Gli studenti universitari in Turchia stanno sopportando il peso del terremoto

Screenshot del servizio giornalistico [tr] sulle proteste organizzate dagli studenti universitari contro la decisione di passare all'insegnamento a distanza.

Sono passate due settimane da quando la Turchia è stata colpita da una devastante serie di terremoti il 6 febbraio scorso, e le reazioni negative alla risposta inadeguata dello Stato in seguito al terremoto continuano a crescere. Una delle ultime critiche rivolte allo Stato è la decisione [en] di aprire tutti i dormitori statali agli sfollati del terremoto e di passare alla formazione online nelle università di tutto il Paese.

Da allora #onlineegitimistemiyoruz (non vogliamo passare a un'istruzione online) ha fatto tendenza sui social media, mentre gli studenti hanno organizzato proteste fuori dalle università. Molti studenti e personale accademico hanno espresso la loro preoccupazione per questa decisione. Gli studenti universitari che vivono nei dormitori di tutto il Paese hanno raccontato storie di caos nei dormitori, dove è stato ordinato loro di fare le valigie e andarsene con poco preavviso.

In un video condiviso [tr, come i link seguenti salvo diversa indicazione] dal gruppo BogaziciDirenisi (Resistenza Bogazici) su YouTube, il gruppo ha elencato tutti i motivi per cui la decisione di allontanare gli studenti dai dormitori non era una politica giusta:

The capacity of barely sufficient state run student dorms is just 800,000, while the capacity of hotels across the country is 2 million. It is not a solution to relocate earthquake survivors into state dormitories which can barely provide suitable housing and meet the needs of the rescues anyway. Especially not when, hotels, guest houses, hundreds of thousands of empty properties held by real estate companies are left untouched.

La capacità dei dormitori studenteschi statali, appena sufficienti, è di appena 800.000 posti, mentre la capacità degli alberghi in tutto il Paese è di 2 milioni. Non è una soluzione trasferire i sopravvissuti al terremoto in dormitori statali che possono a malapena fornire alloggi adeguati e soddisfare le esigenze dei superstiti. Soprattutto se alberghi, pensioni e centinaia di migliaia di proprietà vuote di società immobiliari non vengono toccate.

Altri hanno detto che i dormitori si sono degradati nel caos da quando è stata annunciata la decisione di sgomberare i dormitori. In un'intervista [en] rilasciata alla piattaforma giornalistica locale Arti Gercek, Ozlem [non è il vero nome della studentessa], una studentessa universitaria che studia ad Adana e la cui famiglia è stata colpita dal terremoto, ha raccontato che si trovava a Gaziantep con la sua famiglia quando ha ricevuto un avviso dal dormitorio studentesco in cui viveva, che la informava di avere due giorni di tempo per liberare la sua stanza. Ozlem è tornata di corsa al suo dormitorio di Adana, solo per scoprire che la sua stanza era già stata sgomberata e che le sue cose erano state infilate in un sacco della spazzatura senza etichetta e messe in un deposito. Le ci sono volute diverse ore per frugare in tutti i sacchi prima di trovare le sue cose.

A Kırıkkale, in un'altra provincia, le studentesse del dormitorio femminile hanno riferito che i loro armadietti erano stati scassinati e che tutti i loro effetti personali erano stati messi in sacchi della spazzatura. Secondo il quotidiano turco online Gazete Duvar, è stato loro notificato l'obbligo di sgombero.

Il dormitorio statale femminile di Kırıkkale Hatice Hanım.Gli armadietti delle ragazze sono stati scassinati, mentre i loro oggetti personali sono stati infilati in sacchi della spazzatura. State vittimizzando sia le vittime del terremoto che noi. [Aprite i vostri alberghi, palazzi, case vuote! Non potete cacciarci dai nostri dormitori!

Il Movimento dei senza tetto, lanciato da un gruppo di studenti nel 2021 in occasione della crisi degli alloggi studenteschi [en], si è subito organizzato e ha condiviso gli aggiornamenti dai dormitori di tutto il Paese, dove gli studenti sono stati cacciati senza alcun preavviso o con un preavviso breve. Molti studenti erano già fuori casa per trascorrere la pausa semestrale con le loro famiglie. Alcuni di questi studenti provenivano dalle province colpite dal terremoto. In un tweet il gruppo ha scritto: “Gli studenti non sopporteranno il peso delle responsabilità che non vi siete presi”.

Un'altra studentessa universitaria di Istanbul, che alloggia nei dormitori statali, ha raccontato al quotidiano Evrensel che il responsabile del dormitorio le ha detto di non creare problemi quando ha chiesto dove sarebbe dovuta andare con un preavviso così breve.

