Non vengo per flirtare, ma solo per comprare limoni

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Le esperienze di vita quotidiana possono essere difficili per una mujer diversa (persona di diversa femminilità), e anche fare la spesa può diventare complicato. Mi rendo conto degli atteggiamenti tossici nei confronti della mia persona, che vanno dalle occhiate lascive fino alle aggressioni fisiche. E continuo a chiedermi: “Perché? Cosa ho fatto di così grave perché mi trattino così?”

Che sia l'autista dell'autobus, la guardia di sicurezza del palazzo o il proprietario di un negozio di alimentari e casalinghi, si ripetono continuamente gli stessi atteggiamenti.

Come esempio, vi racconto quello che capita quasi sempre quando esco a comprare dei limoni. Saluto, ma al saluto non viene data risposta, dall'inizio l'atteggiamento è ostile. Se rispondono, dicono qualcosa del genere: “Che vuole?”. Da parte mia, ciò che desidero è che non mi trattino in modo aggressivo. E, naturalmente, i limoni.

A volte, ho pensato che avrei voluto che mi trattassero come fanno con le altre donne che vengono a fare la spesa. Ma dopo ho pensato ai complimenti non richiesti rivolti alle vicine e che, se queste non rispondono con sorrisi e in modo civettuolo, il commesso se la prende a male. Non voglio nemmeno questo; ripeto, voglio solo che mi trattino con rispetto.

Per esperienza, la gente prende la mia espressione di genere come uno scherzo che li offende, per cui una si aspetta che la trattino al maschile. Si tratta di micro aggressioni inevitabili, per cui, talvolta, preferisco far finta che non abbia importanza. Per lo stesso motivo, evito di fare domande o commenti che, attraverso il linguaggio, diano l'opportunità di trasformarmi in un uomo.

Così, invece di chiedere se ci sono limoni e, sapendo che la risposta sarà “sì/no signore”, preferisco dire qualcosa come: “Dove posso trovare i limoni?”. Perché, di nuovo, qui la cosa importante sono i limoni e non dare spazio al proprietario del negozio per manifestare la sua odiosa interpretazione della mia vita.

Vado a pagare e, dalle loro smorfie, sembra che mi stiano facendo un favore speciale, come se mi stessero regalando i limoni o li stessi rubando. A volte, può essere che io sia in fila e gli addetti alle casse si comportino come se non fossi lì, dicendo alla gente dietro di me di passare avanti. Naturalmente, faccio notare che ci sono anche io!

Mi tirano i prodotti. A questo punto, oltre a sentirmi umiliata al vedere i limoni sul pavimento, rifletto sul perché una persona deve essere trattata così. Mi viene in mente il termine “mascolinità fragili” e cerco di applicare a questo contesto ciò che ho imparato sul tema.

Parlo con altre donne che stanno attraversando la transizione e troviamo cose in comune. Gli uomini che le servono lo fanno come se stessero facendo loro un favore, ma c'è qualcosa di più profondo. Sentono che questa persona sta danneggiando il loro essere uomini. Pensano che, se interagiscono con lei, si omosessualizzeranno, diventeranno gay.

Per loro, la parola “omosessuale” è un termine ambiguo che riflette le loro incomprensioni nei confronti di qualsiasi persona, uomo o donna, che si veste come a loro non piace. Per loro, una donna diversa non è nulla più di un “frocio travestito”. Anche così, questa donna non è per loro così “frocio”, quando deducono che è disposta ad andare a letto con qualsiasi uomo capiti a tiro.

La narrativa di “io rispetto gli omosessuali, ma che non ci provino con me” significa che qualunque interazione abbiano con qualcuno che si allontani dai loro stereotipi preconcetti, è interpretata come attrazione fisica – sessuale verso di loro. Se chiedi all'autista dell'autobus indicazioni stradali, lui lo prende come se ci stessi provando e risponde come se l'avessi preso a pugni.

Tanto limitata è la loro comprensione del mondo che, in primo luogo, non si fermano a pensare che il mondo non gira intorno a loro. In secondo luogo, che la gente normale non si relaziona in termini di possibile relazione sessuale con qualunque persona che incontra. E, terzo, non tutte le persone sono attratte dagli uomini e, a quelle che lo sono, non piaceranno tutti gli uomini.

Mi piacerebbe che arrivasse il giorno in cui, arrivando in un posto, la guardia di sicurezza mi tratti con rispetto, senza osservarmi morbosamente, dall'alto in basso, rispettando il nome con il quale mi identifico, senza appellarmi come ne ha voglia. Ma, soprattutto, senza aggressioni fisiche, senza tentativi di violenza sessuale.

Mi piacerebbero le giornate nelle quale il tuo capo non ti chiama in ufficio per avere delle spiegazioni sul perché confondi la gente con il tuo modo di vestire. Ma che invece ti appoggi e non tolleri azioni irrispettose nei tuoi confronti, che ti chiami per parlare dei progressi nei tuoi compiti lavorativi, non più dei tuoi genitali.

Spero che arrivi il giorno nel quale comprare limoni sia solo questo, e non si trasformi in uno spazio in più della società nel quale ti trattano secondo cosa ci si aspetta che tu abbia sotto la gonna. Noi che compriamo limoni, non siamo peni o vagine con gambe, ma siamo persone

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