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“La nostra partecipazione al sindacalismo oggi è fondamentale” sostiene una ricercatrice argentina

Categorie: America Latina, Argentina, Citizen Media, Donne & Genere

Immagine di Global Voices di una foto di due donne scioperanti sul picchetto durante la “Rivolta dei 20.000″, sciopero delle lavoratrici di fabbriche di tessuti, New York. Foto di dominio pubblico. [1]

Oggi poche persone sanno che le lotte femministe moderne nacquero con la lotta operaia delle donne in situazione di povertà, lavorando per esempio nelle fabbriche di tessuti [2] [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]. Tuttavia, le donne coinvolte nella lotta sindacale in Argentina sono ancora poche, cosa che la storica esperta in genere Alexia Massholder vuole cambiare. 

Nell'ambito sindacale dell'Argentina, solo il 18% delle donne [3] occupa posizioni di leadership e la maggior parte si occupa dei settori legati all'uguaglianza di genere, la cultura o i servizi sociali. Solo una donna [4] è stata la co-leader della Confederazione Generale del Lavoro (CGT [5]) [it], il più grande sindacato dell'Argentina.

Le radici della Giornata internazionale della donna provengono da diverse componenti che si assemblano in un unica data. Nel 1909 i sindacati guidati dalle donne formarono il primo sciopero di massa [6] delle lavoratrici, che durò undici settimane; due anni dopo scoppiò un incendio fatale [7] in una fabbrica di camicie a New York,  le cui vittime furono giovani donne immigrate, aggiungendo benzina al fuoco delle richieste di lavoro. L'altra componente è quella delle lavoratrici russe che durante la Prima guerra mondiale si mobilitarono con lo slogan “Pace e Pane [8]”, affrontando l'allora zar di Russia.

In tutte le sue versioni, marzo è un mese che fa riferimento alle donne lavoratrici e ha un forte contenuto politico, anche se la cultura economica dominante – con regali, promozioni e sconti – si impegna permanentemente ad allontanare l'8 marzo dalle sue vere origini. 

Proprio per questa origine legata al mondo del lavoro e per capire l'attuale situazione lavorativa in Argentina, abbiamo intervistato Alexia Massholder, che lavora come ricercatrice al CONICET (Consiglio nazionale per la ricerca scientifica e tecnica), il principale organismo del paese incaricato di promuovere la scienza e la tecnologia in Argentina. È anche segretaria di Genere e rappresentante del sindacato Asociación Trabajadores del Estado (ATE) dello stesso organismo.

Ritiene che siamo a un punto di svolta nel femminismo argentino e pensa che più donne dovrebbero guidare i sindacati perché è un modo per smantellare la “doppia oppressione” del capitalismo economico e del patriarcato. Abbiamo modificato l'intervista per garantire maggior chiarezza

Patricia Larrús: Lei parla di una svolta nel femminismo di oggi. Cosa rende questo momento così speciale?

Foto di Alexia Massholder, utilizzata con il suo permesso.

Alexia Massholder: Si bien el feminismo no es algo nuevo, y viene abriéndose paso desde la osadía de pioneras como Olympe de Gouges [9], Mary Wollstonecraft [10] y Flora Tristán [11], con importantísimos aportes teóricos y prácticos de mujeres como Clara Zetkin [12], Aleksandra Kolontái [13] o Inessa Armand [14], las dimensiones como movimiento político son mucho más recientes. Las bases de una transformación profunda respecto al rol de la mujer en todos los ámbitos de la sociedad se están sentando en este momento sin dudas.

El crecimiento cuantitativo y cualitativo del feminismo como respuesta a la opresión de la mujer plantea una complejización respecto a las miradas sobre diferentes temas. Por un lado, nuevas preguntas y desafíos sobre la manera de hacer política, y también mayores articulaciones en las luchas contra la opresión de clase, raza, colonial, etc.

Por el otro, indudablemente, más allá de los desafíos nuevos y las complejidades internas, ya no hay manera de ocultar la cuestión de género en casi ningún ámbito, aunque nosotras mismas tengamos formas de pensar y actuar que no terminan de romper con “ideas” sobre la mujer, o formas de organización o de familia, que vienen siendo hegemónicas desde hace tantos años. Pero estamos en eso. Seguramente futuras generaciones lo resolverán más fácilmente. Tenemos esa responsabilidad por todas las que ya no están.

