Lo sforzo principale del linguaggio della propaganda russa è di dare l'impressione che non ci sia alcuna guerra

Alexandra Arkhipova, foto da Teplitsa, usata con licenza.

L‘antropologa Aleksandra Arkhipova [en] studia il folklore contemporaneo russo, tra cui le paure e le voci legate alla guerra in Ucraina, ed il linguaggio mediatico utilizzato dalla propaganda di stato russa per manipolare i cittadini. Con licenza di Teplitsa [ru, come i link seguenti, se non altrimenti indicato], emittente media indipendente di attivismo, pubblichiamo una breve trascrizione della sua presentazione alla conferenza “Internet senza frontiere“.

Parliamo sovente del fatto che una terribile propaganda sta operando in questo momento in Russia influenzando il popolo grazie al suo linguaggio. Io studio come funziona questo linguaggio di propaganda.

È vero che in linea di massima si può cambiare la percezione di cosa stia accadendo grazie alle parole?

A partire dal 2017/2018, invece della parola “esplosione”, nei media [di stato] russi si è iniziata ad usare la parola “colpo”. In molti mi chiedono: e allora cosa significa se usano una certa parola, veramente fa una qualche differenza? La risposta a questa domanda è stata data da tempo da linguisti e psicologi cognitivi.

Ad esempio, nel 2005, un gruppo di ricercatori ha studiato come i medici comunichino ai pazienti una diagnosi scomoda, chiamata in inglese “insufficienza cardiaca”. Si tratta senza dubbio di una parola con una cattiva connotazione: una specie di crollo. Di conseguenza, i medici cercano di sostituire la parola spiacevole con un eufemismo.

Quando un paziente riceve la diagnosi di “insufficienza cardiaca” prende la cosa più sul serio: segue una dieta, assume farmaci, accetta un'operazione. Ma se invece gli viene comunicato un eufemismo più accettabile, come “c'è del liquido nei polmoni perché il cuore non pompa in maniera corretta” si preoccupa molto meno della propria salute.

Ciò dimostra una volta di più che è possibile manipolare la percezione del mondo grazie alle parole.

Gli eufemismi nel linguaggio di propaganda russo

Cosa fa la propaganda russa? Cambia in maniera particolare le parole. Non sostituisce i significati, bensì le connotazioni. Cioè, sostituisce le associazioni di parole in modo da farci percepire il mondo come migliore e più sicuro – un mondo dove non c'è guerra!

Torniamo a come i media di stato russi hanno iniziato ad usare l'espressione “colpo” invece di “esplosione”. Perché lo hanno fatto? Perché la parola “esplosione” ha una connotazione molto pericolosa: terrorismo, morte, catastrofe, guerra. E la parola “colpo”? Beh, un qualche tipo di suono, forse persino vacanziero, ma non un evento associato alla morte. Di conseguenza, la parola “colpo” ha iniziato a sostituirsi ad “esplosione”.

È una strategia dei mezzi di comunicazione statali per sottostimare i rapporti relativi a qualsiasi tipo di danno, in modo da non “spaventare” il pubblico.

Dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, già dal 4 marzo 2022, in Russia era proibito menzionare la parola “guerra”. Al suo posto è stato imposto il termine “operazione militare speciale”. È stata introdotta la censura militare. Al momento ci sono 400 sentenze su casi di “discredito dell'Esercito russo”. Sembra che l'esercito venga screditato se si chiama “guerra” la guerra.

L'amministrazione presidenziale sta inviando istruzioni ai media spiegando ai giornalisti come manipolare le connotazioni – “operazioni speciali” ed altre parole. 

Le istruzioni dell'amministrazione presidenziale 

Ho un meraviglioso informatore; nei primi mesi di guerra lavorava per una pubblicazione federale russa di spicco. Questa persona mi ha fatto pervenire le istruzioni che arrivavano dall'amministrazione presidenziale. 

Il 28 febbraio, quattro giorni dopo l'inizio della guerra, la sua emittente ha ricevuto un'istruzione scritta:

 Don’t use the word “war,” you can use instead the words “liberation,” “liberation mission,” “special operation.” You don’t sow panic. Let me remind you once again that in your articles it is impossible to write the word “war,” “military operation,” “capture by the Russian military;” now it's just “special operation.”

Non utilizzate la parola “guerra”, usate invece le parole “liberazione”, “missione di liberazione”, “operazione speciale”. Non instillate il panico. Permettetemi di ricordarvi una volta di più che nei vostri articoli non è possibile scrivere le parole “guerra”, “operazione militare”, “cattura da parte dell'esercito russo”; si tratta solo di un'”operazione speciale”. 

Questo avveniva quattro giorni prima dell'introduzione della censura militare, ma i media erano già sotto pressione.

