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La Russia sta conducendo una guerra dell'informazione in America Latina

Categorie: America Latina, Europa centrale & orientale, Russia, Ucraina, Censorship, Citizen Media, Guerra & conflitti, Media & Giornalismi, Relazioni internazionali, La Russia invade l'Ucraina

Illustrazione di Global Voices

Sempre, quando ci sono state contrapposizioni tra la Russia e gli Stati Uniti, la Russia ha voluto avvicinarsi ai vicini degli Stati Uniti in America Latina. E anche se la Russia non ha la forza economica per aumentare la sua influenza nella regione, i suoi canali informativi si stanno espandendo a gran velocità ed efficacemente.

In accordo con la nostra indagine [1] [it] realizzata nell'Università di Vilnius (Lituania) durante il primo semestre del 2022, Russia Today (RT) Español, Sputnik Mundo [2] [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], le reti delle sedi diplomatiche e gli alleati politici della Russia, accademici, influencer e utenti fasulli contribuiscono ampiamente al modo in cui l'America Latina percepisce la politica globale.

Il governo russo ha fondato RT Español nel 2009 e attualmente è proibito nel continente europeo, tuttavia, è una delle fonti di notizie più popolari in America Latina. La sua pagina Facebook [3] ha più di 18 milioni di follower, quasi cinque volte più della sua controparte in inglese. I media occidentali rimangono indietro, se confrontati con RT Español; la CNN ha circa 15 milioni di follower, la BBC circa sette milioni e Deutsche Welle tre milioni.

Gli account Twitter di RT e Sputnik, che sono attualmente sospesi, non hanno molti follower, ma anche così ci sono utenti e troll che ne diffondono i contenuti. Altri account, come quello in lingua spagnola Donbass Media [4], creata nel febbraio 2022 e amministrata dal Comitato Spagnolo di Aiuto e Appoggio al Donbass [5] al fine di “coprire la situazione in Donbass”, riferisce presunti crimini ucraini contro la popolazione civile e sulle attività umanitarie delle truppe della Federazione Russa. Donbass Media, amministrata apparentemente da volontari, ha pubblicato più di 800 tweet e ha più di 33.000 follower. Tuttavia, non si sa quanti di questi follower sono reali, dato che il numero di persone che interagiscono con i suoi contenuti è molto basso.

Dato che i paesi occidentali hanno bloccato i media russi, la rete degli uffici delle rappresentanze russe ha acquisito una importanza speciale in questa guerra d'informazione. Le ambasciate pubblicano informazioni di RT, offrono materiale originale o diffondono informazioni di altre ambasciate. Hanno una gran rete di follower. Per esempio, l’Ambasciata russa in Messico [6] ha circa 62.000 follower. L'informazione prodotta da queste sedi diplomatiche si diffonde ampiamente. Per esempio, la notizia che la guerra in Ucraina era iniziata molto prima del 24 febbraio – dando a intendere che la Russia non aveva cominciato la guerra e che nazionalisti ucraini avevano bruciato 48 persone a Odessa nel 2014, rimanendo impuniti – è stata condivisa più di 4.000 volte ed è stata contrassegnata da “mi piace” circa 7.000 volte.

Allo stesso modo, si registra un importante flusso di attività proveniente da account falsi. Per esempio, un account di YouTube con il nome di Ricardo Meruano [7], che usa la foto del famoso attore cileno Ricardo Meruane [8] e che pubblicava occasionalmente solo video musicali, è apparso nell'aprile 2022 trasmettendo informazione russa sull'Ucraina.

“Diamo la colpa a tutti, meno che alla Russia”

Tutte queste fonti d'informazione pubblicano contenuti che creano o riportano dichiarazioni ufficiali di politici russi. E, anche se i messaggi sono numerosi, è possibile identificare le narrative generali che la Russia vuole diffondere nelle società latinoamericane: colpa occidentale, colpa ucraina, denunce di russofobia e ipocrisia occidentale. Sono elementi complementari che creano sfiducia nell'Ucraina e nei suoi alleati e presentano la Russia come la vera vittima dell'Occidente.

Tra le prime spiegazioni per giustificare l'”operazione speciale” della Russia in Ucraina si trovava la “colpa occidentale”, cioè i messaggi dell'”espansione aggressiva della NATO”, il costante “imperialismo occidentale” e l'Ucraina come “burattino dell'Occidente”. L'espansione della NATO è stata una delle prime giustificazioni per l'intervento militare. D'altra parte, uno dei programmi satirici più popolari di RT spiegava le “linee rosse” della Russia un mese prima dell'invasione.

