álvarez [ni] e ha arrestato lui e altri sacerdoti che vivevano lì. Il vescovo nicaraguense Silvio Báez, esiliato a Miami, ha twittato: 

Con cuore indignato e dolorante condanno il rapimento notturno del vescovo Álvarez. Se qualcuno sa dove si trova mio fratello vescovo, parli! Possano i suoi rapitori rispettare la sua dignità e liberarlo! Ancora una volta, la dittatura eccede il proprio spirito malvagio e diabolico.

La polizia nicaraguense ha rilasciato una dichiarazione [ni] in cui informava che Álvarez era stato portato nella capitale Managua, dove stava affrontando un'indagine per “organizzazione di gruppi violenti e incitazione a compiere atti di odio contro la popolazione… con l'obiettivo di destabilizzare lo stato del Nicaragua.” Gli utenti dei social media filogovernativi hanno supportato l'arresto e sostenuto la narrazione secondo la quale non si trattava di repressione, ma di ricerca dell'indipendenza dall'interferenza e dalla sicurezza dagli Stati Uniti. Ortega ha costruito la sua carriera politica durante la Guerra Fredda e la narrazione contro l'influenza degli Stati Uniti [it] in America Centrale.

La pagina Facebook “Tierra Prometida 2.0″ (Terra Promessa 2.0) ha condiviso questa immagine:

Nell'immagine: ARRESTATO La Polizia Nazionale del Nicaragua ha arrestato l'agitatore politico e agente straniero Rolando Álvarez
Nella didascalia: #BREAKINGNEWS LA POLIZIA NAZIONALE ARRESTA L'AGITATORE POLITICO ROLANDO ÁLVAREZ
LA POLIZIA SVENTA IL NUOVO PIANO PER TENTARE IL COLPO DI STATO FINANZIATO DAGLI STATI UNITI (…)

#VictoryStrength

E ricordate!!
👇 Questi criminali NON SONO la Chiesa…

Álvarez è attualmente agli arresti domiciliari, non raggiungibile, nella casa dei genitori, e la polizia non ha fornito aggiornamenti sulle indagini. Álvarez ha fatto appello alla fede e alla preghiera in uno dei suoi ultimi tweet:

“Preghiamo intensamente per i sacerdoti”. Mons. Rolando Josè.

Il silenzio e la mitezza criticati a Papa Francesco

Il conflitto dello Stato nicaraguense con la Chiesa cattolica ha raggiunto livelli internazionali, con reazioni di incredulità da parte dei sacerdoti cattolici di tutto il mondo, come negli USA, in Costa Rica e in Honduras. La situazione ha anche messo sotto pressione papa Francesco affinché rilasciasse una dichiarazione, ma il suo lungo silenzio ha messo in discussione il suo impegno nei confronti del clero cattolico del Nicaragua.

La mitezza di papa Francesco ha sollevato speculazioni sul fatto che sostenesse il regime di Ortega-Murillo (dal momento che ha recentemente confessato [ar] di avere una relazione personale con il presidente di Cuba, Raúl Castro). Altri pensano che il suo silenzio pubblico sia una strategia per tenere al sicuro i sacerdoti nicaraguensi non aggiungendo benzina al fuoco. Dopo diversi mesi di pressioni sui social media, il 21 agosto papa Francesco si è pronunciato:

Seguo la situazione in Nicaragua con preoccupazione e dolore. Vorrei esprimere la mia convinzione e la mia speranza che, attraverso un dialogo aperto e sincero, si possano continuare a trovare le basi per una convivenza rispettosa e pacifica. #Preghiamoinsieme

Molte critiche sono emerse dopo la dichiarazione del Papa. Il giornalista nicaraguense Carlos Fernando Chamorro ha twittato:

La mia rubrica su La Nación de Costa Rica: Che tipo di dialogo propone papa Francesco in Nicaragua? Un dialogo “aperto” e “sincero” è possibile solo senza prigionieri politici, senza uno Stato di polizia e con garanti internazionali. https://t.co/fs0MpTgZgmAn

Funzionari nicaraguensi hanno utilizzato il messaggio apolitico del papa per i propri fini, sostenendo che il papa vuole che i sacerdoti vengano processati. Un attivista digitale nicaraguense ha twittato quanto affermato [ni] dal capo del ministero delle Famiglie:

Il MIFAM ricorda al clero cattolico nicaraguense i ripetuti appelli di Sua Santità Papa Francesco alla non impunità per i sacerdoti che commettono crimini contro il decoro, contro la dignità umana #UnitinelleVittorie #PatriaBenedettaeLibera 

Non è chiaro se questa crisi più recente seppellirà ulteriormente ogni possibilità di dialogo pacifico in Nicaragua.

*Questa storia fa parte del Civic Media Observatory di Global Voices. Nell'Osservatorio, lavoriamo per decodificare le sfumature delle narrazioni all'interno di ecosistemi mediatici complessi e caotici. Questa storia sintetizza le recenti ricerche sull'ecosistema dei media del Nicaragua e fornisce contesto e sottotesto dietro a eventi di interesse pubblico. Si possono vedere le raccolte di dati pubblici della ricerca qui.

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