Ritorno alla formazione online

Nella stessa dichiarazione con cui il Presidente Erdoğan ha annunciato la decisione sui dormitori statali, ha anche affermato che tutti gli studenti universitari continueranno la restante parte dell'anno accademico online. Studenti, accademici e politici dell'opposizione hanno criticato la mossa.

In un'intervista [en] con Arti Gercek, Ozlem, che è stata cacciata dal suo dormitorio ad Adana, ha detto: “Parlano di istruzione online, ma noi non abbiamo attrezzature e di tanto in tanto non abbiamo la corrente o la connessione a Internet. A questo punto non abbiamo nemmeno i libri. Non so come potremo accedervi. Come farò a partecipare alla formazione online in queste condizioni? Come potrò trarne vantaggio?”.

Un'altra studentessa ha chiesto su Twitter perché l'istruzione fosse la prima cosa da eliminare:

Perché l'istruzione è stata la prima ad essere abbandonata? Con quali infrastrutture è stata introdotta l'istruzione online? Centinaia di alberghi sono fermi lì, perché non li aprite ai terremotati? Quali famiglie ospiterete in minuscoli dormitori, quanto saranno efficaci? Cosa volete da noi?

Il leader del Partito Popolare Repubblicano (CHP) dell'opposizione Kemal Kılıçdaroğlu è d'accordo. Parlando [en] da Hatay – una delle province più colpite – Kılıçdaroğlu ha detto che i dormitori per studenti non erano adatti, esortando invece lo Stato ad aprire alberghi e a coprire i costi di tutti gli sfollati rimasti senza casa. Kılıçdaroğlu ha anche affermato in un tweet:

Sono pronto ad aprire la nostra sede e tutte le sedi del partito alle vittime del terremoto. Questo include anche le nostre case private. Questa volta non tocchiamo i nostri giovani. Sono gli unici che ci sono rimasti.

Il leader dell'altro partito politico DEVA, Ali Babacan, ha fatto eco a questo sentimento in un tweet, chiedendo allo Stato di non “togliere a una generazione il diritto all'istruzione”.

Secondo lo psicologo clinico Beyhan Budak, la decisione di passare all'apprendimento a distanza deve essere rivista. “Sebbene l'impatto psicologico causato dalla pandemia non sia ancora scomparso, il passaggio all'istruzione online può danneggiare seriamente la salute mentale e l'educazione dei nostri giovani”, ha twittato Budak.

Un membro del Partito Popolare Repubblicano dell'opposizione, Tahsin Tarhan, ha twittato che la decisione di passare all'insegnamento a distanza è “una follia” e “deve essere revocata immediatamente”.

L'appello di un'altra studentessa universitaria ha riassunto bene le circostanze:

Per favore, non passate alla formazione online. Potete prolungare la scuola per tutto il tempo che volete, ma semplicemente non voglio studiare l'ultimo anno della mia scuola, nella mia città distrutta, vivendo in una tenda. La mia identità di studentessa è probabilmente l'unica cosa che mi rende felice in questo momento. Per favore, non portatemela via.

Nel frattempo, la decisione di passare all'istruzione online non ha avuto ripercussioni sulla Direzione degli Affari Religiosi, o Diyanet, il principale organo religioso turco responsabile del coordinamento della maggior parte delle attività religiose per i musulmani del Paese, tra cui la supervisione delle moschee gestite dallo Stato, la nomina degli imam, la diffusione dei sermoni settimanali in vista della preghiera del venerdì a mezzogiorno, l'offerta di corsi di Corano e l'organizzazione di viaggi di pellegrinaggio alla Mecca, tra gli altri compiti. Secondo quanto riferito dal quotidiano Cumhuriyet, dal 20 febbraio sono ripresi i corsi in presenza nei campus e i corsi giornalieri di Corano.

Inoltre, l'istituzione è stata messa sotto accusa per aver emesso una fatwa il 18 febbraio, in cui sosteneva che “non c'è alcun ostacolo per le famiglie affidatarie a sposare i bambini adottati dai sopravvissuti al terremoto”, il che significa che i genitori affidatari possono legalmente sposare i loro “figli adottivi”. In seguito alle reazioni, Diyanet ha rimosso la pagina dal suo sito web e ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che la fatwa è stata estrapolata dal contesto. Il 5 gennaio, l'istituzione ha emesso [it] un'altra fatwa controversa in cui sosteneva che “a meno che le donne non siano accompagnate dai loro figli o mariti, è inappropriato che viaggino da sole per una distanza superiore ai 90 km”.

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