Sherlann Peters e Maria Diaz, duo trinbagoniano, oltre ad essere amiche sono anche colleghe scultrici. Lavorando insieme hanno creato lo Yoruba Village Monument, inaugurato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il 18 giugno durante lo Yoruba Drum Festival. Commissionato dal Comitato di Supporto all’Emancipazione di Trinidad e Tobago, o ESCTT, alta poco più di 6 metri, è la più grande scultura nell’est di Port of Spain (capitale di Trinidad e Tobago), e l’unica progettata ed eseguita congiuntamente da due donne. Il monumento, che si erge su Yoruba Square, era stato creato come omaggio alle offerte della Yoruba Village Community alla struttura sociale e culturale del Paese. Esso rappresenta una donna e un uomo Yoruba decorati con la tradizionale scarificazione sul volto.
Per quanto impressionante, questa non è la prima iniziativa delle donne nella creazione di arte pubblica. Si sono incontrate durante il corso di laurea in arti visive all’Università delle Indie Occidentali, ed entrambe hanno frequentato l’Università di Calgary come studentesse in scambio durante l’ultimo anno del corso. Prima di conseguire la laurea – cosa che è avvenuta in seguito alla loro carriera – esse erano principalmente autodidatte.
Originaria della comunità di Laventille nell’est di Port of Spain, Peters ha prodotto un’interpretazione artistica della pionieristica donna calipsoniana Calypso Rose, esibita al Commonwealth Institute a Londra nel 2011. Ha anche prodotto immagini di personaggi di spicco locali, incluso il primo ministro del Paese Eric Williams, e le leggende del calipso The Mighty Sparrow e Lord Kitchener. Anche il suo francobollo del 2004 che commemorava l’abolizione della schiavitù era stato ben accolto. Diaz, intanto, era presa dallo studio di tecniche scultoree all’avanguardia all’Università di Calgary; da lì in poi il suo lavoro si è concentrato sulle figure umane.
Sulla scia del 60 anniversario dell’Indipendenza [it] di Trinidad e Tobago dalla Gran Bretagna, ho intervistato Peters e Diaz via telefono, WhatsApp e email, per parlare della loro arte e dell’impatto che la scultura pubblica può avere in una nazione così giovane.
Tabatha Auguste (TA): Congratulazioni per l’ultima installazione! Raccontateci da dove nasce lo Yoruba Village Monument e come ci avete lavorato insieme.
Sherlann Peters (SP): I was recommended to the ESCTT by Professor Ken Critchlow, a longtime advocate of my work, who always expressed the desire to see my work on a monumental scale. After being briefed on the project, I went ahead to design two marquettes; the committee choose the one they felt most represented what they were aiming for. Excited to meet the challenge, I contacted Maria, a fellow sculptor and friend of eight years, to collaborate on the project with me.
Sherlann Peters (SP): Sono stata raccomandata al Comitato di Supporto all’Emancipazione di Trinidad e Tobago (ESCTT) dal professore Ken Critchlow, da molto tempo mio sostenitore, che ha sempre espresso il desiderio di vedere il mio lavoro su scala monumentale. Dopo essere stata informata sul progetto, sono andata avanti producendo due modelli; il comitato ha scelto quello che più rappresentava ciò a cui stavano mirando. Eccitata dalla sfida, ho contattato Maria, una collega scultrice e amica da otto anni, per collaborare con me al progetto.
TA: È abbastanza notevole che due artiste fossero assegnate alla commissione quando la scultura – almeno a livello locale – è stata tradizionalmente dominio degli uomini. Raccontateci di questa esperienza.
SP: It was quite challenging at times; it involved a lot of heavy lifting, working with power tools, and just physically strenuous work altogether.
Maria Diaz (MD): In Trinidad, sculpture on the whole isn't a vastly popular field, so we had to figure out some of the technical aspects of building this sculpture on our own.
SP: È stato abbastanza impegnativo a volte, implicava molti sollevamenti di carichi pesanti, lavorare con utensili elettrici, nel complesso solo fisicamente estenuante.
