Il popolare tiktoker Nekoglai parla di torture da parte della polizia russa

Immagine tratta da un video nell’account TikTok di Nekoglai. I sottotitoli dicono “Se apri la bocca, ti troveremo anche in Moldavia”.

Il blogger moldavo Nekoglai, gran celebrità online in Russia, racconta nel suo account TikTok la sua aggressione in Russia e di come è uscito dal paese per mettersi in salvo in Moldavia.

Da quando è stato espulso da Mosca il 24 novembre, il popolare TikToker Nekoglai [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] è apparso in vari video nel suo canale. Secondo le informazioni riportate da [es] Global Voices, era stato arrestato e deportato per aver fatto una parodia di un video di un soldato russo che tirava granate. Il video è ora il più visto del suo canale, con più di 20 milioni di visite. Anche altri video del suo account sono stati visti più di dieci volte rispetto a prima. Tutti i video più recenti mostrano il blogger di ritorno in Moldavia e raccontano anche parte del suo calvario al commissariato di Mosca.

Uno dei video mostra Nekoglai con una bandiera moldava sullo sfondo. I commenti sotto il post sono in russo, rumeno e ucraino e dicono “è molto bello vederti di nuovo (su TikTok)”, “qui (in Moldavia), nessuno di toccherebbe!” e “Slava Ukraini – Gloria a Ucraina”, tra gli altri.

Immagine tratta da un video nell’account di TikTok di Nekoglai.

L'ultimo video, pubblicato il 30 novembre, mostra il blogger “aggredito” da uomini che sembrano poliziotti russi e sottotitoli in russo che dicono: “Se apri la bocca, ti troveremo anche in Moldavia”.

Immagine tratta da un video nell’account di TikTok di Nekoglai.

Nekoglai ha anche 615.000 abbonati del suo canale di messaggeria di Telegram, un media popolare in Russia, Moldavia e Ucraina, e 573.000 in YouTube. Nel suo canale YouTube aveva annunciato la pubblicazione di un video il 4 dicembre, nel quale si “sarebbe mostrato in tutta la sua estensione il funzionamento della polizia nella Federazione Russa: anarchia, tortura, umiliazione”. La trasmissione è stata anche realizzata in Twitch, dove Nekoglai ha  2,4 milioni di follower.

Nel video, Nekoglai racconta che è stato torturato nel commissariato moscovita del distretto di Presnenskii.

The whole floor of the room in the police station was covered with my blood, my vomit, I was vomiting from stress, from shock, from a blow to the kidneys, to the stomach, my whole head was in blood from blows to the back of the head.

Tutto il pavimento della stanza del commissariato era coperto dal mio sangue, dal mio vomito, vomitavo per lo stress, per lo shock, per un colpo ai reni, allo stomaco, tutta la mia testa era insanguinata per i colpi alla nuca.

Il blogger ha aggiunto che i poliziotti lo hanno percosso pesantemente e hanno anche cercato di violentarlo con una bottiglia.

Le botte, la tortura e le minacce di violenza sessuale (a volte anche gli abusi reali in questo senso) sono da lungo tempo praticati dalla polizia russa: applica questi metodi in massa alle persone accusate di protestare. Uno degli ultimi esempi, oltre alla testimonianza di Nekoglai, è quello di una ragazza arrestata per aver protestato contro la mobilitazione. Come ha informato OVD Info [ru], dopo essere stata arrestata, i poliziotti hanno minacciato lei e le sue amiche di percuoterle e violentarle in gruppo; non hanno dato loro né acqua né cibo e hanno suggerito loro di bere dalla tazza del bagno. Le ragazze erano state fermate a causa del cartello “Pace” che avevano in mano.  A novembre, la polizia ha colpito e ha usato scariche elettriche [ru] contro un membro di un'organizzazione antifascista a Tjumen, lasciandolo 10 ore con una borsa in testa, senza cibo né acqua.

In settembre, la polizia aveva percosso e violentato con un manubrio il poeta Artyom Kamardin [ru]; era stato arrestato per aver recitato un poema durante alcune letture di poesie contro la guerra e la mobilitazione. La polizia ha registrato un video delle sue torture e lo ha mostrato alla sua fidanzata, anch'essa arrestata e torturata.

La storia di Nekoglai è disponibile su YouTube:

Il 4 dicembre, la sezione dei commenti di YouTube di Nekoglai è stata inondata da bots russi, che per la maggior parte pubblicavano messaggi che dicevano “Gloria alla Russia” con l'emoji di un braccio forzuto.

Immagine tratta da un schermata dell’account TikTok di Nekoglai.

TikTok è importante in Russia perché è la seconda applicazione più popolare scaricata nel paese e TikTok light (versione semplificata) occupa l'undicesima posizione, secondo Similarweb [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione].

Nel marzo 2022, TikTok ha proibito agli utenti russi di pubblicare nuovi video e non permette loro di vedere contenuti globali all'interno della Russia. Tuttavia, alcuni blogger possono pubblicare nuovi contenuti, anche se non è chiaro in che modo la piattaforma decide chi può e chi no, secondo quanto ha dimostrato un'indagine dell'organizzazione per i diritti digitali senza fini di lucro Tracking Exposed.

Il rapporto afferma che gli utenti possono continuare a vedere contenuti russi nuovi e globali nelle loro liste di suggerimenti. Questo pone dei dubbi sulla mancanza di trasparenza degli algoritmi di TikTok. Inoltre, è stata criticata la proibizione applicata ai russi di accedere a contenuti globali, in considerazione del fatto che le piattaforme dei social media fanno il gioco della censura del governo russo. Quindi, la “promozione ombra” o vedere contenuti in TikTok che non dovrebbero stare lì, potrebbe non essere così negativo.

Se gli utenti russi possono accedere al contenuto di Nekoglai (in Moldavia), o a quello di altri TikToker che possono essere critici nei confronti del governo russo, questo può influenzare la resistenza alla linea governativa russa.

Per il momento, ci sono prove che il governo russo potrebbe aver pagato alcuni dei blogger più popolari di VK (simile a Facebook, e ora l'unico social media permesso in Russia, oltre a YouTube e Telegram) per promuovere gli sforzi del reclutamento militare.

Immagine tratta da una schermata nel canale Telegram di Mediazona, un media sostenitore dell'opposizione

Anche se la campagna ha causato indignazione nei media schierati con l'opposizione al di fuori della Russia, può essere che sia stata efficace per gli sforzi della propaganda.

È possibile che l'opposizione voglia usare metodi simili per convincere la gente. L'esempio di Nekogiai dimostra che i video con contenuto politico e di opposizione possono essere tanto popolari tra il pubblico giovane come quelli di intrattenimento.

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