Bolsonaro ha mantenuto la componente religiosa nelle apparizioni pubbliche, tra le proteste e la fine del suo mandato

Jair Bolsonaro incontra alcuni sostenitori davanti al Palácio do Planalto, la sede della presidenza brasiliana | Foto: Marcos Corrêa/Brazil Presidency/CC 2.0

L'ex presidente Jair Bolsonaro ha ufficialmente lasciato l'incarico in Brasile, ma la sua opera continuerà ad avere un impatto sul Paese per gli anni a venire. Un elemento chiave che ha mantenuto fino ai suoi ultimi giorni è stata la presenza della religione nei suoi discorsi e nelle sue apparizioni pubbliche.

Prima dell'insediamento del governo di Luiz Inácio Lula da Silva, il 1° gennaio, Bolsonaro si è recato negli Stati Uniti per evitare di passare la fascia. In una diretta live su Facebook, il 30 Dicembre [pt, come tutti i link seguenti], ha ripetuto il suo motto: Dio, patria, famiglia e libertà.

Poche settimane prima, lo stesso giorno in cui il candidato di sinistra Lula si è insidiato come presidente eletto in Brasile, il 12 dicembre, Bolsonaro si è presentato a dei sostenitori che si erano riuniti davanti al Palazzo Alvorada, la residenza presidenziale ufficiale di Brasília, con al fianco un sacerdote cattolico.

Lo stesso giorno, i bolsonaristi hanno provato ad invadere la sede della Polizia federale, nella capitale federale, e hanno distrutto e bruciato auto e autobus, scontrandosi con la polizia. Dopo le elezioni, hanno organizzato proteste e atti di vandalismo in tutto il Paese, contestando i risultati e chiedendo l'intervento dell'esercito.

Bolsonaro aveva interrotto un mese di silenzio solo tre giorni prima, con un discorso che li incoraggiava a continuare. Ma il 12 Dicembre, secondo l'agenzia di stampa Metropoles , è stato riferito che il sacerdote lo ha paragonato a San Giovanni Battista mentre i suoi sostenitori ripetevano le frasi in preghiera.

La religione è stata un elemento sfruttato da Bolsonaro nei discorsi e nelle coalizioni per un po’ di tempo, rafforzatosi dopo che è diventato presidente. E il peso del voto dei religiosi è stato un elemento fondamentale nelle elezioni, con entrambe le campagne che hanno cercato di capitalizzarlo ancora di più nel ballottaggio.

È stato allora che la violenza e le vessazioni politiche all'interno delle chiese hanno assunto un ruolo di primo piano, registrando scene di discussioni tra fedeli e sacerdoti, attacchi durante gli eventi religiosi, e denunce di leader religiosi che hanno usato la loro influenza per indirizzare il voto verso alcuni candidati.

Nelle settimane precedenti alle elezioni, i post condivisi sui social media riguardanti le campagne elettorali all'interno delle chiese brasilianech si sono intensificati, portando ad azioni di giustizia elettorale. I fatti coinvolgono spesso chiese Evangeliche e i sostenitori di Bolsonaro, intensificando la polarizzazione della disputa ideologica e segnando la disputa del 2022.

‘Manovra elettorale di massa’

“Ho visto leader religiosi sul pulpito che offrivano materiale per la campagna elettorale e facevano discorsi pro-Bolsonaro senza paura. Mi è stato molto chiaro che il luogo che dovrebbe essere la mia chiesa era invece un luogo di manovra elettorale di massa”, ha riferito Luiz Otávio, 18 anni, evangelico di General Carneiro, Paraná, nel sud del Brasile.

In una conversazione su WhatsApp ha raccontato a Global Voices di aver frequentato le chiese evangeliche fin da bambino. Avendo già frequentato diversi santuari in città, l'ultimo è stato quello della Foursquare Church, una denominazione pentecostale. Tuttavia, di recente ha abbandonato questa frequentazione, denunciando le vessazioni a cui è stato sottoposto, per non essere d'accordo e non accettare le posizioni politiche della Chiesa.

“Hanno sempre detto che la ‘sinistra’ è il nemico, che avrebbero chiuso le chiese. Ma ascoltare un pastore in cima all'altare che pregava perché Dio liberasse il Brasile dal comunismo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha detto.

Una situazione simile si è verificata con Guilherme Sampaio, che sostiene di essere un assiduo frequentatore della chiesa evangelica “Vinde a mim” (Vieni a me, in inglese) dal 2020. La propaganda elettorale tra i pastori della congregazione si è intensificata durante le elezioni e il santuario è diventato una piattaforma della campagna elettorale di Bolsonaro.

“Hanno anche iniziato a scrivere sulla pagina Facebook della chiesa che un cristiano non vota per Lula. Che lui difende aspetti contrari al pensiero cristiano, come l'aborto”, ha detto a Global Voices via WhatsApp. I post, tuttavia, sembrano essere stati cancellati dalla loro pagina Facebook dopo qualche tempo.

