Laos: attivista politico e ambientale sopravvive ad una sparatoria

Laos attack

Uno screenshot dalla registrazione delle telecamere di sicurezza qualche istante prima che un aggressore sconosciuto (la persona con il cappello) colpisse Anousa ‘Jack’ Luangsouphom (seduto al centro). Foto dalla pagina Fabebook di  Joseph Akaravong, un attivista esiliato originario del Laos.

Il 29 aprile scorso, l’attivista 25enne Anousa “Jack” Luangsouphom è stato aggredito con due colpi di arma da fuoco da un assalitore non identificato mentre si trovava all‘interno di un locale, l’After School Chocolate and Bar, a Vientiane, in Laos.

La sua famiglia, per proteggerlo, ha annunciato la sua morte ma a distanza di qualche giorno ha ammesso [en, come i link seguenti] che l’attivista è sopravvissuto e che è ricoverato in ospedale con una grave ferita alla lingua e un proiettile ancora conficcato in un polmone.

Il tentato omicidio, che è stato anche ripreso dalle telecamere di sicurezza dalle telecamere di sicurezza, ha diffuso preoccupazione in Laos a causa della sua sfrontatezza. Da tutto il mondo le organizzazioni della società civile hanno condannato l’attacco e hanno chiesto alle autorità del Laos di condurre un’inchesta indipendente.

Jack, residente nel distretto di Chanthabouly, è un noto attivista e critico del governo. E’ inoltre uno degli amministratori di “Laos Drama”, un gruppo Facebook privato creato nell’aprile del 2020 e che conta oltre 7000 membri. Il suo hashtag #ຖ້າການເມືອງລາວດີ (se solo la politica in Laos fosse valida) è influenzato dall’ascesa della #MilkTeaAlliance [it], una rete online di attivisti che si battono per la democrazia in Asia.

Luangsouphom è anche amministratore del gruppo Facebook “Kub Kluen Duay Keyboard” (Power of the Keyboard), che ha oltre 40.000 followers. Lo slogan del gruppo è “combattiamo per la sopravvivenza del Laos per non diventare schiavi della Cina”. Alcuni dei progetti di investimento cinesi in Laos, come ad esempio dighe e centrali elettriche, sono molto discusse per aver devastato il territorio e dislocato intere comunità rurali.

A quanto pare Jack è anche amministratore della pagina Facebook “Sor Tor Lor — the Republic,” con oltre 6.800 follower, e che si occupa di problemi politici, ambientali e sociali del Laos.

Secondo Radio Free Asia, il suo profilo Facebook personale ha circa 10.000 followers. I suoi ultimi commenti affrontano la responsalibità delle autorità riguardo al peggioramento dell’inquinamento nel Paese.

Nat, amico di Jack e attivista, ha raccontato al sito di informazione Southeast Asia Globe che le autorità sono intenzionate silenziare i dissidenti:

His activism frightened the government, so they wanted to kill him.

It all comes down to the government wanting absolute control over us. For decades, they controlled us with propaganda and fear tactics, but now they fear us questioning what they do.

Il suo attivismo spaventa il governo, per questo hanno provato ad ucciderlo.

Questo dimostra come il governo voglia il controllo assoluto su di noi. Per decenni ci hanno controllato con tattiche di propaganda e di terrore, ma ora sono spaventati perchè noi mettiamo in discussione il loro operato.

Emilie Palamy Pradichit, direttore esecutivo della fondazione Manuschya in con sede in Thailandia, crede che l’attentato sia stato istigato dalle forze statali:

We received strong indications that the attempted murder of Jack is extrajudicial, perpetrated in the hands of Lao authorities wanting to stop any pro-democracy youth movement to grow from inside the country. Voices of dissent cannot be stifled by the barrel of the gun.

Abbiamo ricevuto forti indizi che indicano che il tentato omicidio di Jack sia extragiudiziale, compiuto dalle autorità del Laos con l’intenzione di fermare la crescita di qualunque tipo di movimento giovanile pro-democrazia all’interno del Paese. Ma le voci dei dissidenti non possono essere soffocate dalla canna di una pistola.

La polizia inizialmente ha rilasciato una dichiarazione che riconduceva l’aggressione ad una lite sentimentale o una disputa di affari. Dichiarazione che è stata rifiutata dalla Human Rights Watch, la ONG internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani.

Dichiarazione completamente ridicola, patetica e misera rilasciata dalla polizia sul caso di Jack Anousa, che sostiene che il motivo della sparatoria era a causa di una lite “d’affari” o “sentimentale”. Affari? Il suo lavoro è fare sandwich ed è single”! Sembra che il governo del #Laos cerchi di coprire qualcosa!

Le associazioni dei Diritti Umani hanno anche ricordato alle autorità del Laos che questi ultimi hanno la responsibilità di garantire la sicurezza di Jack mentre è ricoverato in ospedale.

Un membro della Milk Milk Alliance ha rilasciato una dichiarazione per esprimere solidarietà a Jack:

The #MilkTeaAlliance will not stand by silently while the human rights of the people of Laos are again trampled upon and those that speak out violently silenced. We have been encouraged to see so many allies from the region already speak out on the matter and join our voices with theirs in solidarity with our friends in Laos.

La #MilkTeaAlliance non rimarrà in silenzio mentre i diritti umani dei cittadini del Laos vengono ancora una volta calpestati e mentre coloro che ne parlano apertamente sono silenziati con violenza. Vedere che tanti alleati della regione hanno già denunciato l’accaduto ci dà tanto coraggio, e noi uniamo la nostra voce alla loro in segno di solidarietà verso i nostri amici in Laos.

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