Maria Diaz (MD): A Trinidad, la scultura in genere non è un settore molto comune, quindi abbiamo dovuto risolvere gli aspetti tecnici per la costruzione di questa scultura da sole.
TA: È un grande traguardo e non parlo solo in termini di dimensioni. Cosa significa per voi essere responsabili di questa enorme installazione?
SP and MD: As sculptors we always visualised ourselves creating a monument someday and leaving a permanent mark on national soil. It's even more meaningful, knowing what the sculpture means to the area and the country. This is just the start of our legacy as female artists.
SP e MD: In quanto scultrici ci siamo sempre immaginate a creare monumenti un giorno e lasciare un segno permanente sul suolo nazionale. È addirittura più significativo sapendo cosa la scultura significhi per la zona e il Paese. Questo è appena l’inizio della nostra eredità come artiste.
TA: Diteci di più sullo scopo della scultura e il significato dello spazio in cui è collocata.
SP: According to books written by Eintou Pearl Springer, Rosanne Adderley, and Sylvia Frey, in the 19th century, a part of east Port of Spain was settled by many free Yoruba people, who arrived in Trinidad post-Emancipation and were able to hold on to their traditions, culture and customs — even their language. The area was known as Yoruba/Yarraba Village, and it reflected the strong influence of their West African heritage. We still have many of those influences today, including drumming, which experts say has left its mark on some of Trinidad and Tobago's Carnival traditions, as well as the practice of the Orisha religion.
SP: Stando ai libri scritti da Eintou Pearl Springer, Rosanne Adderley e Sylvia Frey nel XIX secolo, una parte ad est di Port of Spain era abitata da molte persone dello Yoruba, arrivate a Trinidad dopo l’emancipazione ed erano in grado di mantenere vive le loro tradizioni, la loro cultura e i loro costumi- e persino la loro lingua. L’area era conosciuta come Yoruba o Yarraba Village, e rifletteva la forte influenza della loro eredità africana occidentale. Ancora oggi abbiamo molte di quelle influenze, incluse le percussioni, che gli esperti dicono abbiano lasciato il segno nelle tradizioni del Carnevale di Trinidad e Tobago, così come la pratica della religione Orisha.
TA: Quale messaggio pensate la scultura trasmetta alla comunità circostante e perché l’arte pubblica soprattutto nelle aree urbane è considerata importante?
SP: Public art such as this […] provides a sense of belonging, and opens dialogue to and [promotes] awareness of African history.
MD: Representation of this magnitude gives a person a sense of identity within the space.
SP: L’arte pubblica come questa […] dona un senso di appartenenza, apre al dialogo e promuove la conoscenza della storia africana.
MD: La rappresentazione di questa grandezza dà alle persone un senso di identità nello spazio.
TA: Alcuni dettagli delle due sculture- la calabash, lo steel pan (letteralmente “tamburo d’acciaio”)- sono tutti perfettamente simbolici e ben ponderati. Come è stato il processo creativo? Come decidevate cosa avrebbe fatto ognuna?
SP: The details on the sculpture such as steel pan [in the collar and earrings on the figure of the woman] and calabash of peas [representing new growth and African heritage], with one sprouting the anchor and sankofa symbols [in the man's pendant], the talking drum [banned during slavery and from which came the birth of Trinidad and Tobago's national instrument, the steelpan], the cowrie shells were all symbols given in the conceptual phase by the ESCTT to be incorporated in the design, and because the design has two figures, we decided we'd each work on one.
[Peters was responsible for the male figure, Diaz for the female.]
MD: The monument was designed by Sherlann; using [her] marquette, we both worked separately and then brought the two figures together for finishing touches and installation.
SP: I dettagli della scultura come lo steel pan [nella collana e negli orecchini sulla figura della donna] e il calabash di piselli [che rappresenta la rinascita e l’eredità africana], con uno che fa spuntare l’ancora e i simboli sankofa [nel ciondolo dell’uomo], il tamburo parlante [proibito durante la schiavitù e da cui proviene lo strumento nazionale di Trinidad e Tobago, lo steel pan], le conchiglie di ciprea erano tutti simboli indicati dalla ESCTT nella fase di ideazione per essere inseriti nel progetto; visto che il progetto è composto da due figure, abbiamo deciso che ognuna avrebbe lavorato su una.
