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Come è cambiata la Russia un anno dopo l'invasione dell'Ucraina?

Categorie: Russia, Citizen Media, Diritti umani, Governance, Guerra & conflitti, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta

Imagine dal the Russia Post [1], usata con licenza

Alexander Kynev, politologo, scrive per Russia Post [1] [en] in merito ai cambiamenti avvenuti nel paesaggio politico russo  dall'inizio dell'”operazione militare speciale” un anno fa: la politica locale è stata messa nel dimenticatoio, la società civile è nel caos ed i media di opposizione cercano di raggiungere i russi dall'esilio. La versione modificata viene ripubblicata da Global Voices sulla base di un accordo di collaborazione con Russia Post [2] [en]. 

Durante il primo anno di “operazione militare speciale” (SVO)  le notizie dalla Russia consistevano principalmente in rapporti sull'andamento del conflitto e l'introduzione di sanzioni. Era impossibile, sulla base di questo flusso di notizie, comprendere cosa stesse accadendo all'interno della Russia oltre alla SVO.

La verità è che tutti erano scioccati dal 24 febbraio, e la dura reazione dello stato ai tentativi di resistenza creava un'ancora maggiore urgenza a nascondersi o fuggire.

Negli ambienti pubblici si sentiva solo la voce dei lealisti, così si creava l'illusione che non ci fosse nessun altro in Russia tranne loro. Ovviamente, non è così. Le persone sono razionali ed hanno optato per una strategia più sicura: fuga, silenzio, sabotaggio silente. Tra il 2000 ed il 2010 la Russia stava bene come mai prima nella sua storia, e molti – soprattutto burocrati (in termini di reddito e stato sociale la classe media russa consiste soprattutto di pubblici ufficiali) – temono di perdere quanto ancora hanno della loro vita precedente.

Tutti i potenziali organizzatori o coordinatori delle proteste di massa (élites, organizzazioni pubbliche, partiti, media) sono stati schiacciati o sono in uno stato di frustrazione. Però, nel 2022 ed agli inizi del 2023, mentre il polverone della nuova realtà si posa, nel vuoto risultante sono spuntati punti di vista e posizioni diversi. È importante comprendere questa diversità, anche se, almeno per ora, non costituisce una minaccia per il regime.

Molti leader regionali non dimostrano entusiasmo per l'”Operazione Speciale”

La politica nazionale è stata messa nel dimenticatoio. Le elezioni amministrative di Tomsk [3] [ru, come i link seguenti] e Novosibirsk [4] — città note per l'attività e persino l'indipendenza politica – sono state cancellate quasi per caso.

Il numero di sostanziali rinnovamenti di personale è crollato. Il sistema opera al fine di minimizzare i rischi – meglio avere una persona di fiducia, anche se incapace. Lo scorso anno sono stati sostituiti [5] solo cinque governatori. Tanto per capire, nel 2017  ne erano stati sostituiti [6] 20, e 18 sia nel 2010 che nel  2018.

Sebbene le elezioni del settembre 2022 siano andate come previsto, non hanno cambiato la situazione generale, e la politica nazionale rimane ai margini. È sbagliato considerare il massiccio silenzio delle élite politiche come sostegno incondizionato. La base dell'élite burocratica russa è il carrierismo e la tecnocrazia. Significativamente, il comportamento dei governatori è cambiato pochissimo lo scorso anno.

Una ovvia eccezione è la dirigenza di Chechnya, come quella delle dirigenze delle regioni confinanti con l'Ucraina (Mikhail Razvozzhaev di Sevastopol, Roman Starovoit della regione di Kursk Region, Vyacheslav Gladkov della regione di Belgorod), dove la SVO ha avuto un impatto diretto [7] sulla vita dei cittadini.

Un secondo gruppo di “entusiasti” sono i governatori con una posizione politica traballante, che cercano evidentemente di difendersi dall'insoddisfazione generale verso il loro governo dimostrando un'estrema lealtà. Come Vladimir Uyba [8], a capo del Komi, che è salito su un palco nella regione di Luhansk vestito con un'uniforme con una Z cucita sopra cantando con i musicisti una canzone per i bambini del posto. Il governatore di Belgorod Vyacheslav Gladkov [9] ha acquistato merci contraddistinte dalla lettera Z offrendole per l'apertura di “RadioZ;” il capo della regione di Kemerovo Sergei Tsivilev [10] ha rinominato la regione KuZbass. La strategia che hanno scelto sembra essere quella di evitare di parlare della SVO e dimostrare che la vita prosegue normalmente. Le regioni russe sponsorizzano [11] la ricostruzione di parti di città e regioni dell'Ucraina Orientale, un “carico federale” imposto alle regioni dal Cremlino. 

