Questo articolo di Maheshwar Acharya è stato inizialmente pubblicato in nepalese sul Himalkhabar [ne], poi tradotto in inglese da Aria Prasai per il Nepali Times [en, come i link seguenti salvo diversa indicazione]. Qui di seguito una versione rivista, ripubblicata su Global Voices nell'ambito di un accordo di condivisione di contenuti.
L'eccezionale biodiversità e topografia del Nepal offrono al paese molte colture da reddito, ma c'è solo una coltura che viene letteralmente trasformata in denaro. Negli ultimi anni, c'è stato un forte incremento nelle esportazioni della corteccia di un arbusto himalaiano, Edgeworthia gardneri, apprezzato in Giappone per la stampa di banconote, passaporti, buste, francobolli e altri tipi di carta.
Diffusa ad altitudini tra i 1.500 e i 3.000 metri sull’Himalaya [it], la pianta è conosciuta dai locali come Argeli e, con la crescita della domanda, gli agricoltori di Sindhupalchok, Dolakha, Taplejung, Ilam, Baglung, Myagdi, e altri distretti hanno cominciato a coltivarla a scopo commerciale.
“L'Argeli è l'unico prodotto esportato dalla nostra regione,” spiega Lhakpa Sherpa, un coltivatore della pianta della carta a Dolakha. “Ha portato nella nostra municipalità incassi per più di 2 milioni di rupie nepalesi (14.276 euro).”
Secondo il libro di Narayan Manandhar “Plants and People of Nepal” [Piante e persone del Nepal], si ritiene che le tecniche per produrre a mano la carta siano state introdotte in Nepal nel XIV secolo dalla Cina. La comunità Tamang [it] dei distretti di Rasuwa e Dolakha ha usato per almeno 700 anni la corteccia di una pianta chiamata Lokta, la pianta spontanea autoctona più conosciuta per la produzione di carta artigianale naturale.
Il Nepal ha cominciato a esportare la pianta della carta in Giappone oltre una decina di anni fa, ed è già andata a sostituire la Mitsumata, che era tradizionalmente usata per produrre la carta giapponese. Kiran Kumar Dangol della Nepal Handmade Paper Association (associazione nepalese della carta fatta a mano) dice:
While Japanese paper is considered the best in the world, Nepali paper is seen as stronger and better quality than most paper abroad, which has led to its high demand.
Mentre la carta giapponese è considerata la migliore al mondo, la carta nepalese è apprezzata per essere più robusta e di miglior qualità della maggior parte della carta all'estero, da cui la grande richiesta.
Oggi l'Argeli è coltivata in 55 distretti del Nepal. Si tratta di un piccolo arbusto sempreverde che cresce in zone secche e ombreggiate, con rami rosso-marroncini, gambi lunghi e fiori gialli, ed è autoimpollinante. Anche chiamata Arili, Arkaale, Tinhaange Lokta, Pachyaar in lingua Gurung, Warpadi in Tamang, e Dhyarpati in lingua Sherpa, la pianta può crescere rapidamente fino a 3 metri a seconda delle condizioni del terreno. Gioca un ruolo importante nel prevenire siccità ed erosione del suolo e nella crescita della vegetazione sui desolati altipiani dell'Himalaya.
“Diversamente dalla maggior parte delle piante, è immune alle malattie ed è evitata dagli insetti e dal bestiame,” aggiunge Sherpa. Ma la coltivazione richiede un'attenzione particolare – la pianta tende a sciuparsi se non drenata correttamente nei mesi freddi.
Gli arbusti vengono raccolti cinque anni dopo essere stati piantati, solitamente da ottobre a febbraio, quando assumono un caratteristico colore bianco. L'Argeli con un alto contenuto d'acqua ha un colore tendente al verde e non è considerata adatta all'uso, né di buona qualità.
La parte interna fibrosa che copre i gambi viene usata per fabbricare la carta e la corteccia esterna per fabbricare corde, ma in alcune zone vengono anche usate le radici per curare la scabbia. Ci sono tre diverse tipologie di Argeli – A, B, e C – con un prezzo che oscilla tra le 100 rupie nepalesi (0,71 euro) e le 575 rupie nepalesi (4,09 euro) al chilo.
“L'Argeli è una buona fonte di reddito per le comunità che vivono nelle regioni collinari e himalaiane,” dice Benu Das Shrestha dell'industria della carta nepalese di Jugal nel distretto di Sindhupalchok. “La pianta non ha bisogno di irrigazione ed è semplice da coltivare.”
Secondo Chet Bahadur Sherpa, un coltivatore di Dolakha che dà lavoro a 40 persone nella sua azienda, gli agricoltori lavorano per due mesi per una paga di 1.000 rupie nepalesi (7,12 euro) al giorno, mentre le lavoratrici (principalmente donne) che trattano la pianta sono pagate 20 rupie nepalesi (0,14 euro) al chilo.
Il Forest Research and Training Centre [Centro per la ricerca e la formazione sulle risorse forestali] stima che più di 100.481 tonnellate di arbusti da carta nepalese siano prodotti ogni anno su 2.091.000 ettari nel paese. Da un chilo di corteccia matura appena colta si ricavano 400 grammi di carta nepalese. Nell'anno fiscale 2015/16, 60.000 kg di corteccia di Argeli per un valore di quasi 36 milioni di rupie nepalesi (256.772 euro) sono stati esportati in Giappone. Lo scorso anno le esportazioni sono aumentate a 95.000 kg, e i profitti annuali hanno raggiunto più di 100 milioni di rupie nepalesi (713.255 euro).
Vijay Suvedi, biotecnologo presso il Centro di Ricerca della Tecnologia e Scienze Applicate dell'Università di Tribhuvan sottolinea che c'è un potenziale immenso per una coltivazione redditizia ma sostenibile dell'Argeli, specialmente nel Nepal orientale.
“Ora come ora tutto il lavoro viene fatto a mano, con gran dispendio di energie,” dice. “È necessario automatizzare la piantumazione e la raccolta per renderle sistematiche ed economicamente sostenibili.”
La pianta della carta nepalese potrebbe essere uno dei più conosciuti prodotti in esportazione dal Nepal, insieme alla pashmina, ai tappeti e agli abiti. Oltre alla produzione della carta, anche le foglie, i gambi e le radici della pianta possono essere venduti con profitto dagli agricoltori.
L'associazione nepalese della carta fatta a mano attualmente conduce dei corsi di formazione e dei seminari con investitori e progettisti locali allo scopo di incrementare la domanda della corteccia dell'Argeli e della carta fatta a mano. Kiran Dangol dice:
We have the next generation of designers who are really good. By tapping into local employment, we can increase the demand for Nepali paper locally and globally.
Abbiamo una nuova generazione di progettisti molto abili. Valorizzando il lavoro locale possiamo far crescere la domanda di carta nepalese sia a livello locale che globale.