[Peters era responsabile per la figura maschile, Diaz per quella femminile.]
MD: Il monumento era stato progettato da Sherlann; usando il suo modello, abbiamo lavorato separatamente e dopo abbiamo unito le figure per gli ultimi ritocchi e l’installazione.
TA: Com’è lavorare con un’amica, soprattutto quando le aspettative sono così alte? Il processo creativo vi ha avvicinate?
SP: Even though our approach to sculpting is vastly different, we share a lot of commonalities. For example, our materials and subjects are often very similar, and we're both self-taught, so as friends, sharing studio practices has become natural to us over the years. Working on this project was at times very intimidating; the idea of public perception and our own self-doubt was at times nerve wracking, but we cancel out each other's shortcomings and as a team, I think we're a force.
MD: Working on a piece of this magnitude was daunting. Neither of us had ever done a piece at this scale, but knowing that we would [be] working on it together, we welcomed the challenge. Apart from us both being sculptors and being really great friends, we also have different strengths and weaknesses that complimented the other person's. Sherlann was stronger in some areas where I wasn't, so she took the lead, and then there were areas where I was stronger and took the lead. Thankfully, we trusted each other […] I think what made this dynamic work was that there [weren't] any egos involved and we both shared [the] same goal of wanting to see this monument erected.
SP: Sebbene il nostro approccio alla scultura sia molto diverso, condividiamo molte caratteristiche. Per esempio, i nostri materiali e i nostri soggetti sono spesso molto simili, e siamo entrambe autodidatte; quindi, in quanto amiche, condividere le pratiche di studio è diventato, negli anni, naturale per noi. Lavorare a questo progetto è stato talvolta complicato; l’idea della percezione del pubblico e i nostri stessi dubbi è stata a volte snervante, ma compensiamo i difetti l’una dell’altra e come squadra, e penso sia una forza.
MD: Lavorare a un’opera di questa grandezza è stato spaventoso. Nessuna di noi aveva mai creato un’opera di queste dimensioni, ma sapendo che ci avremmo lavorato su insieme, abbiamo accettato la sfida. A parte l’essere entrambe scultrici e grandi amiche, abbiamo diversi punti di forza e di debolezza che si compensano a vicenda. Nelle aree in cui Sherlann era più forte ha preso lei il comando, e lì dove ero io più forte sono stata io a prendere l’iniziativa. Fortunatamente ci fidiamo l’una dell’altra […]Penso che ciò che abbia reso dinamico il lavoro fosse il fatto che nessun ego fosse coinvolto e che entrambe condividessimo lo stesso obiettivo di vedere questo monumento eretto.
TA: C’è un messaggio sottinteso- in termini di uguaglianza o relazioni di genere- nel fatto che ci siano una figura maschile e una femminile?
SP: The Yoruba culture functions under a system of gender balance; women attain power and influence through economic and religious roles. The sculpture features a Baba (male) — the protector — and Iya (female), seen as a nurturer. Although their roles differ, they are both equally necessary. It was important that both male and female viewers can see themselves represented in this monument.
SP: La cultura Yoruba si basa su un sistema di parità di genere; le donne raggiungono il potere e influiscono mediante ruoli economici e religiosi. La scultura rappresenta un Baba (maschio)- il protettore- e una Iya (donna), vista come una nutrice. Sebbene i loro ruoli siano diversi, sono ugualmente necessari. Era importante che gli spettatori o le spettatrici potessero sentirsi rappresentati da questo monumento.
TA: Cosa vi piacerebbe che gli spettatori facessero propria di questa scultura?
SP and MD: The Monument speaks of the rich history and culture of the soil once known as Yoruba Land and the importance of its preservation. Through this piece we hope to invoke a sense of pride, affinity, and restoration of harmony in the existing communities [which have been victim to increasing levels of gun violence].