I dirigenti delle città più inclini alla protesta, Mosca e San Pietroburgo, Sergei Sobyanin e Alexander Beglov, stanno tentando di prendere le distanze dalla SVO. Non ci sono state praticamente campagne di massa “z” in nessuna delle due città. A fine giugno, Beglov ha messo in guardia [12] i funzionari dall'inimicarsi la popolazione liberale di San Pietroburgo con simboli SVO. È da notare che l'emblema  “Z” era praticamente assente [13] alle celebrazioni delle “vele scarlatte” di San Pietroburgo. [celebrazione dedicata ai maturandi di S.Pietroburgo, n.d.T]

Più o meno la stessa tattica scelta dai governatori regionali la cui rielezione nel settembre 2022 era prevista (Pavel Malkov in Ryazan, Yevgeny Kuyvashev in Sverdlovsk, Alexander Brechalov in Udmurtia, Vladimir Mazur in Tomsk, Alexander Sokolov in Kirov, Artur Parfenchikov in Karelia).

I giornalisti dell'emittente indipendente 7×7, avendo studiato gli account sui social media dei dirigenti regionali, hanno scoperto [13] che almeno 11 governatori hanno scelto di non prendere attivamente posizione sulla SVO. Lo stesso vale per la “mobilizzazione parziale”: in controtendenza all'andamento generale, 10 dirigenti regionali non hanno dichiarato pubblicamente [14] il proprio sostegno alla SVO nei media, canali Telegram, pagine VK  o persino nelle comunità online regionali. Tecnicamente hanno diretto le commissioni di arruolamento delle loro regioni, ma i servizi stampa emettevano i commenti sulla mobilitazione per conto loro.

Nella società la frustrazione di massa è proprio in superficie

Quasi tutte le sedi russe di organizzazioni e fondazioni internazionali hanno cessato le attività, molte ONG hanno chiuso o trasferito le attività all'estero e molti leader ed attivisti di organizzazioni pubbliche sono emigrati. Le ONG ancora in azione cercano di non attirare troppa attenzione. Con rare eccezioni, è diventato impossibile tenere eventi pubblici (gli eventi patriottici, ovviamente, si). I problemi già esistenti di finanziamento e raccolta fondi sono seriamente peggiorati a causa dell'uscita mal gestita dei sistemi di pagamento stranieri dalla Russia. La scomparsa di Civil Forum [15], organizzata da Alexei Kudrin ed il Comitato di Iniziative Civiche per quasi 10 anni, non è quasi stata notata.

Quasi tutti i media indipendenti e di opposizione hanno chiuso o sono emigrati

La situazione dei media è sostanzialmente la stessa della società civile: quasi tutti i media indipendenti o di opposizione hanno chiuso o sono emigrati e agiscono completamente online. L'emigrazione dei media ha drasticamente ridotto il loro coinvolgimento nelle questioni locali, con l'inevitabile distacco dalla realtà locale. Il bocco di internet, unito alla chiusura delle fonti di informazione (ad esempio, l’Echo of Moscow), hanno drasticamente ridotto il loro pubblico. L'impressione è che il pubblico principale dei media in esilio ora non sia il russo medio, ma la popolazione russofona in Ucraina, nei paesi baltici, Israele ed altrove.

Soprattutto, la partenza dalla Russia ha aiutato i media di opposizione a sopravvivere fisicamente, ma la loro presenza nello spazio informativo russo è diminuita. Lo si capisce dalla quasi totale mancanza di risonanza dei loro contenuti a livello regionale e locale.

La radicalizzazione dei contenuti – in particolare la sovra-empatizzazione dei media emigrati su posizioni filo-ucraine ed antirusse – lascia quasi completamente deserta la nicchia dei mezzi indipendenti in grado di parlare ai cittadini comuni. Ne consegue che, nello spazio informativo, dominano i discorsi ufficiali e l'ultraopposizione inevitabilmente marginalizzata, e non c'è praticamente nulla in mezzo. Senza parlare al cittadino medio in maniera comprensibile e rispettosa, nessun discorso alternativo in Russia potrà decollare, sia che riguardi la SVO che la situazione generale del Paese.