All'inizio della guerra, l'Ambasciata della Russia in Messico ha pubblicato un messaggio di Sergey Lavrov, ministro degli Affari esteri della Russia, che affermava che la Russia aveva cercato di negoziare con l'Occidente, ma che aveva ricevuto in cambio solo “menzogne e inganni”. Quando scoppiò la guerra, molte ambasciate russe in America Latina pubblicarono frequentemente messaggi, per la maggior parte di Lavrov, nei quali si indicava che l'obiettivo della guerra era evitare che l'Occidente (o gli Stati Uniti) creasse un mondo unipolare o fermare l'egemonia statunitense.

Un altro elemento storico che i media russi usavano spesso era l'immagine nazista. È comune accusare l'Occidente, sia negli account diplomatici ufficiali che in video di TikTok, di appoggiare movimenti nazisti e ultranazionalisti che si sono infiltrati nelle forze politiche e nelle forze armate ucraine, così come di finanziare militari o di possedere armi chimiche, e di lavorare con nazionalisti ucraini per convertire il paese in una piattaforma per combattere la Russia. La narrativa dell'“Occidente colpevole” si lega a un'altra che incolpa l'Ucraina della guerra.

Limitare i canali russi è “russofobia”

La “russofobia” è un'altra narrativa che è diventata cruciale da quando i governi occidentali hanno proibito i media russi per ostacolare la disinformazione. Le sedi diplomatiche russe e i media informativi e troll che ricevono finanziamenti russi stanno diffondendo messaggi sulla persecuzione di cittadini russi al di fuori della Russia e sulla distruzione della cultura russa. Ugualmente, affermano che il divieto nei confronti dei media russi impedisce alla popolazione occidentale di ascoltare la versione russa dei fatti.

Inna Afinogenova, ex vicedirettrice di RT Español e conduttrice di un programma satirico in America Latina, è un esempio interessante della diffusione di questa narrativa. Appena cominciò la guerra, condannò le restrizioni contro RT e altri media russi. In seguito scomparve, per riapparire dopo un mese di silenzio con un proprio canale YouTube [9]. Dalla Spagna, disse che non appoggiava alcuna guerra e che per questo aveva lasciato RT e la Russia. Esortò la popolazione a non credere che l'Ucraina fosse una vittima innocente, dicendo che non poteva confermare la diffusione di propaganda da parte di RT, ma assicurando che tutti i media occidentali lo facevano.

L'ultima narrativa rilevante è l'“ipocrisia occidentale”, che si lega al “whataboutism [10]”. La sola menzione dell'Ucraina evidenzia gli interventi occidentali, in particolare le guerre in Iraq y Afghanistan, e la risposta dell'Europa di fronte alla crisi dei rifugiati. Tuttavia, questi argomenti non si presentano per aiutare a capire i conflitti, ma per presentare gli Stati Uniti come i conquistatori del mondo e le azioni della Russia come resistenza alla loro egemonia.

Anche l'esempio dei bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia [11], resi famosi dal regista serbo Emir Kusturica, appare frequente. Kusturica sostiene che l'attuale conflitto è in sostanza una conseguenza dei bombardamenti della NATO del 1999 contro la Jugoslavia. Per lui, l'idea nasce dalla posizione del Cremlino che i bombardamenti della NATO contro la Serbia sono il peccato originale dell'Occidente e l'umiliazione che la Russia deve vendicare. Questa storia si è aggravata ancora di più quando le ambasciate russe in America Latina hanno pubblicato il racconto di una giornalista sopravvissuta ai bombardamenti che confrontava la sua esperienza con quella della gente del Donbass.

Le narrative della Russia risuonano con i dolori dell'America Latina. Relazioni tese con gli Stati Uniti, tentativi di abbandonare la loro influenza e il desiderio di costruire un sistema internazionale nel quale si dia un limite alle funzioni degli Stati Uniti e di altre antiche potenze coloniali li porta alla ricerca di alternative. Ma quando si tratta dell'America Latina, la Russia abbassa i suoi toni imperialisti, accentua l'ipocrisia delle potenze occidentali e fa ricordare i momenti più bui delle sue relazioni con gli Stati Uniti. In questo modo, la Russia manipola a suo favore l'opinione pubblica dell'America Latina.

L'indagine è stata condotta nel giugno 2022 dai dr. Ieva Giedraitytė e Benas Butrimas nell'Istituto di Relazioni Internazionali e Scienze Politiche dell'Università di Vilnius (Lituania). È possibile che, da allora, i dati quantitativi siano cambiati.