“Temo che il mio lavoro manderà qualcuno in galera”: intervista a Zunzi, iconico fumettista di Hong Kong

Immagine di Leung Man-Hei/inmediahk.net.

La versione cinese di questa intervista è stata condotta da Leung Ho Yee ed è stata pubblicata [zh] su inmediahk.net il 29 maggio 2023. La versione italiana qui di seguito è pubblicata su Global Voices tramite un accordo di condivisione dei contenuti.

Zunzi regge il suo ombrello sotto la pioggia stando in piedi sulla banchina del Victoria Harbour. La scena è simile a quella in cui il suo personaggio, il consigliere Mr What, dice addio ai lettori nel suo ultimo fumetto pubblicato su Ming Pao, un rinomato quotidiano cinese. Mi scuso ripetutamente perché deve posare per le foto sotto la pioggia ma Zunzi dice: “Un Victoria Harbour piovoso e nebbioso è un ritratto appropriato dell'attuale Hong Kong”. 

Il consigliere Mr What è il personaggio a fumetti più longevo tra tutte le figure politiche immaginarie che Zunzi ha creato. È apparso nei quotidiani locali per 40 anni fino alla recente messa al bando. Zunzi ha preso serenamente la scomparsa del consigliere Mr What dal naso rosso: “Perdere la rubrica nel quotidiano non è tanto grave paragonato a perdere due anni di libertà”.

Dopo che è stata promulgata la legge per la sicurezza nazionale nel 2020, molti dissidenti politici sono stati imprigionati. Il caso più noto è quello dei 47 attivisti pro democratici [it], che è adesso sotto processo. A molti di loro è stata negata la cauzione ed hanno passato due anni in prigione.

Zuni sottolinea che ha ancora altri lavori da portare a termine, come compilare un libro sulla storia del fumetto a Hong Kong [en, come i link seguenti]:

All histories, whether it's street photography or any other special topics, are pathways for us to understand our place and construct our identity. These are the things that we have to cherish.

“Tutte le storie, che si tratti della fotografia di strada o di qualsiasi altro argomento particolare, sono percorsi per comprendere il nostro ruolo e costruire la nostra identità. Queste sono le cose che dobbiamo apprezzare”.

Chiedo a Zunzi come sia riuscito a disegnare vignette politiche per 40 anni. Dopo aver ponderato, risponde:

Well … I guess I just want to express my opinion. A sense of responsibility to submit the manuscript before the deadline as much as possible … Of course, it is also because this job is meaningful, not just to earn a salary, but to help you understand society and the world. You get a lot of things out of it. Not many jobs have such opportunities.

“Be'…credo che io voglia soltanto esprimere la mia opinione. Un senso di responsabilità per consegnare il manoscritto il più presto possibile prima della scadenza… Di sicuro è anche perché questo lavoro è significativo, non solo per guadagnare uno stipendio, ma per aiutare a capire la società e il mondo. Ricevi molto da esso. Non molti lavori danno queste opportunità”.

Una vignetta satirica sulla repressione delle proteste democratiche del 2019. All'allora capo dell'esecutivo Carrie Lam piaceva enfatizzare il suo ruolo di madre. Zunzi/Apple Daily. Pubblico dominio.

Fin da una giovane età, il mondo di Zunzi è stato interessato da fumetti e politica. Nato ad Hong Kong nel 1955, quando non c'erano emittenti televisive, sia gli adulti che i bambini amavano leggere i fumetti e Zunzi leggeva una varietà di fumetti di autori locali, occidentali e giapponesi. 

Zunzi è cresciuto in una famiglia di otto che viveva nelle case popolari. I suoi genitori, che arrivarono ad Hong Kong dalla Cina continentale, non erano colti ma conoscevano l'importanza dell'istruzione e lo mandarono ad un liceo d'elite.

Ispirato dal suo insegnante d'arte, Zunzi successivamente si iscrisse al dipartimento d'arte dell'università cinese ad Hong Kong. I suoi anni universitari furono prossimi alla fine della Rivoluzione Culturale e c'erano molte discussioni politiche nel campus:

There were a lot of debates about the future of China. While the teachers would not discuss these in the classrooms, students debated among themselves and enrolled in all sorts of activities. It was an eye-opening experience for me.

