I cani randagi di Katmandu venerati per un giorno

Image by Gopen Rai via Nepali Times. Used with permission.

Foto di Gopen Rai pubblicata sul Nepali Times, usata con autorizzazione.

Questo articolo [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] di Sonia Awale è stato pubblicato in origine sul Nepali Times. Una versione redatta è stata pubblicata su Global Voices come parte di un accordo per la condivisione dei contenuti.

È di nuovo quel periodo dell'anno in cui noi nepalesi veneriamo diversi membri del regno animale. Mucche e corvi, tori e cani, tutti loro hanno un giorno dedicato durante questa settimana. Nel giorno del Kukur Tihar (che quest'anno cade il 24 ottobre) le persone venerano i cani per compiacere Yama, il dio della morte. Viene posto loro un tilaka [it] sulla testa e indossano ghirlande floreali intorno al collo.

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Ironico che quella sera stessa i cani vengano spaventati a morte dai fuochi d'artificio. I nostri amici pelosi restano traumatizzati, alcuni scappano lontano pur di non sentire i rumori. Ci sono storie di cani che non sono mai più tornati a casa.

“Quello che facciamo qui è completamente sbagliato, veneriamo i cani di giorno e li spaventiamo di sera”, ha detto l'attivista dei diritti degli animali Sneha Shrestha, che lavora con l'organizzazione non-profit Sneha’s Care, che dà rifugio ad animali abbandonati e senza casa delle strade di Katmandu.

Shrestha ha 170 cani portati in salvo e racconta che sono terrorizzati ogni volta che nel quartiere si svolge una rumorosa festa di matrimonio.

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“Il Tihar è orrendo a causa delle esplosioni dei fuochi d'artificio. A volte i cani che si trovano all'aperto, senza alcuna protezione, muoiono di infarto”, ha aggiunto Shrestha.

Il Kukur Tihar è uno dei festival più inusuali al mondo; diversi documentari internazionali hanno testimoniato la reverenza nepalese nei confronti dei cani. Ha ispirato il “Kukur Tihar in Messico“, che si svolge la stessa settimana che in Nepal. Il minimo che possiamo fare, dunque, è essere gentili nei confronti dei cani che veneriamo.

Il lato positivo è che molte più famiglie nepalesi sono ora propense ad avere dei cani in casa e far crescere i propri figli con gli animali domestici, instillando in loro le virtù di gentilezza e compassione verso tutte le creature vivente sin da piccoli.

Il modo in cui i nepalesi trattano i cani randagi e i cani della comunità, tuttavia, può differire molto dai cani domestici. I cani randagi non appartengono necessariamente a qualcuno, ma fanno parte delle comunità che proteggono in cambio di cibo e, a volte, riparo.

Ma si sono verificati episodi orribili di crudeltà verso gli animali nei confronti dei cani delle comunità, incluso l'avvelenamento da parte delle autorità cittadine nel nome dell'abbattimento selettivo, o per prevenire la diffusione di rabbia. Stando alle associazioni animaliste, si stima che oltre 100.000 cani vivano nelle strade della Valle di Katmandu.

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Le famiglie comprano sempre di più cuccioli dai canili come simbolo di status, e, stando a un sondaggio ufficioso, gli Husky sono diventati più popolari e più venduti dei Labrador Retriever e dei Pastori Tedeschi. Tuttavia, ancora poche persone adottano cani randagi salvati nei rifugi.

“Avere un cane è ancora una questione di vanità. Se veramente volessimo averne uno per amarlo, la razza non dovrebbe importare”, dice Shrestha. “Difatti, se noi nepalesi fossimo davvero orgogliosi della nostra eredità e delle nostre origini come diciamo, dovremmo adottare più razze locali, che non sono inferiori alle altre razze in nessun modo.”.

Le associazioni animaliste, infatti, si adoperano sempre di più per promuovere cure e trattamenti migliori ai cani randagi e delle comunità, e per far sì che vengano adottati da famiglie affettuose con lo slogan “Non comprare, adotta”.

