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Reel: La bellezza del festival Obatala, tradizione Orisha di Trinidad e Tobago

Categorie: Caraibi, Trinidad & Tobago, Arte & Cultura, Citizen Media, Religione
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Foto del Festival Obatala 2023, che si è svolto a Woodbrook, Trinidad, il 28 gennaio, di Jason C. Audain [1], usata con licenza.

Trinidad e Tobago, come la maggior parte della regione caraibica, ha una storia di colonizzazione che spazia dalla Spagna [2] [en, come i link seguenti, se non altrimenti indicato] alla Gran  Bretagna [3]. L'esperienza condivisa di occupazione e quasi estinzione [4][it] è stata talmente brutale che ne sono tuttora evidenti [5] [it], dopo secoli, gli effetti a catena, ma ci sono anche alcune note positive, molte delle quali collegate alle tradizioni ed alla cultura dell’Africa occidentale [6][it].

Una delle rappresentazioni più forti di questa connessione è la religione. Anche se i seguaci della fede Orisha sono solamente [7] il circa 1% della popolazione di Trinidad e Tobago secondo un censimento del 2011, la comunità, negli oltre 10 anni trascorsi dall'esecuzione del censimento, è diventata sempre più visibile attraendo sempre più praticanti. La diasporica manifestazione [8] della fede Orisha, in Trinidad e Tobago, veniva originariamente chiamata Shango [9] e veniva considerata una religione sincretica. 

Ogni anno gli Orisha partecipano al Festival Obatala [10], che rende omaggio alla figura della mitologia Yoruba incaricata di creare la terra. La storia racconta che, quando Obatala iniziò a creare gli umani dall'argilla, bevve copiosamente vino di palma. Nel suo stato di ebbrezza fu disattento con alcune delle sue creazioni causando loro dei difetti. Quando si rese conto di cosa aveva fatto si pentì e divenne il protettore dei disabili. Agli umani venne poi conferito l’Àṣẹ [11] (concetto Yoruba che definisce il potere di produrre dei cambiamenti), un coltello di rame ed una zappa di legno affinché potessero prosperare con questi attrezzi.

A Trinidad la processione Obatala ha avuto luogo [12] il 28 gennaio a Woodbrook [13], nei dintorni della capitale, Port of Spain. L'artista Jason C. Audain [14], presente, ha ripreso il video e le fotografie [1]. Il suo video della processione è travolgente, soprattutto verso la fine della clip, che zoomma su un terzetto di  moko jumbie [15].

Figure tradizionali in marcia sui trampoli con radici nell'Africa occidentale, per cui le figure vengono considerate come dei, la cui imponente prospettiva permette loro di tenere facilmente sotto controllo i loro villaggi prevedendo qualsiasi potenziale pericolo, i moko jumbies fanno parte delle tradizionali [16] figure [17] [it] del carnevale di Trinidad e Tobago che sfilano nelle strade ricordando [18] come gli africani resi schiavi dovettero combattere per la propria libertà. Le figure vengono tutt'ora considerate difensori e guide nella cultura tribagoniana e incutono sempre soggezione e rispetto.

La loro inclusione nel festival Obatala è un forte ricordo delle loro origini, purezza e sacri poteri, e lo stesso festival sottolinea le profonde connessioni che Trinidad e Tobago continua ad avere con l'Africa occidentale. Enfatizza inoltre i profondi aspetti spirituali e ritualistici delle tradizioni del carnevale, come fa notare [19] il ministro dello Sviluppo Comunitario, della Cultura e delle Arti asserendo che “in questa celebrazione si possono trovare forme culturali di cristianesimo, induismo ed Ifa/Orisa.”