SP e MD: Lo Yoruba Village Monument racconta della ricca storia e cultura del territorio un tempo conosciuto come Yoruba Land e dell’importanza della sua salvaguardia. Attraverso quest’opera speriamo di evocare un senso di orgoglio, affinità, e ripristino dell’armonia nelle comunità esistenti [le quali sono state vittime di crescenti livelli di violenza armata].
TA: In un contesto di grande sensibilità alla contestualizzazione storica dell’arte pubblica, perché sculture come queste sono fondamentali, in termini di consapevolezza dell’eredità africana?
SP: Their presence in our landscape acts as a medium that allows future generations to pursue conversations and the history of our ancestors not taught at schools.
MD: To have a monument of something or someone gives the subject an elevated form of reverence to it, it acts as a public acknowledgment of its subject as being important to the people and space it is in. This is why the Yoruba monument is necessary in the Yoruba Square. Our African heritage plays an important part of our history, and not enough emphasis is placed on their contributions to the development of the country. The monument will act as a permanent reminder and pubic acknowledgment of the African legacy in Trinidad and Tobago.
SP:La loro presenza nel nostro paesaggio si comporta come un mezzo che permette alle future generazioni di approfondire le conversazioni e la storia dei nostri antenati non insegnata a scuola.
MD: Avere il monumento di qualcosa o di qualcuno dà al soggetto un’elevata forma di riverenza verso di esso, agendo come un riconoscimento pubblico del suo soggetto essendo importante per le persone e lo spazio in cui si trova. Ecco perché lo Yoruba Monument è necessario nella Yoruba Square. La nostra eredità africana gioca un ruolo fondamentale nella nostra storia, e non si dà abbastanza importanza sul suo contributo per lo sviluppo del Paese. Il monumento sarà come un ricordo indelebile e un riconoscimento pubblico dell’eredità africana a Trinidad e Tobago.
TA: Come pensate di sviluppare la vostra arte? Ritenete che Trinidad e Tobago sia un terreno fertile per lo sviluppo di artiste come voi?
SP: Trinidad and Tobago is a great starting point to find your artistic voice. The art community is very open to young artists finding their style. However, once you have reached a certain point in your career you may run the risk of outgrowing the space and may have to seek international opportunities to advance your career.
There has been a resurgence of support for creatives in the past few years. The government developed a national registry [for] professional artists and cultural workers, [which] offers tax break incentives to companies that buy their art. It also offers a number of grants, mentorship programmes, and funding for creative projects.
MD: In the private sector, art galleries are opening their doors to emerging artists, allowing them to show their work in a gallery setting. Communal art workshops have also began popping up, and there is now a larger public interest in art and creative activities.
SP:Trinidad e Tobago è un ottimo punto di inizio per trovare la tua voce artistica. La comunità artistica è molto aperta ai giovani artisti che sono alla ricerca del loro stile. Ad ogni modo, una volta raggiunto un certo livello della tua carriera puoi correre il rischio di spaziare e cercare opportunità internazionali per migliorare la tua carriera.
C’è stato un ritorno al supporto per gli artisti creativi negli ultimi anni. Il governo ha sviluppato un registro nazionale per artisti professionali e lavoratori culturali, che offre agevolazioni fiscali alle compagnie che investono sull’arte. Offre anche un numero di borse di studio, programmi di mentoring e raccolta per progetti innovativi.
MD: Nel settore privato le gallerie d’arte aprono le loro porte agli artisti emergenti, permettendogli di mostrare il loro lavoro in una cornice museale. I laboratori d’arte condivisi si stanno espandendo, e c’è un interesse pubblico maggiore nei confronti dell’arte e delle attività creative.
TA: Quale consiglio daresti ai giovani artisti, soprattutto alle donne?
SP: Make art that makes you happy. Mistakes and failures are your greatest teachers [so] allow yourself to learn and improve from them rather than be despondent, and compete only with yourself.
SP: Fate l’arte che vi rende felice. Gli errori e i fallimenti sono i più grandi insegnanti , quindi permetti a te stesso di imparare e migliorare da essi invece che abbatterti e competere solo con te stesso.
Puoi seguire Sherlann Peters su Instagram e Facebook. L’account Instagram di Maria Diaz è qui, la sua pagina Facebook qui, e puoi visitare il suo sito web.