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Artigianato dietro le sbarre: le detenute in Albania creano accessori ‘Made in Prison’

Categorie: Europa centrale & orientale, Albania, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Istruzione, Sviluppo

Prodotti realizzati a mano da donne detenute coinvolte nell'iniziativa Made in Prison in Albania. Foto: madeinprison.al, utilizzata con permesso

Made in Prison [1][en, come tutti i link successivi] è un sito web che vende prodotti fatti a mano dalle detenute della prigione Ali Demi di Tirana, l'unica prigione per donne nella penisola balcanica la cui popolazione ammonta a 2,8 milioni.

Il progetto è un'iniziativa di Orkidea [2] (che significa “l'orchidea” in lingua albanese), una ONG locale per i diritti delle donne, e ha ricevuto fondi dall'ambasciata degli Stati Uniti a Tirana. Dal suo lancio l'8 marzo 2019 [3], il progetto è stato approvato dal ministro della Giustizia albanese e dalla Direzione generale delle prigioni.

A partire del 12 giugno, le detenute hanno realizzato 235 prodotti fatti a mano, di cui 82 sono stati venduti a clienti albanesi e stranieri attraverso il sito web, ha detto Orkidea a Global Voices via email.

Tutto il ricavato delle vendite va al conto bancario personale della rispettiva artigiana di ogni prodotto.

In una testimonianza pubblicata sul sito web di Made in Prison, una detenuta racconta come il progetto ha influito positivamente sulla sua vita:

My name is Mira. I am serving my sentence at the women’s prison since two years and a half now. I have learned many things here. The services offered are helping me change my life. I feel like a normal person again. I have been sentenced 3 years in prison and everything was hard, but now you are helping me to see a hopeful life.

Il mio nome è Mira. Sto scontando la mia pena nel carcere femminile da due anni e mezzo. Qui ho imparato molte cose. I servizi offerti mi stanno aiutando a cambiare la mia vita. Mi sento di nuovo una persona normale. Sono stata condannata a 3 anni di prigione e tutto era difficile, ma ora voi mi state aiutando a vedere una vita piena di speranza.

Attualmente Orkidea paga i materiali dei prodotti, ma i partecipanti hanno espresso il desiderio di coprire alcuni dei costi in futuro, come un modo per trasformare l'iniziativa in un modello di impresa sostenibile.

Ecco alcuni dei prodotti venduti da Made in Prison.

Questa borsa:

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Un paio di orecchini:

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Una spilla:

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Secondo la European Prison Education Association [7] (EPEA), l'Albania ha 23 strutture di detenzione. Ali Demi è l'unica esclusivamente per donne. C'è anche un ospedale per le detenute.

Descrivendo la struttura Ali Demi, l'EPEA dice:

There are no known “gangsters’” in this prison, no kidnappers, and no women of high-profile political scandals. Many of them, without creating misunderstandings, are “accessories” of crimes committed by males, who might have been their husbands, brothers or, lovers. The most serious crimes perpetrated by these women are prostitution, burglary, fraud (embezzlement) and not by its importance, murder due to family circumstances.

Non ci sono “gangster” note in questa prigione, né rapitrici, né donne di scandali politici di alto profilo. Molte di loro, senza creare equivoci, sono “complici” di crimini commessi da maschi, che potrebbero essere loro mariti, fratelli o amanti. I crimini più gravi perpetrati da queste donne sono la prostituzione, il furto con scasso, la frode (appropriazione indebita) e non per importanza, l'omicidio dovuto a circostanze familiari.

L'oscuro passato delle prigioni albanesi

Le prigioni, i campi di lavoro e le strutture di internamento dell'Albania durante il periodo comunista [it] [8] sono stati spesso descritti come luoghi dell'orrore.

Per molti albanesi Spaç è sinonimo di tortura e morte. Numerosi dissidenti e migliaia di altri individui sono stati imprigionati qui prima degli anni '90. Foto di: Attila Terbócs (CC BY-SA 4.0)

Uno di questi è la prigione di Spaç [9], nella contea di Lezhë. Secondo il World Monuments Fund (WMF), un'organizzazione dedicata alla conservazione dell'architettura storica e dei siti del patrimonio culturale di tutto il mondo:

Spaç Prison was a notorious labor camp established in 1968 by the Communist government of Albania at the site of a copper and pyrite mine, in a remote and mountainous area in the center of the country. While only one of many such sites, the political prisoners held at Spaç included some of the most prominent Albanian intellectuals of the twentieth century.

La prigione di Spaç era un noto campo di lavoro istituito nel 1968 dal governo comunista albanese nel sito di una miniera di rame e pirite in una zona remota e montuosa nel centro del paese. Anche se è solo uno dei tanti siti di questo tipo, i prigionieri politici detenuti a Spaç includevano alcuni dei più importanti intellettuali albanesi del ventesimo secolo.

Adesso la prigione di Spaç è un luogo di memoria per la gente del posto e un'attrazione turistica [10].

Secondo [11]l'Associazione degli ex prigionieri politici dell'Albania, circa 5.577 uomini e 450 donne sono stati giustiziati per crimini politici durante il periodo comunista dal 1946 al 1991. Decine di migliaia furono imprigionati o mandati nei campi di lavoro.

Dalla caduta del comunismo le prigioni albanesi sono state criticate per le loro cattive condizioni [12], con questioni come il sovraffollamento, l'accesso limitato della luce naturale nelle celle e la mancanza di igiene, spesso citati come esempi.

Il Consiglio d'Europa [13] ha raccomandato alle autorità albanesi di aumentare gli sforzi per proteggere i diritti umani dei prigionieri e sostenere la loro riabilitazione.

L'iniziativa Made in Prison potrebbe contribuire a reintegrare le donne detenute nella società dopo il loro rilascio.