Un'organizzazione keniota fonda un museo dell'albero mentre le piante indigene africane rischiano l'estinzione

A YouTube screenshot of the Miti Alliance Founder Michael Waiyaki inspecting the Naro Moru tree museum

Videata del fondatore della Miti Alliance, Michael Waiyaki, mentre ispeziona gli alberi del museo dell'albero di Naro Moru, da Voices for Just Climate Action on YouTube.

Crescere nel Kenya rurale degli anni '80 significava vedere alberi dappertutto. Da ragazzina sapevo quali alberi avessero i ramoscelli migliori per spazzolarmi i denti mentre andavo a scuola, da quali si ricavassero le migliori scope (dovevamo spazzare i bagni con la cenere ogni venerdì) e quali fornissero gomma da masticare naturale (non ero in grado di permettermi la vera gomma da masticare al tempo) che puntualmente mi si attaccava ai denti.

Ripensando ad allora, tutti conoscevamo gli alberi con il loro nome originario: Mũiri [en, come i link seguenti, se non altrimenti indicato], Mũkindũri e Mũkũngũgũ. Conoscevamo i loro usi funzionali e medici. Allora non conoscevamo il valore di questa preziosa conoscenza indigena di cui, come il cibo che mangiavamo, ci nutrivamo ogni giorno grazie a racconti, proverbi e frasi dei saggi che sottolineavano l'importanza di vivere in armonia nella natura, come questo proverbio della mia comunità nativa, gli Gikuyu/Kikuyu [it]:

Aya mendaine ta gĩkwa na Mũkũngũgũ.

Amarsi l'un l'altro come la pianta di igname e quella della commiphora.

Le piante che coltivavamo erano tutte piante indigene.

Avanziamo di 30 anni, e ora gli alberi sono diventati una vista rara, soprattutto nelle zone urbane e periurbane. A causa del veloce aumento nella crescita della popolazione che ha fatto crescere esponenzialmente la richiesta di terreno per l'agricoltura e lo sviluppo, la richiesta di piante a crescita più veloce e di maggiore vendibilità ha visto crescere drammaticamente gli alberi esotici a scapito delle specie native.

Come me, anche Michael Waiyaki è cresciuto a fine anni '80 nella città di Limuru, a soli 25 km da Nairobi.  Waiyaki è un ambientalista che ha lottato per rallentare gli effetti devastanti del cambiamento climatico dovuti alla deforestazione; è anche il fondatore e presidente di Miti Alliance, una società keniota di impatto sociale che sta adottando un approccio particolare alla conservazione dell'ambiente. Ha costruito un museo degli alberi per preservare le sementi di alcuni rari alberi indigeni africani che potrebbero estinguersi a breve.

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In un'intervista a Global Voices, Waiyaki descrive la sua infanzia come un tempo in cui la vita era libera.  

There are things that we did outdoors, like gwetha nding’oing’o (looking for dung beetles), grazing cows, and playing in the forest that was so carefree. There was something about the peace I felt being in nature. 

C'erano cose da fare fuori, come gwetha nding’oing’o (cercare gli scarafaggi del letame), pascolare le mucche, giocare nella foresta spensieratamente. C'era qualcosa nella pace che sentivo nella natura.

Mentre parlava non potevo non notare i diversi parallelismi tra le nostre infanzie. Waiyaki, ora 40enne, ricorda con grande affetto i tre enormi alberi di avocado che torreggiavano sul suo villaggio. 

Every harvesting season, my siblings collected the avocados and [sold] the surplus fruits in the nearby market. We’d use that pocket money to buy whatever items we needed in school.

Ogni volta, nella stagione del raccolto, i miei fratelli raccoglievano gli avocado e [vendevano] i frutti in eccesso al mercato li vicino. Usavamo quei piccoli guadagni per comprarci quello che ci serviva per la scuola. 

Crescendo, lo scenario attorno a casa sua ha iniziato a cambiare. Piano piano quello che era un verde tappeto di alberi si è trasformato in campi di mais e paesaggi cittadini di cemento.

I suoi primi tentativi di coltivazione li colloca nei giorni del collegio. Usando la sua pagina Facebook aveva radunato amici e colleghi volontari al Rotaract Nairobi Central di cui era membro. Con i pochi fondi raccolti avevano acquistato sementi di piante indigene. Durante il periodo delle piogge (da marzo a maggio e da novembre a dicembre) ritornavano alle loro case rurali e piantavano alberi. 

I found so much happiness in the forest, ever hiking and seeing rivers.

Ero così felice nella foresta, passeggiando ed osservando i fiumi.

Grazie al suo consistente lavoro ambientale in ogni stagione delle piogge la corporazione ha potuto iniziare a raccogliere l'interesse di altre persone che si sono unite – ma molti sono venuti con i loro programmi che non sempre corrispondevano ai suoi. Perciò era costantemente in cerca di fondi. La sua lotta non poteva che peggiorare quando, nel 2018, fondò la Miti Alliance decidendo di dedicarvi tutto il proprio tempo ed i suoi sforzi.

I could be living a better life, travelling but here I am where half of the time I'm struggling to raise salaries.

Avrei potuto vivere meglio, viaggiando, ma sono qui dove per la metà del tempo lotto per pagare gli stipendi.

Ma ogni volta che era al limite, qualcosa lo risollevava dal baratro.