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Le associazioni animaliste, i rifugi per animali e i giovani soccorritori indipendenti hanno giocato un ruolo fondamentale nella diffusione del messaggio, soprattutto attraverso i social media. Gli influencer e le celebrità che hanno centinaia di migliaia di follower potrebbero fare di più, adottando un cane randaggio per poter essere un buon esempio.

Il cane randagio nepalese è stato riconosciuto come razza a sé e il suo DNA discende dal primo cane addomesticato. Stando a uno studio di genetica del 2015, pubblicato nella rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, ci sono prove sostanziali che mostrano che i primi cani sono stati addomesticati nel Nepal odierno, in Tibet e in Mongolia almeno 15.000 anni fa. Si sono evoluti dai lupi grigi eurasiatici e sono migrati attraverso l'Asia con gli uomini preistorici.

Le razze meticce nepalesi sono estremamente leali e, essendo meno predisposte alle malattie congenite, sono solitamente più in salute e hanno una durata di vita più lunga delle razze pure endogamiche. Sanno cavarsela per strada, sono obbedienti e rispondono bene alle ricompense. Non sorprende, quindi, l'aumento di domande estere per adottare i cani randagi nepalesi.

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“I nepalesi preferiscono le razze pure, mentre gli occidentali hanno capito il valore di questi cani randagi trascurati”, fa notare Lesley Mapstone del Temple Dog Rescue in Canada, sostenitrice delle associazioni animaliste nepalesi.

E inoltre aggiunge: “Le razze locali nepalesi sono uniche e rare, sono più amichevoli perché hanno già una struttura sociale, sono anche più socievoli e vanno d'accordo con le persone perché sono cresciuti per strada, e sono anche addestrati bene. Come si può non amarli?”.

Mapstone è stata in Nepal nove volte dal 2017 e passa quasi metà dell'anno nel paese per promuovere l'adozione dei cani randagi nepalesi, principalmente in Canada. Al momento, tuttavia, c'è un divieto temporaneo sul loro trasporto a causa di alcune irregolarità sugli stati vaccinali dei cani.

In questo video potete ascoltare un’intervista a Srijana Thakuri del rifugio Sree Rescue Animal Nepal, che dichiara: “Ci vuole tempo e fatica a salvare i cani, ma le persone non ci pensano due volte a ucciderli”.

I vaccini antirabbici sui cani sono stati trascurati a lungo dalle municipalità e dai governi locali. Le associazioni animaliste come la Sneha's Care, il KAT Centre e lo Street Dog Care stanno dando una mano alle municipalità, come quella di Lalitpur, a sterilizzare e gestire i cani della comunità.

La rabbia [it] è un problema reale, ma, piuttosto che vaccinare i cani, le città nepalesi preferiscono sterminare i cani quando scoppia un'epidemia.

“Siamo sempre pronti ad aiutare il governo con le nostre conosce tecniche, ma purtroppo non se ne interessano minimamente”, rivela Sneha Shrestha, raccontando di quella volta in cui chiese agli ufficiali 10.000 dosi di vaccini antirabbici, per poi riceverne solo 500.

Il Nepal ha bisogno di incrementare la manifattura domestica di vaccini antirabbici, se vuole raggiungere l'obiettivo dell'OMS di eliminare la rabbia entro il 2030. Ma, dice Shreshta, “al momento è praticamente impossibile”.

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Non sorprende che un governo che a stento si preoccupa della salute dei cittadini trascuri allo stesso modo gli animali. Ma la compassione che una nazione mostra verso i propri animali di solito la dice lunga su come tratti i propri cittadini.

Dice Lesley Mapstone: “La mia parte preferita del Nepal sono i cani randagi, a parte i cittadini nepalesi. La mia umile richiesta a tutti è questa: se veramente volete un cane da amare e proteggere per il resto della loro vita, adottate un cane locale, e siate gentili con loro”.

Avrebbe potuto aggiungere: siate gentili con loro ogni giorno, non solo durante il Kukur Tihar.

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