- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

“Raccogliere l'acqua”: donne indigene del Chaco boliviano guidano un progetto di agricoltura biologica contro il cambiamento climatico

Categorie: America Latina, Bolivia, Alimentazione, Ambiente, Citizen Media, Donne & Genere, Indigeni

Orti agro-ecologici nella comunità di Timboy Tiguasú. Foto: Centro di studi regionali per lo sviluppo di Tarija (CERDET) Bolivia.

Articoli di Rocío Corrales in Muy Waso [1] [es, come i link seguenti] dalla Bolivia, ripubblicato e modificato in Global Voices secondo un accordo tra i media.

Andare al mercato, comprare gli alimenti e cucinare i pasti non sono compiti semplici. Però tutto si fa più complicato se vivi nel Chaco boliviano: senza acqua, con temperature di quasi 40 gradi e lontano dai centri urbani.

Questo è il contesto che mette a rischio la sicurezza alimentare [2] degli abitanti del Chaco boliviano, soprattutto quella delle sue comunità indigene. Negli ultimi anni il Chaco boliviano ha sofferto livelli critici di siccità [3].

Il Gran Chaco è una regione geografica dell'America Latina che si estende in zone di diversi paesi tra cui Argentina, Paraguay, Bolivia e Brasile. È una delle aree di maggior biodiversità della regione, caratterizzata dal suo ecosistema unico. Vi ci vivono diverse comunità indigene come i Guarayos, Ayoreos, Chiquitanos e Guaraníes.

Il cambiamento climatico sta avendo un forte impatto sul [4] Gran Chaco, che negli ultimi anni ha subito incendi forestali devastanti e siccità che mettono a rischio l'alimentazione idrica e la sicurezza alimentare della popolazione.

In risposta, lo scorso anno è stato messo a punto nella comunità di Timboy Tiguasú un modello di produzione sostenibile degli alimenti. Si tratta della risposta locale alla crisi climatica che ha causato una riduzione della produzione agricola. Timboy Tiguasú è una comunità guaraní nel su della Bolivia, Dipartimento di Tarija.

Oltre 120 donne guaraní di questa comunità hanno guidato la produzione organica di alimenti che permettessero di portare avanti un'alimentazione più salutare e nutritiva. Oggi lavorano giornalmente negli orti, raccolgono otto tipi di coltivazioni orticole, le cuociono e le servono come pasti.

La gestione dei raccolti ha enfatizzato le policolture familiari e creato resilienza. Negli appezzamenti ogni fila di raccolti offre una diversa varietà di verdure.

Grazie a questa distribuzione dei raccolti si sono potute controllare fino all'87% delle infestazioni e malattie senza usare pesticidi.

Orti agroecologici nella comunità di Timboy Tiguasú. Foto: Centro di Studi Regionali per lo Sviluppo di Tarija (CERDET) Bolivia.

La raccolta dell'acqua, un'alleata dell'agricoltura di famiglia

Inoltre, grazie a questa proposta di modello agricolo produttivo, si è ottenuta una gestione più efficiente dell'acqua. Un processo che implica raccolta, immagazzinaggio e distribuzione di acqua piovana secondo le stagioni.

Sono stati scavati fossati per raccogliere l'acqua piovana, immagazzinata e distribuita in sistemi di irrigazione a spruzzo. Questo sistema di irrigazione  consiste nel fornire acqua al terreno mediante un sistema di tubi che simula la pioggia.

“nella comunità non avevano accesso alle verdure per cucinare. Con questo progetto abbiamo potuto dimostrare che grazie ad un modello di produzione agroecologica si possono raccogliere alimenti sani nel Chaco nonostante la crisi climatica” racconta Ricardo Paita, responsabile del progetto e dell'organizazione  Centro di Studi Regionali per lo Sviluppo di Tarija (CERDET [5]).

I cambiamenti climatici possono venire tenuti sotto controllo grazie a diverse esperienze di produzione, distribuzione e consumo alternativo di alimenti sani e sostenibili.

Il progetto Implementazione di un Modello produttivo agricolo resiliente come innovazione e valida alternativa al cambiamento climatico è stato finanziato dalla Fondazione AVINA [6] in collaborazione con Voices for Climate Action [7] (VAC).

In questo momento altre comunità indigene e siti di istruzione replicano questo modelli produttivo sottolineando la necessità di produrre alimenti in maniera sostenibile e senza l'uso di pesticidi.