Unfreedom Monitor: i risultati del Civic Media Observatory

Immagine di Global Voices

I regimi dittatoriali hanno da tempo un rapporto complicato con i media e le tecnologie di comunicazione, utilizzandoli per promuovere i loro obiettivi comunicativi e di propaganda e limitando al contempo l'accesso ad altri per plasmare e distorcere la realtà, dissimulare gli abusi e mantenere il potere. Unfreedom Monitor [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] è un'iniziativa di ricerca di Global Voices Advox che esamina il crescente fenomeno della dittatura digitale. Questo estratto è la sintesi del report finale sui risultati ottenuti in 18 mesi in 20 Stati. È possibile leggere il report completo qui, mentre ulteriori resoconti e notizie del progetto sono disponibili qui.

Unfreedom Monitor è un progetto volto all'analisi, documentazione e report del crescente fenomeno dell'uso della tecnologia digitale delle comunicazioni per l'avanzare di pratiche dittatoriali. La fase iniziale del progetto traccia e documenta i principali sviluppi della dittatura digitale in Stati preselezionati. Il progetto analizza anche l'impalcatura tecnologica e normativa che ne è al principio e che limita l'accesso ai diritti restringendo lo spazio per la libertà.

Unfreedom Monitor mira a fornire le basi per comprendere come le entità dittatoriali utilizzino l'informatica nella vita reale. La ricerca si concentra su quattro temi principali: la data governance, la parola, l'accesso e l'informazione, i quali includono la plasmabilità e il controllo degli ecosistemi informativi per la limitazione della libertà, dei diritti e della privacy e l'esclusione delle persone da una partecipazione significativa alla vita civile. Gli Stati sono esaminati nel loro contesto singolo insieme al modo in cui sono collegati a pratiche simili tra loro. Viene analizzata, in particolare, la dipendenza di molti di essi dall'accesso transnazionale alle tecnologie, osservando approcci e giustificazioni simili in contesti diversi.

Oggetto d'esame sono gli strumenti e i metodi utilizzati per limitare la libertà, per prendere di mira i movimenti di opposizione, gli attivisti, i giornalisti e gli artisti e per reprimere i diritti universali dei cittadini su vasta scala, nonché le dichiarazioni ufficiali atte a persuadere le genti ad accettare tali restrizioni. Si esplorano, in maniera approfondita, le tematiche proposte dai regimi dittatoriali per giustificare le loro azioni negli spazi di informazione ristretti che vengono a crearsi, così come le tematiche di resistenza che gli oppositori sfruttano per contrastare le rivendicazioni dittatoriali.

La logica dell'approccio di Unfreedom Monitor si basa sull'intuizione che la comprensione delle tematiche e l'illustrazione dei frame cognitivi utilizzati dagli Stati per giustificare la libertà limitata ci permette di andare oltre un'analisi frammentaria e atomizzata della disinformazione e della cattiva informazione. Il metodo d'analisi applicato è radicato in una tassonomia che aiuta i ricercatori a generare descrizioni e spiegazioni dettagliate degli affari dittatoriali. Questo garantisce un approccio standardizzato a ogni affare, facilitando un'analisi imparziale e fornendo una base di confronto.

La ricerca mostra che gli approcci tecnologici per modellare gli ecosistemi dell'informazione non si limitano solo alla censura o alle restrizioni normative. I dittatori stanno investendo in tecnologie di controllo e sorveglianza, dagli spyware che tracciano il comportamento online degli individui alla sorveglianza online di massa attraverso la deep packet inspection e tecnologie simili, fino alle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale, come il riconoscimento facciale, le quali consentono agli Stati una sorveglianza completa degli spazi pubblici. Tali tecnologie permettono di identificare e seguire gli individui sia nel mondo reale sia digitale, supportando tali scelte tecnologiche con approcci normativi ai quali è difficile opporsi.

Molti Stati perseguono una serie di operazioni e campagne di informazione, inondando gli ecosistemi informativi di disinformazione e propaganda su larga scala, per spingere tematiche volte a persuadere le persone che gli atti dittatoriali servano ai loro interessi. Un esame comparativo di queste tematiche dimostra un persistente sforzo per giustificare questi atti in termini di sicurezza pubblica e nazionale, salute pubblica e altri presunti benefici, oltre a mobilitare tematiche populiste che definiscono la gente distinta e demonizzano gli oppositori. Queste operazioni, inoltre, sono spesso difese dagli Stati con l'argomento ingannevole che dovrebbero essere protette come libera espressione.

Le strategie per contrastare la dittatura digitale non sono semplici a causa della natura complessa e multisettoriale della tecnologia sfruttata dagli Stati. Esse richiedono competenze in diversi ambiti, dalle normative commerciali internazionali alla governance aziendale delle piattaforme dei social media, dai meccanismi internazionali di libertà di espressione all'attuazione a livello nazionale delle normative sui media, dalla comprensione delle infrastrutture di telecomunicazione al comportamento degli utenti di internet mobile a livello nazionale e locale, nonché una comprensione delle politiche nazionali e di come si intersecano con le reti di comunicazione internazionali.

Unfreedom Monitor mette in primo piano lo studio delle tematiche alla base degli atti dittatoriali. Questa enfasi aiuta le comunità a livello locale, regionale e globale a identificare i casi in cui tali atti sono in aumento e potrebbe aggiornare le strategie di resistenza, nonché le risposte politiche e di advocacy. Questa ricerca, disponibile pubblicamente, può essere utilizzata anche da vari attori della società civile, come giornalisti e accademici, per potenziare il loro lavoro. Lo studio:

  • offre un linguaggio e una tassonomia che facilitano l'analisi come precursore delle risposte politiche;
  • identifica gli approcci comuni adottati da molti Stati per limitare la libertà;
  • riconosce che le risposte politiche sono spesso classificate per argomento, iniziativa, tecnologia e giurisdizione legale;
  • sottolinea la necessità di sviluppare risposte politiche globali che possano affrontare tutti i vettori della repressione;
  • suggerisce che l'advocacy per frenare la dittatura digitale debba includere stakeholder locali, regionali e internazionali.

Questo report riassume i risultati del progetto dopo 18 mesi di ricerca e fornisce una tabella di marcia per l'utilizzo dei dati. Dovrebbe essere letto insieme agli altri risultati chiave del progetto, tra cui una nota informativa, studi su Paesi e argomenti, storie pubblicate e un set di dati completo di affari, articoli dei media, temi e frame narrativi.

È possibile consultare il report completo qui.

Unfreedom Monitor

I regimi dittatoriali hanno da tempo un rapporto complicato con i media e le tecnologie di comunicazione. Unfreedom Monitor è un'iniziativa di ricerca di Global Voices Advox che esamina il crescente fenomeno della dittatura digitale.

Scarica il PDF del nostro report.

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