“C'erano molti dibattiti sul futuro della Cina. Mentre gli insegnanti non ne discutevano in classe, gli studenti dibattevano tra di loro ed erano impegnati in ogni sorta di attività. È stata un'esperienza che mi ha aperto gli occhi”.

Il risveglio politico di Zunzi ebbe luogo quando era ancora più giovane. La sua famiglia viveva in un distretto dove la Federazione dei sindacati filo cinesi era dall'altro lato della strada. Fu esposto al culto della personalità di Mao Zedong e alla cultura politica. Zunzi era certamente troppo giovane per comprendere tutto ciò a quel tempo. Ma crescendo divenne sempre più consapevole dell'impatto dell'arte sulla società. Per cui, oltre che imparare le tecniche artistiche all'università, si unì al Consiglio degli studenti del New Asia College. Era incaricato di creare poster e illustrazioni e guardare gli altri discutere di tematiche politiche ventiquattr'ore su ventiquattro.

Il suo primo impiego dopo la laurea fu come insegnante, ma si dimise dopo un anno perché non riusciva a trovare tempo ed ispirazione nel lavoro di routine. In seguito andò ad insegnare alla scuola serale ed entrò nel Ming Pao nel 1981.

Era un periodo in cui la scena culturale di Hong Kong era improvvisamente in pieno boom: il Centro per le arti della città era aperto, era emerso un nuovo genere di film cantonese nel cinema locale e nelle edicole si vendevano riviste di cultura all'avanguardia e di politica. A Zunzi fu chiesto di scrivere e disegnare vignette per alcune pubblicazioni sui problemi sociali di Hong Kong. A quel tempo la gente era molto preoccupata per il futuro di Hong Kong.

Alcuni mesi più tardi Zunzi iniziò una rubrica di vignette sul Ming Pao. Nel 1983 inventò il consigliere Mr What, che è un personaggio a favore dell'establishment. Disse: “È così che la satira funziona. Devi trovare qualcosa di cui ridere”. Non si aspettava che il personaggio immaginario sarebbe sopravvissuto 40 anni.

Il consigliere Mr What. Immagine via inmediahk.net

Durante il suo apice, teneva regolarmente una dozzina di rubriche in quotidiani locali e riviste. A volte doveva disegnare dalla mattina fino a mezzanotte per rispettare le scadenze. Trovava che le notizie più gravi erano le più difficili, come la repressione di Tiananmen del 1989: “Fu molto difficile da disegnare guardando tutte le scene in televisione… Allo stesso tempo sai che lo devi disegnare bene ed affrontare il problema”.

In seguito pubblicò un libro coi suoi disegni del 1989, “Black Material” (黑材料), ma è stato tolto dagli scaffali delle biblioteche pubbliche. La raccolta non era di vignette comiche ma piuttosto di discussioni serie sugli scontri di Tiananmen. 

Le vignette di Zunzi affrontano molti temi sociali e politici ed hanno inevitabilmente attirato attenzione. Una volta, dopo che una rivista cambiò proprietà, il nuovo capo ebbe una “chiacchierata” con lui e gli chiese di evitare temi politici. Zunzi rifiutò e disse: “Salutiamoci qui”. Un'altra volta, per richiesta dell'editore, cancellò da una delle sue vignette le parole “Xi Da Da”, un soprannome del presidente cinese Xi Jinping che significa “Xi il Grande”. Disse che non voleva causare problemi alla rivista. Dopo il fatto l'editore gli chiese di evitare vignette satiriche; anche questa volta rinunciò alla rubrica. Ma vivendo nella Hong Kong di oggi, è difficile dire che i creativi più coraggiosi potrebbero evitare l'auto censura.

Prima dell'introduzione della legge per la sicurezza nazionale, Zunzi era cauto attorno a tematiche religiose e razziali. Ma, su tematiche politiche si auto censurava di rado: “Prima che la legge sulla sicurezza nazionale fosse promulgata, si poteva criticare e prendersi gioco della regina, di Deng Xiaoping, Mao Zedong e così via”.

Satira politica di Zunzi sulla repressione di Tiananmen del 1989, pubblicata nel 1989. Pubblico dominio.