Anche gli attacchi al profilo privato di Sampaio sui social media sono stati costanti e lo hanno portato a lasciare la Chiesa.

“Il giorno del primo scrutinio, ho pubblicato un post (politico) su Facebook e i membri della Chiesa hanno commentato attaccandomi in vari modi. Mi hanno persino detto che non avevo il diritto di entrare in Israele (un viaggio che avrei fatto con la Chiesa a novembre). Ho dovuto lasciare la chiesa per questo motivo, ma continuano a postare cose per attaccarmi”.

I dibattiti ideologici e conservatori si sono diffusi facilmente tra gli evangelici, che rappresentano un terzo della popolazione brasiliana e preferiscono in larga misura l'estrema destra di Bolsonaro a Lula.

Il Brasile, uno Stato laico

Durante la campagna elettorale, Lula ha pubblicato una lettera aperta indirizzata agli evangelici per contrastare affermazioni come quella secondo cui avrebbe chiuso le chiese. La lettera era anche un tentativo di aumentare il suo consenso tra questo elettorato.

In venti paragrafi, sottolinea la crescita delle chiese evangeliche durante i precedenti governi del Partito dei Lavoratori (PT) e le politiche attuate dal partito a sostegno dei religiosi. Inoltre, sottolinea la laicità dello Stato, come indicato nella Costituzione Brasiliana

L'ultima Costituzione Federale del paese, risalente al 1988, redatta dopo 21 anni di dittatura militare, ribadisce l'idea che lo Stato non possa esprimersi religiosamente e garantisce la libertà religiosa. Pertanto, secondo la legge brasiliana, preti e sacerdoto non possono dire per chi votare, durante le celebrazioni in chiesa.

Più del 30% dei brasiliani si identifica oggi come evangelico, anche se la maggioranza rimane ancora cattolica. In molti Paesi, compresi gli Stati Uniti, queste chiese evangeliche e i loro fedeli stanno diventando una fazione politica sempre più importante in tutta l'America Latina.

Bolsonaro ha investito tempo e denaro in una solida campagna elettorale all'interno di gruppi religiosi. Durante il ballottaggio, queste apparizioni si sono intensificate, causando tumulti e controversie nei luoghi in cui si sono svolti gli eventi, come nella celebrazione di “Nostra Signora Aparecida”, patrona del Brasile, il 12 ottobre.

Con circa la metà della popolazione che si identifica come cattolica, ogni anno gli omaggi ad Aparecida nella città a lei intitolata, nello Stato di San Paolo, mobilitano migliaia di fedeli.

Bolsonaro si è recato alla messa nella basilica di Aparecida ed è stato messo sotto accusa per aver fomentato e incoraggiato campagne politiche all'interno del santuario. Dopo che se n'è andato, uno dei sacerdoti che conducevano la messa ha sottolineato che non era “un giorno per chiedere voti, ma un giorno per chiedere benedizioni”.

I video pubblicati sui social media mostrano i bolsonaristi che provocano tumulti e attaccano verbalmente le persone all'interno della chiesa.

Pochi giorni dopo, sempre a San Paolo, una donna ha interrotto un sacerdote dopo che questi aveva fatto i nomi di difensori dei diritti umani assassinati in Brasile, come Marielle Franco, una consigliera di Rio uccisa nel 2018, così come l'esperto di indigeni Bruno Pereira e il giornalista Dom Philips, bentrambi uccisi quest'anno nella regione amazzonica.

Anche l'arcivescovo di San Paolo, il cardinale Odilo Scherer, ha dovuto spiegare su Twitter perché si è vestito di rosso — un colore spesso collegato alla sinistra in politica — nonostante sia un abito tradizionale per la sua carica:

Se qualcuno trova strano il mio abito rosso (profilo), sappia che il colore dei cardinali è il rosso (sangue), che simboleggia l'amore per la Chiesa e la disponibilità al martirio se necessario. Dio vi benedica tutti. Ma… nessuno faccia del male a nessuno!

La vittoria di Lula

Dopo la vittoria di Lula il 31 ottobre, alcuni dei più influenti leader evangelici che sostenevano Bolsonaro hanno iniziato a cambiare le loro posizioni di opposizione verso il futuro presidente.

Silas Malafaia, uno dei più accaniti sostenitori di Bolsonaro in queste elezioni, non parla più con il presidente dal 1° Novembre, secondo quanto riferisce Metropoles. Edir Macedo, leader della Chiesa Universale del Regno di Dio, che ha dichiarato il suo sostegno a Bolsonaro, ha detto che i membri della Chiesa dovrebbero “perdonare” Lula. Ha anche affermato che il trionfo di Lula rappresenta la “volontà di Dio”.

Lula è diventato presidente il 1° gennaio.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.