Alexia Massholder: Sebbene il femminismo non sia una novità e si sia fatto strada con il coraggio di pioniere come Olympe de Gouges [15] [it], Mary Wollstonecraft [16] [it] e Flora Tristan [17] [it], con importantissimi contributi teorici e pratici di donne come Clara Zetkin [18] [it], Aleksandra Kollontaj [19] [it] o Inessa Armand [20] [it], le sue dimensioni come movimento politico sono più recenti. In questo periodo si stanno indubbiamente gettando le basi per una profonda trasformazione del ruolo della donna in tutti gli ambiti della società.

La crescita quantitativa e qualitativa del femminismo come risposta all'oppressione della donna solleva una complessità di punti di vista su diverse questioni. Da un lato nuove domande e sfide sul modo di fare politica, e anche maggiori articolazioni nelle lotte contro l'oppressione di classe, razziale, coloniale ecc.

Dall'altro, indubbiamente, al di là delle nuove difficoltà e complessità interne, non c'è più un modo per nascondere la questione di genere in nessun ambito, anche se noi stesse abbiamo modi di pensare e di agire che non finiscono per rompere con le “idee” sulle donne o sulle forme di organizzazione o di famiglia, che sono state egemoniche per tanti anni. Ma ci stiamo lavorando. Sicuramente le future generazioni lo risolveranno più facilmente. Abbiamo questa responsabilità per tutte quelle che non ci sono più.

PL: Qual è la tua visione sull'articolazione genere/classe? 

AM: El feminismo como movimiento político se planta contra las relaciones desiguales y jerárquicas, y el sometimiento de identidades sexogenéricas [ed: identidades «sexuales» por la condición biológica y «de género» según el género con el que cada persona se identifica]. La profunda imbricación entre capitalismo y patriarcado ha configurado una división sexual del trabajo, roles específicos para la mujer y formas de opresión históricamente construidas.

Por supuesto que el feminismo avanza y se consolida por la ampliación de derechos, a partir de nuevas subjetividades. Pero al analizar la relación entre el patriarcado y el capitalismo se observa que la mujer es sometida por estos dos sistemas tanto en los espacios laborales remunerados (si es que las mujeres los alcanzamos) como en el espacio doméstico en donde las tareas de cuidado y reproducción de la mano de obra, son tareas no remuneradas. Se ocultan tras los discursos del amor maternal, el sostenimiento amoroso del marido, etc. Y la realidad es que esas tareas no remuneradas nos colocan a las mujeres en una posición completamente diferente a la de los hombres frente a nuestros trabajos. Y por eso es importante repensar nuestros espacios laborales y nuestra participación sindical también.

AM: Il femminismo, come movimento politico, si oppone alle relazioni ineguali  e gerarchiche e alla sottomissione delle identità di sesso e di genere [ndr: identità “sessuali” per la condizione biologica e “di genere” in base al genere con cui ogni ognuno di identifica]. Il profondo intreccio tra il capitalismo e il patriarcato ha dato forma a una divisione sessuale del lavoro, a ruoli specifici per le donne e a forme di oppressione storicamente costruite.

Ovviamente il femminismo avanza e si consolida con l'estensione dei diritti, a partire da nuove soggettività. Però, analizzando la relazione tra il capitalismo e il patriarcato, si osserva che la donna è sottomessa da questi due sistemi sia negli spazi lavorativi retribuiti (se le donne li raggiungono) sia nello spazio domestico dove i compiti di assistenza e di riproduzione del lavoro non sono retribuiti. Questi sono nascosti dietro i discorsi dell'amore materno, il sostegno amorevole del marito ecc. La verità è che queste attività non retribuite collocano noi donne donne in una posizione completamente diversa rispetto agli uomini nel nostro lavoro. E per questo è importante ripensare ai nostri spazi lavorativi e anche alla nostra partecipazione sindacale.

PL: Il percorso che le donne hanno intrapreso nel sindacalismo non è nuovo, risale alle origini della lotta femminista. Ma questo posto è stato occupato dalla presenza maschile. Oggi la presenza femminile è diminuita e deve affrontare nuove difficoltà. Come rappresentante della Asociación Trabajadores del Estado nel CONICET, come vede oggi questo compito?