I have tried to leave this work like everyone else. Perhaps get a good job with my Master's degree and live comfortably. But I’ve done it once before and I’d always find myself coming back. I was restless despite having good money. 

Come tutti, ho tentato di lasciare questo lavoro. Magari trovarmi un buon lavoro grazie alla mia laurea e vivere bene. Ma l'ho fatto una volta in passato e mi sono trovato a ritornare. Non stavo bene nonostante avessi un  bel po’ di denaro. 

Waiyaki condivide nome e lignaggio con il grande combattente per la libertà keniota Waiyaki wa Hinga. 

I recently watched the video of Wangari Maathai. Wangari was talking about how her fight for Karura forest was the same fight that Waiyaki Wa Hinga fought. She said “if you want to kill me, go ahead, even Waiyaki died for this land.”  It made so much sense that I share a name and lineage with him.

Di recente ho visto il video di Wangari Maathai. [it] Wangari raccontava di come la sua lotta per la foresta di  Karura fosse stata la prima combattuta da Waiyaki Wa Hinga. Ha detto “se volete uccidermi, fatelo; anche Waiyaki è morto per questo paese.” Mi ha reso più conscio del nome e del lignaggio che condivido con lui. 

 

Primary school students planting fruit and indigenous trees in their compound. The exercise was organised and facilitated by Miti Alliance

Gli studenti delle scuole elementari nell'orto mentre piantano alberi da frutta ed indigeni. Questo esercizio è stato organizzato e reso possibile da Miti Alliance. Foto usata con licenza

La defunta Wangari Maathai era una famosa ambientalista, attivista e vincitrice del premio Nobel per la Pace che, come Waiyaki, ha fortemente difeso la coltivazione di piante indigene per contrastare i cambiamenti climatici. Le sue richieste di vietare gli alberi di eucalipto – una pianta di importazione che richiede molta acqua – lungo le sponde dei fiumi la ha resa impopolare presso le élite politiche ed  gruppi ambientali. 

La copertura forestale dell'Africa si sta riducendo ad un tasso allarmante nonostante gli sforzi concertati per sensibilizzare la popolazione in merito alla loro importanza come risorse idriche ed il loro effetto su clima. Nel 2020 solo il 22.7 % (circa 674.419.000 ettari) di Africa erano coperti da foreste, secondo quanto riferisce la FAO. Tra il 1990 ed il 2010 l'Africa ha perso il 10%  (circa 74.819.000 di ettari) della propria copertura forestale.

Gli alberi indigeni sono in declino, e non solo in Kenya.  

Miti Alliance si è posta un obiettivo audace – piantare 5 milioni di alberi entro il 2025.  Sebbene la loro bandiera sia il programma scolastico Miti, che fino ad ora ha visitato oltre 250 scuole, la vera passione di Waiyaki è il progetto del museo degli alberi. Con oltre 120 specie rare piantate fino ad ora nella piantagione di Naro Moru alle pendici della seconda montagna più alta dell'Africa, il monte Kenya, l'Alliance spera che il museo possa diventare un modello per altri progetti conservativi. 

If there is no change, we might be the only source of these seeds. A live seed bank shall not only protect Indigenous trees and knowledge, but we are also looking to replicate this. 

Se non ci saranno cambiamenti potremmo essere i soli a salvaguardare queste sementi. Una banca del seme vivente non solo protegge gli alberi e le conoscenze indigene; stiamo anche cercando di replicarli. 

L'attuale copertura forestale del Kenya è del 7,2%. Il governo vuole arrivare al 10% entro il 2022 grazie a sforzi di riforestazione.

Negli ultimi anni c'è stata una crescente avversione agli alberi indigeni che vengono considerati meno vendibili commercialmente. Ma, fa presente, la gente deve imparare a guardare oltre il puro valore commerciale.

I feel like our kids are caught in between a very rapidly changing world. In 25 years, I want my children to have something they can remember me by. Beyond my children, my pride in being African has left me questioning, “What can I offer?” The quest is now very clear. I want to safeguard its knowledge. The more I think about it, the more I see the value. I might not get noticed but it will be worth it.”

Mi sembra che i nostri bambini siano intrappolati in un mondo che sta cambiando molto rapidamente. In 25 anni voglio che i miei bambini abbiano qualcosa che gli ricordi di me. Oltre ai miei bambini, il mio orgoglio di africano mi porta a chiedermi “cosa posso offrire?” La domanda ora è molto chiara; voglio salvaguardare le sue conoscenze. Più ci penso e più ne vedo il valore. Potrebbero non notarmi, ma ne sarà valsa la pena.”

Spiega come il museo degli alberi di Narumoru sia la chiave alla sostenibilità intersezionale:

We see this as a great opportunity for us to create an even bigger facility to teach about not just the trees but also Indigenous vegetables and explore commercially viable explorations around Indigenous trees.

La vediamo come una grande opportunità, per noi, di creare una facilità ancora maggiore di insegnare non solo gli alberi, ma anche le verdure indigene, ed esplorare le possibilità di esplorazioni commercialmente valide in merito alle piante indigene .

Waiyaki non è un profeta solitario con un vangelo impopolare. Però, sebbene ci siano altre comunità keniote come i Kipsigis, gli Ogiek, e la comunità Aberdare Kiburu che stanno lavorando alla restaurazione di siti degradati, è l'audace obiettivo di Miti Alliance di preservare una banca semi di oltre 5 milioni di specie native ciò che potrebbe dar loro una possibilità di lotta in futuro.

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