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Nelle scuole dell'Angola si protesta per i tagli ai capelli degli studenti

Categorie: Africa sub-sahariana, Angola, Citizen Media, Istruzione, Protesta

Uno studente, Daniel Moço , ha parlato [1] alla radio tedesca “Deutsche Welle” di questa pratica discriminatoria. Foto di: Giovana Fleck/Global Voices

Dalla fine del mese di Settembre 2022, le scuole angolane sono in tumulto dopo la notizia che sono state vietate alcune acconciature ritenute apparentemente indecenti. Secondo [2] [pt, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazione] i media, acconciature lunghe e « stravaganti » hanno fatto perdere le lezioni agli studenti delle scuole di Luanda.

Le scuole hanno deciso di tagliare obbligatoriamente i capelli agli studenti per «questione d'igiene» ma anche per prevenire la “violenza”.

Uno dei presidi delle scuole in questione, l'Instituto Médio Industrial de Luanda (IMIL), ha dichiarato, [2] in modo esaustivo, quali sono le tipologie di taglio proibite nel suo istituto :

Les étudiants qui viennent dans notre établissement avec des coupes de cheveux extravagantes, par exemple avec des cheveux ébouriffés ou une coupe de cheveux avec des dessins sur la tête, ces étudiants, bien sûr, nous leur conseillons de rentrer chez eux…

Gli studenti che verranno nel nostro istituto con tagli di capelli stravaganti, spettinati o con  disegni sulla testa, li faremo  tornare a casa…

La reazione da parte degli studenti è stata di sorpresa e di protesta, soprattutto di tutti coloro che hanno i capelli ricci o lunghi o intrecciati, nel caso dei ragazzi. Questa situazione si protrae da settimane ed è sfociata in una manifestazione studentesca l'8 ottobre. La polizia ha interrotto la manifestazione e ha anche arrestato [3] alcuni studenti. Gli organizzatori della protesta, hanno spiegato [4] che si trattava di una chiara violazione dei loro diritti:

En tant qu'élèves, c'est avec un grand mécontentement que nous avons appris qu'un établissement d'enseignement avait empêché un élève d'assister aux cours, jusqu'à ce qu'il se fasse couper les cheveux, parce qu'ils étaient frisés, et qu'il n'en était pas de même pour les garçons qui avaient les cheveux lisses et longs, c'est-à-dire la peau blanche….

Come studenti, abbiamo appreso con grande dispiacere che un istituto scolastico aveva impedito a uno studente di frequentare le lezioni fino a quando non si fosse tagliato i capelli perché ricci, e che ciò non avveniva per i ragazzi che avevano i capelli lisci e lunghi, cioè quelli con la pelle bianca….

La legislazione angolana non proibisce come portare i capelli, siano ricci o naturali, nelle istituzioni pubbliche e private. Uno degli studenti, Daniel Moço, ha quindi denunciato [5] alla radio tedesca Deutsche Welle questa pratica discriminatoria :

Nous considérons qu'il s'agit d'un acte de discrimination et nous condamnons ce type d'attitude, car il n'y a aucune raison d'interdire à un élève d'entrer à l'école avec des cheveux naturels, quel que soit l'État dans lequel il se trouve.

Riteniamo che questo sia un atto di discriminazione e condanniamo questo tipo di atteggiamento, poiché non c'è motivo di vietare a uno studente di entrare a scuola con i capelli naturali, indipendentemente dallo Stato in cui si trova.

Alcuni hanno paragonato [5] la decisione delle scuole angolane a un atto di continuità delle pratiche coloniali, come nel caso di Isidro Fortunato del Movimento Ubuntu:

Le comportement de ces institutions est un lourd fardeau des politiques coloniales et de ségrégation qui ont prévalu dans les « provinces d'outre-mer » du Portugal entre 1482 et 1975, lorsque l'Angola est devenu indépendant. Vous avez là l'héritage d'un certain contexte historique qui a été réutilisé dans la société angolaise du présent parce qu'il n'y a pas eu de rupture avec le passé historique.

Il comportamento di queste istituzioni è un pesante fardello delle politiche coloniali e di segregazione che hanno prevalso nelle “province d'oltremare” del Portogallo tra il 1482 e il 1975, quando l'Angola è diventata indipendente.  Quello che abbiamo davanti è l'eredità di un determinato contesto storico che è stato riutilizzato nella società angolana di oggi, perché non c'è stata alcuna rottura con il passato storico.

In seguito a questa controversia, il ministero dell'Istruzione angolano è intervenuto [6] emanando delle linee guida che raccomandano alle scuole di combattere la discriminazione. Nella nota, la ministra Luísa Grilo ha esortato le scuole a creare “un ambiente armonioso che rispetti la differenza nel modo in cui ogni studente si presenta, senza violare il codice di condotta e la disciplina scolastica”.

…le système éducatif et pédagogique est régi par les principes d'égalité et de protection de l'enfant, prévus par la Constitution de la République, ainsi que par le principe d'universalité, prévu par la Loi fondamentale du système éducatif et pédagogique, favorisant ainsi la lutte contre tout type de discrimination fondée sur l'ascendance, le sexe, la race, l'ethnie, la couleur, le handicap, la langue, le lieu de naissance, la religion, les convictions politiques, idéologiques ou philosophiques de chaque citoyen.

…il sistema educativo e pedagogico è retto dai principi di uguaglianza e di tutela del minore, previsti dalla Costituzione della Repubblica, nonché dal principio di universalità, previsto dalla Legge fondamentale del sistema educativo e pedagogico, favorendo così la lotta contro ogni tipo di discriminazione basata su ascendenza, sesso, razza, etnia, colore, disabilità, lingua, luogo di nascita, religione, convinzioni politiche, ideologiche o filosofiche di ogni cittadino.

Le linee guida [3] menzionano anche che i funzionari scolastici devono rispettare le leggi e assicurare la concretizzazione dei principi generali che regolano il sistema educativo e promuovere “strategie di dialogo permanente con i membri della comunità scolastica al fine di stabilire regole di convivenza scolastica che garantiscano l'ampia protezione del bambino contro qualsiasi tipo di discriminazione”.