Foto della marcia per i diritti della donna, l'8 marzo 2023, a Buenos Aires, di Maria Paz Ismael PH. Utilizzata con il suo permesso.

AM: Si bien la mujer siempre tuvo un rol fundamental en el mundo del trabajo, su representación política y sindical es más reciente. Si repasamos la historia del sindicalismo se verá que, como en todos los espacios que representan un poco de poder, la mujer ha estado prácticamente ausente. Y eso ha delineado un sindicalismo con reivindicaciones que no contemplan las particularidades del trabajo femenino en su mayoría. La ausencia de mujeres en paneles, programas curriculares, cargos, etc., se nota a simple vista.

AM: Anche se la donna ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel mondo del lavoro, la sua rappresentazione politica e sindacale è più recente. Se guardiamo indietro nella storia del sindacalismo, si vedrà che, come in tutti gli spazi che rappresentano un minimo di potere, le donne sono state praticamente assenti. E questo ha dato forma a un sindacalismo con rivendicazioni che per la maggior parte non contemplano le particolarità del lavoro femminile. L'assenza di donne nei gruppi di lavoro, nei programmi curriculari, nelle posizioni di responsabilità ecc. si nota a colpo d'occhio.

PL: Per finire, quali rivendicazioni  restano in sospeso oggi nell'ambito lavorativo en Argentina? Quale percorso resta da intraprendere?

AM: Es con el impulso y el empuje del movimiento feminista como movimiento revolucionario, transformador, en articulación con organizaciones sociales, políticas y sindicales, que se podrá lograr que las reivindicaciones por las que luchamos dejen de ser consignas y se transformen en leyes, regulaciones y convenios colectivos de trabajo, como lograr que se reconozcan las tareas de cuidado como un trabajo efectivo, erradicar la desigualdad imperante en el mundo del trabajo, ocupar los lugares que nos corresponden en la conducción y la decisión política tanto en nuestros trabajos como en los espacios sindicales.

No sólo como mujeres, sino también como lesbianas, trans y todas las identidades en la mayoría de los casos aún más perjudicadas en materia de derechos, dado la mirada hegemónica absolutamente binaria y heterosexual que impera en la política, el sindicalismo, la ciencia y los espacios de poder todos.

Si hoy podemos decir “El sindicalismo es con nosotras” ha sido por la fortaleza que el feminismo ha construido. Nuestra participación en el sindicalismo hoy es clave para poner una limitación a la doble opresión que mencionábamos antes, ya que nos permiten avanzar en nuestros trabajos, mejorar nuestras condiciones, nuestros derechos, como mujeres, lesbianas, no binaries, trans, madres, compañeras, como todo lo que decidamos ser. 

AM: È con l'impulso e la spinta del movimento femminista come movimento rivoluzionario e trasformativo, in coordinamento con le organizzazioni sociali, politiche e sindacali, che sarà possibile fare in modo che le rivendicazioni per le quali ci battiamo smettano di essere slogan e si trasformino in leggi, regolamenti e contratti collettivi. Questo include: ottenere il riconoscimento del lavoro di cura come lavoro effettivo, sradicare la disuguaglianza prevalente nel mondo del lavoro, occupare i posti che ci corrispondono nella leadership e nelle decisioni politiche sia nei nostri posti di lavoro che negli spazi sindacali.

Non solo come donne, ma anche come lesbiche, trans e tutte le identità che nella maggior parte dei casi sono ancora più svantaggiate in termini di diritti, data la visione egemonica assolutamente binaria ed eterosessuale prevalente della politica, nel sindacalismo, nella scienza e in tutti gli spazi di potere.

Se oggi possiamo dire “il sindacalismo è con noi donne” è grazie alla forza che il femminismo ha costruito. La nostra partecipazione al sindacalismo è oggi fondamentale per porre un limite alla doppia oppressione di cui abbiamo parlato prima, perché ci permette di avanzare nel lavoro, di migliorare le nostre condizioni, i nostri diritti, come donne, lesbiche, non-binarie, trans, madri, compagne, come qualsiasi cosa decidiamo di essere.