Era iniziata la riforma della lingua. La riforma consisteva nel lavorare con le associazioni.

You have to take information about those who died during the special operation only from official data. When covering the special operation, please do not write “taken under control” in relation to settlements; replace it with the word “liberated.”

Dovete ricavare le informazioni in merito ai morti nell'operazione speciale esclusivamente dai dati ufficiali. Coprendo l'operazione speciale non scrivete “preso sotto controllo” per gli insediamenti, sostituite la parola con “liberato”. 

Quindi prima “catturato”, poi “preso sotto controllo” e infine “liberato”. Perché le parole “catturato” e “liberato” hanno connotazioni differenti. La parola “liberato” ha chiaramente un'associazione positiva. 

O, ad esempio, “ritirata” è un “segno di buona volontà”; “controffensiva delle forze armate ucraine” [diventa] “attacchi disperati”. 

Di conseguenza emergono tre strategie: evitare di base gli argomenti pericolosi; in sostituzione, scegliere parole non collegate a morte e guerra; demonizzare il nemico.

L'importanza di riformare si applica anche alla presentazione della guerra. Per cosa stiamo combattendo? Dal punto di vista della propaganda russa, per la denazificazione, la ricerca del nazionalismo, la liberazione della popolazione russofona, ecc.

Un altro esempio: “linea di contatto”. Si tratta, ovviamente, di una sostituzione per la parola “fronte”. È stata usata dal febbraio 2022, piuttosto attivamente. È come se non ci fosse un fronte di guerra, c'è una “linea di contatto”. A settembre c'è stata la leva militare. Quando i cittadini sono stati arruolati è stato loro detto che avrebbero “aiutato a difendere la linea di contatto”. Non “verrete inviati al fronte”. No. “Andrete a difendere la linea di contatto”.

La resistenza e la creazione di un contromessaggio

La gente come resiste a questo nuovo linguaggio? Una maniera è danneggiare lo stesso sistema. All'inizio della guerra, quando è stata introdotta la censura e la parola “guerra” è stata bandita, un tema meraviglioso “urlate la parola guerra” è apparso nelle scritte sui muri. È una cosa estremamente importante, perché ora ci sono molte persone all'interno della Russia che resistono al linguaggio della propaganda in tutte le maniere possibili.

Molti da fuori Russia mi scrivono che questo è spazzatura, che questo tipo di resistenza non aiuta. Non sono d'accordo con loro. La punizione per questa resistenza al linguaggio va da una multa ai sette anni di prigione. Queste sono azioni serie volte a spezzare la “confort zone”, perché le persone che escono di casa per comprare il pane, dopo aver percorso  300 metri leggano della guerra e capiscano che vivono in una situazione di guerra, senza cercare di evitare l'argomento.

Il compito principale di coloro che vengono chiamati “partigiani semiotici” [partigiani che operano con i segni] è sfondare il blocco della propaganda di informazione. La maniera migliore per farlo è creare quello che io chiamo un “contromessaggio”.

Ecco un semplice esempio: il segnale “zona di pericolo, spostarsi dagli edifici se cadono i ghiaccioli”. Qualcuno lo ha cambiato aggiungendo a parola “Russia”, per cui ora risulta “zona di pericolo, Russia”. Questo è un contromessaggio semplice.

Ma il contromessaggio è molto più complicato. Prima il ben noto simbolo di sostegno alla guerra, la lettera Z, era scritto sulla staccionata, e durante la notte un partigiano semiotico ha aggiunto le due lettere “P” e “C” creando un contromessaggio, una parola violentemente oscena “pizdets,” o “fottiti.”

I guerriglieri semiotici si infiltrano negli atti di propaganda già esistenti e li distruggono dall'interno. La giornalista Maria Antyusheva, venuta all'incontro informativo del Ministero degli Interni di Krasnoyarsk, si è tolta il cappotto ed ha rivelato abiti gialli e blu [en], i colori della bandiera ucraina. È stata arrestata, ma ciononostante ha creato un visuale e chiaro contromessaggio.

Almeno fino ad ora lo sforzo principale del linguaggio di propaganda è dare l'impressione che continui a non esserci una guerra. Ci sono alcuni eventi locali, ma non una guerra, non un fronte, e la leva è parziale. Prima della leva militare molte delle persone che ho intervistato credevano che non stesse accadendo nulla di terribile, e che tutto sarebbe presto finito.

Ed il numero di queste persone, che credono che non stesse accadendo nulla e, soprattutto, che si tratta di un problema di passaggio che finirà presto, si lega a quello delle persone che seguono le notizie dei media parastatali russi.

Sembra che la situazione presto cambierà.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.