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Indigeno ed orgoglioso: la reazione di un parlante maya al film “Black Panther: Wakanda Forever”

Categorie: Arte & Cultura, Citizen Media, Indigeni, Linguaggi, The Bridge, Rising Voices

Scena del film “Pantera Nera: Wakanda per sempre” di Marvel Entertainment/Youtube [1]

L'identità culturale va oltre la mera appartenenza, ha bisogno di essere irrigata per poter dare buoni frutti. Sono indigeno di lingua maya, nato in una piccola comunità chiamata Pucnachén, nello stato messicano di Campeche; sono cresciuto con bambini e bambine condividendo conoscenze per mezzo della lingua maya e vivendo le tradizioni e le usanze che padri, madri, nonne e nonni ci hanno inculcato, come ringraziare continuamente i nostri dei per le piogge che aiutano a far crescere il mais della nostra terra. Tuttavia, quando usciamo nel mondo esterno, ci confrontiamo con insicurezze create da una società che impone regole che sottovalutano e rendono invisibili le nostre radici.

Un chiaro esempio è la scuola nella quale i maestri ci facevano pressione perché comunicassimo tra noi in spagnolo, il che aveva come conseguenza la svalutazione delle culture indigene, della loro identità e la scomparsa della loro lingua. Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica e Geografia (INEGI [2] [es, come i link seguenti]), la penisola dello Yucatan concentra il maggior numero di persone di lingua maya di tutto il paese. Nonostante ciò, dal 2010 al 2020, ha riportato la diminuzione del 10% nel numero di persone che parlano questa lingua.

Siamo stati costretti a omettere le nostre origini per paura di essere rifiutati, perché non riuscivamo a rispettare gli standard sociali per ottenere pari opportunità. Inseguire i nostri sogni era un percorso difficile.

Ma i valori propugnati dalla mia famiglia parlano sempre di “Ricordare chi sei, senza preoccuparti di dove vuoi andare” e, grazie alla rappresentazione tanto nobile che fanno di noi diversi media a livello mondiale, noi delle comunità indigene ora sappiamo che possiamo arrivare molto lontano. La mia ultima esperienza l'ho avuta vedendo gente come noi avere successo e rappresentare la nostra cultura nel film “Pantera Nera: Wakanda per sempre.”

Il prodotto più recente di Marvel è il secondo film della saga del supereroe Pantera Nera, leader e protettore di “Wakanda,” un paese immaginario africano tecnologicamente avanzato e che era rimasto, fino ad ora, nascosto al resto del mondo. Il film ha avuto un successo mondiale strepitoso, stabilendo record di vendita [3] [es] nei botteghini degli Stati Uniti e del Canada. Anche in Messico, Black Panther ha monopolizzato [4] le sale cinematografiche.

Quanto detto sopra è importante perché ha avuto come conseguenza la visibilità delle culture africane e dei loro popoli che, storicamente, hanno sofferto discriminazione e segregazione razziale, diventando parte di un dibattito politico. Così come il precedente, il nuovo film Wakanda Forever rimane sullo stesso tracciato di presentare e rafforzare differenti culture, in questo caso cambiando l'origine del coprotagonista, Namor, dei fumetti per adattarla con diversi elementi delle culture mesoamericane, specialmente quella Maya. Sviluppando l'immaginario regno acquatico di “Talokan” (invece di “Atlantide”) con caratteristiche, arte, storia, lingua e cosmogonia della cultura maya, ha portato alla creazione di uno spazio sorprendente e ha catapultato la cultura e la lingua maya in tutte le parti del mondo.

Vedere il gran lavoro di Josué Maay Chi’ [5], attore di origine maya, all'interno del film come coach linguistico per il resto degli attori, sapere che ha avuto un ruolo così importante nel far conoscere la lingua maya e condividerla in modo appropriato con milioni di persone, convertendo la nostra cultura in una parte fondamentale di questa magnifica storia, è stata un'ispirazione che ha fatto battere il cuore di quel bambino che giocava con i suoi amici ad arrampicarsi sugli alberi, che correva scalzo per i campi di mais e che giocava a far rotolare un copertone di bicicletta con un pezzo di legno, bambini che, quando si stancavano, bevevano l'acqua del jaltún* più vicino.  

Oggi ringrazio mio padre perché, tagliando e trasportando la legna a spalle, portava a casa il fuoco con cui scaldava il comal [padella usata nella cucina tradizionale maya, N.d.T.] di mia madre che alimentava le mie radici con il mais che la terra ci forniva. La mia gente ha la pelle del colore del “k’ankaab”** e vedere che altri indigeni, maya, campechanos [originari di Campeche, N.d.T.] e messicani, riescono a far avverare i propri sogni ci fa sentire tanto orgogliosi della nostra terra e ci riscalda di nuovo il cuore per credere nei sogni che un giorno abbiamo visto limitati per colpa della nostra origine, colore della pelle o modo di comunicare.

Sono andato a vedere il gran lavoro di @Josue_Maychi nel film “Pantera Nera, Wakanda per sempre”. Tutto Campeche si sente orgoglioso, ma il mio cuore non smette di battere d'emozione vedendo la mia comunità indigena e #maya arrivare tanto lontano.

Come Josúe Maay Chi’  abbiamo il ruolo più importante: ridare valore alle nostre origini, alla nostra lingua e interpretare ogni esperienza come un modo di essere riconosciuti. È il nostro compito non permettere che la nostra cultura sia sottovalutata, esserne orgogliosi per renderla visibile e rappresentare con orgoglio tutto ciò che forma parte della nostra identità.

In k´aabae´ (il mio nome è) J Eider Alberto Pérez Dzul, sappiamo che i nostri nomi sono importanti, ma lo è ancora di più la storia che costruiamo con l'identità e il lascito che ci hanno lasciato i nostri antenati. Attualmente sto compiendo uno dei miei obiettivi, sono professore in educazione primaria e il mio maggiore desiderio è fare in modo che ogni bambina e bambino si senta valorizzato come tale ed essere d'ispirazione per dimostrare loro che tutti i sogni diventano realtà.

Mi sento molto felice di poter dire a pieni polmoni che sono:     

Máasewalén, maaya´en yéetel jach náach in náay (Sono indigeno, maya e un gran sognatore).

Kux teech, ¿máaxechí? (E tu, chi sei?) 

jaltún*: fessura, incavo (cavità nella pietra nella quale si accumula l'acqua piovana) molto comune nella penisola dello Yucatan.
k´aankab**: terra rossa applicata sui muri delle case preispaniche, con un'analogia che rappresenta la carne e il corpo della stessa.