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Attivisti ed artisti in Thailandia commemorano la rivolta 8888 del Myanmar

Categorie: Asia orientale, Myanmar (Burma), Tailandia, Citizen Media, Giovani, Guerra & conflitti, Politica, Protesta, Relazioni internazionali, Storia, Myanmar Spring Revolution
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Uno striscione al Tha Pae gate di Chiang Mai in Thailandia. Foto [1] da Prachatai

Questo articolo [1] [en, come i link seguenti, se non diversamente indicato] è stato pubblicato in origine su Prachatai, sito di informazioni indipendente thailandese; la versione modificata viene ripubblicata da Global Voices secondo un accordo per la condivisione di contenuti. 

L'8 agosto scorso attivisti ed artisti thailandesi e birmani si sono riuniti a Chiang Mai, in Thailandia, per commemorare il 34esimo anniversario della rivolta 8888 [2][it] e protestare contro la violenza sul popolo da parte della Junta del Myanmar, mentre un performer eseguiva un assolo davanti all'Ambasciata del Myanmar a Bangkok.

La rivolta 8888 [3]è consistita in una serie di marce di protesta in Myanmar nel 1988, iniziate con proteste organizzate dagli studenti universitari contro il governo guidato dal generale Ne Win e culminate in uno sciopero generale ed una dimostrazione di massa da parte di studenti, monaci buddisti e cittadini l'8 agosto 1988. Le autorità hanno sparato sui dimostranti dopo aver ricevuto dal generale Ne Win l'ordine “le armi non sono fatte per sparare in aria”, causando un alto numero di vittime.

Lunedì 8 agosto gli attivisti thailandesi e la comunità birmana di Chiang Mai si sono riuniti al Tha Pae gate, famosa attrazione turistica, per commemorare il 34esimo anniversario delle proteste, protestare contro le violenze commesse sul popolo dall'attuale giunta militare [4] guidata del generale Min Aung Hlaing e porgere omaggio ai quattro attivisti pro-democrazia recentemente giustiziati dalla giunta [5].

Molti partecipanti hanno criticato le tiepide risposte politiche [6] dell'Associazione del Blocco delle Nazioni del Sudest Asiatico  (ASEAN) lamentando che il blocco aveva fallito nel proteggere in maniera adeguata i cittadini del Myanmar e nell'affrontare la giunta militare. In due anni dal colpo di stato, ASEAN ha faticato a districarsi nella [7] situazione in Myanmar ed ha ripetutamente fallito nel raggiungere una decisione unanime con i 10 stati membri in merito alle azioni da intraprendere.

Leggi anche: Myanmar's Spring Revolution [8]

Durante l'evento gli attivisti thailandesi e birmani hanno letto poesie e tenuto discorsi. Gli artisti hanno anche rappresentato un’opera [9] per illustrare il silenzio della comunità ASEAN sulla situazione in Myanmar. Prima di concludere l'evento i partecipanti hanno organizzato una veglia a lume di candela per ricordare le rivolte dell'8 agosto 1988 e quanti sono morti a causa delle violenze di stato commesse dalla giunta.

Tha Pae Gate vigil [1]

Veglia a lume di candela al Tha Pae gate in Thailandia. I dimostranti hanno commemorato il 34esimo anniversario della rivolta 8888. Foto [1] da Prachatai. Usata con licenza.

Lunedì mattina presto il performer Nontawat Machai del gruppo artistico Lanyim Theatre ha eseguito una rappresentazione in assolo davanti all'ambasciata del Myanmar a Bangkok per commemorare la rivolta 8888 e chiedere democrazia sia in Thailandia che in Myanmar.

Nontawat ha detto di non condividere l'idea che la Thailandia non dovrebbe interferire con quanto sta accadendo nei paesi limitrofi, e che, poiché tutti siamo umani, non si può stare a guardare mentre la gente viene uccisa, anche se ciò accade dall'altro lato del mondo.

They claim our silence to kill others, so I’m just not going to let them use my silence as an excuse to kill other people.

I don’t care what people will say, or why you should meddle in other people’s affairs. Actually, this is not about national borders. I see them as living human beings like us.

Pretendono il nostro silenzio per uccidere altre persone, perciò io semplicemente non sono disposto a lasciargli usare il mio silenzio come scusa per uccidere altre persone. Non m'interessa cosa dirà la gente, o perché dovrebbe intromettersi negli affari degli altri. In effetti, non si tratta dei confini nazionali. Li considero esseri umani esattamente come noi.

Nontawat ha detto di voler sollecitare la gente a parlare anziché fare nulla, perché se non c'è azione la gente non sarà in grado di sfuggire al ciclo della dittatura. Ha anche affermato di credere che sia ancora possibile che il popolo ottenga dei cambiamenti, ma che ciò richiede molta perseveranza.

“È una lezione che insegna che, anche se non c'è ancora la forza, o se la forza è ancora debole, continueremo ad andare avanti. Penso che questo sia il nostro obiettivo. Essere scontenti perché non abbiamo potere e perdere la speranza per me, non esiste. C'è sempre speranza” queste le sue parole.

Nontawat Machai during his performance at the Myanmar Embassy in Bangkok [1]

Nontawat Machai durante la sua rappresentazione all'ambasciata del Myanmar a Bangkok. Foto [1] da Prachatai. Usata con licenza.