In ogni caso, la libera espressione è stata ridotta dopo che la legge per la sicurezza nazionale è stata promulgata nel 2020. Negli ultimi otto mesi Zunzi è stato  ripetutamente “incastrato” da diversi dipartimenti governativi che lo hanno accusato di “incitare il pubblico malcontento verso il governo”, “diffamare la forza di polizia”, “fare affermazioni tendenziose, fuorvianti e false” ed altro. Ogni volta gli editori del Ming Pao si sono messi in contatto con lui e Zunzi ha ammesso di sentire la pressione: “Sono preoccupato che il mio lavoro finirà col mandare qualcuno in prigione”. 

L'anno scorso, gli editori del sito di notizie online Stand News furono arrestati per cospirazione a causa della pubblicazione di materiale sedizioso. Il tribunale non ha ancora emesso il verdetto.

L'11 maggio il Ming Pao ha aggiunto una “nota dell'editore” accanto a due delle vignette di Zunzi, annunciando che la rubrica sarebbe terminata. Zunzi non ha ancora rivelato i dettagli. Dice: “Non è ancora il momento giusto per me per parlarne”. Ha preso la fine della sua rubrica quarantennale con leggerezza:

The fact that I could not draw (on Ming Pao) also delivers a message. If I were stopped because I didn’t draw well, then I would be sad… At the current time, we need to step back, or you can’t do what you want to do. If everyone is in jail, who can take up the pen to write?… Whether it is novels, poetry, singing, working on magazines, or being a journalist, many things need to be done in order to maintain an atmosphere for us to carry on together.

“Il fatto stesso che non posso più disegnare sul Ming Pao porta un messaggio. Se fossi stato fermato perché non disegnavo bene, allora ne sarei triste… In questo momento bisogna fare un passo indietro, altrimenti non si può fare ciò che si vuole. Se tutti sono in prigione, chi potrà impugnare la penna per scrivere?… Sia che si tratti di romanzi, poesia, canzoni, lavorare per una rivista o essere un giornalista, si devono fare molte cose per sostenere un ambiente che ci faccia andare avanti insieme”.

Zunzi ha in programma di compilare un libro sulla storia del fumetto a Hong Kong. Ha iniziato il progetto un paio di anni fa: “Ci saranno tante immagini, storie e cornici di riferimento storico”

Chiedo: “Ma i suoi libri non si possono più trovare nelle biblioteche pubbliche…”. Zunzi ride e risponde: “Non mi toccherà. Il libro non ha nemmeno bisogno del mio nome sopra. O posso usare un altro nome. È il contenuto che conta”.

Zunzi crede che tenere a mente il passato sia il dovere di coloro che amano Hong Kong.

If each of us takes up bits of this duty and combines our work together, we will see a more complete picture. For those who say they love Hong Kong, exactly what do they love about Hong Kong? Hong Kong is not defined by its recent years, but what had happened before to become like this? … In addition to local coffee, waffles, what else do you like? I think we need to make records of the past. All cultural workers are working on this in all other countries.

“Se ognuno di noi accetta un pezzettino di questo dovere e mettiamo assieme il nostro lavoro, avremo un quadro più completo. Per quelli che dicono di amare Hong Kong, esattamente cosa amano di Hong Kong? Hong Kong non è definita dai suoi anni recenti, ma cosa è successo prima per diventare così?…Oltre al caffè locale e alle cialde, cos'altro vi piace? Penso che dobbiamo creare degli archivi del passato. Tutti gli operatori culturali vi stanno lavorando in tutti gli altri paesi”.

Sta anche considerando se mettere online i propri vecchi fumetti, cosicché tutti possano vederli: “Ma devo pensare al modo migliore di farlo”.

“Allora, cosa le piace di Hong Kong?” chiedo. Risponde: “Solo poche persone qui sono ridicole; la maggioranza è amabile. Gli umani sono amabili; se io fossi tanzaniano, amerei i tanzaniani”.

Ai suoi occhi, il fumetto è interessante e vuole scavare dentro la sua storia; anche Hong Kong è interessante e lui non ha mai pensato a lasciare la città: “Quando si ha ancora così tanto da vedere di fronte a noi, non si parte”.

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