Non potendo rinnovare i loro passaporti all'estero, i bielorussi in esilio restano nel limbo

Screenshot del video YouTube del canale Radio Liberty in cui appaiono il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko e un passaporto bielorusso.

Il 7 settembre 2023 è stato ufficializzato un decreto che stabilisce che i bielorussi residenti all'estero non potranno rinnovare i loro passaporti [ru] presso i consolati, il che obbligherà i bielorussi in esilio all'estero a tornare a casa, dove probabilmente saranno perseguiti, o a restare all'estero col passaporto scaduto.

Il decreto firmato dal leader bielorusso Aleksandr Lukashenko implica che i bielorussi potranno ottenere nuovi passaporti soltanto dagli organi degli affari interni nel luogo dove sono stati registrati in precedenza (che nella maggior parte dei casi è la Bielorrussia).

Centinaia di migliaia di bielorussi hanno lasciato il Paese dopo che le proteste pacifiche del 2020 [it] sono state interrotte con violenza dal regime. Da allora, il numero di prigionieri politici nella repubblica è aumentato quasi ogni giorno; secondo le stime, nella repubblica ci sono tra [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] i 1500 e i 1800 prigionieri politici.

Sebbene abbia implementato una repressione selettiva con pene detentive che ricordano l'epoca staliniana, il regime ha anche espulso intenzionalmente i dissidenti dal Paese. Così, molti tra quanti hanno partecipato alle proteste e altri che hanno mostrato solidarietà con l'opposizione hanno lasciato la Bielorussia.

Se fossero obbligati a tornare per rinnovare i passaporti (per molti l'unico documento d'identificazione in loro possesso) potrebbero andare incontro a pene carcerarie o altre punizioni da parte del regime.

Ciononostante, alcuni bielorussi sono ottimisti. Per esempio, in una trasmissione Euroradio, l'avvocato Marina Hryshchenko del Belarusian Solidarity Center ha detto che alcuni Paesi rilasciano documenti di viaggio ai bielorussi, come la Polonia.

D'altro canto, questa tranquillità non impedisce ai bielorussi di preoccuparsi. Un membro del gruppo Facebook di bielorussi all'estero ha detto [ru]:

Новую карту пабыта без пашпарта ўжо не атрымаеш пасля сканчэння яе тэрміну. Для паступлення ў ліцэі і вну патрэбны менавіта пашпарт. Праезны дакумент не падыйдзе. І ў банк з праезным дакументам не пойдзеш і г.д. Таму па факце толькі абарона. Якую дадуць не ўсім. Што будзем рабіць?

Se hai vissuto senza passaporto dopo la sua data di scadenza, non riceverai una nuova carta di soggiorno. Per iscriversi a scuole e università serve un passaporto. Un documento di viaggio non basta. E non si può andare in banca soltanto con un documento di viaggio. Pertanto, (possiamo solo chiedere asilo), non sarà concesso a tutti. Cosa faremo?

Stephen Phillips, ricercatore del progetto Mobile Futures, esperto di diritto dell'immigrazione e rifugiati dell'Åbo Akademi, Istituto finlandese dei Diritti Umani, ha detto in un'intervista con Global Voices:

Sometimes in exceptional circumstances countries will issue documents to non-citizens, but exactly what that document allows the holder to do can vary from place to place. I don't have the  specific information about these Polish and Lithuanian travel documents.

For those outside of Poland and Lithuania people will likely be at the mercy of their country of residence, it will depend on each country's willingness to accommodate Belarusians in this situation. Some might be stuck in limbo, with a right to remain in their country of residence but with travel rights heavily restricted.

A volte, in circostanze eccezionali, i Paesi rilasciano documenti ai non cittadini, ma ciò che tali documenti permettono esattamente al titolare di fare può variare da un luogo all'altro. Non ho informazioni specifiche su questi documenti di viaggio polacchi e lituani.

Chi si trova al di fuori di Polonia e Lituania probabilmente sarà alla mercé del suo Paese di residenza, dipenderà dalla volontà dei singoli Paesi di accogliere i bielorussi in questa situazione. Alcuni potrebbero restare intrappolati nel limbo, con il diritto di rimanere nel proprio Paese di residenza, ma con diritti di viaggio molto limitati.

Certamente, benché alcuni cittadini possano ottenere documenti di viaggio di altri Paesi (tra cui la Polonia [ru]), questi non sostituiranno il passaporto di un cittadino. Pertanto, le persone con residenza diversa da quelle a cui hanno chiesto protezione o asilo non potranno estendere la propria residenza senza passaporto.

La percentuale di bielorussi che sono emigrati e hanno richiesto protezione internazionale è molto bassa, in parte perché la procedura è tediosa, lunga e incerta.

Ad esempio, nel 2021, solo 2300 bielorussi hanno cercato protezione in Polonia. Ma in totale, secondo i dati dell'Ufficio Statale Stranieri polacco, già nel 2021 in Polonia c'erano oltre 50 000 bielorussi con permesso di soggiorno, circa il doppio che a inizio 2020. In seguito ai tumulti, la Polonia ha accolto attivamente chi fugge dalla repressione in Bielorussia, e ha cercato di attrarre professionisti quali informatici e medici.

Un'altra persona nel gruppo Facebook bielorusso ha scritto [ru]:

Речь идет о не просто о фактической дискриминации в отдельных случаях, а о формальной (то есть закрепленной в законодательстве), на уровне политики, дискрминации граждан, которые живут за границей. Это логичное продолжение тенденции законодательного закрепления неравенства по признаку лояльности государству, которая началась в конце прошлого года и активно разворачивается в 2023. Но в этот раз, в отличие от предыдущих, под каток попали не только “политические”, но вообще все, кто живет за границей. Но в отличие от всех (хотя в их отношении это конечно тоже нарушение), политическим эмигрантам не доступна возможность поменять паспорт и все остальное в Беларуси. И не доступна по вине самого же государства. Поэтому в этой ситуации они – наиболее уязвимая группа.

Non si tratta soltanto di vera e propria discriminazione in singoli casi, ma anche di discriminazione formale (vale a dire sancita nella legislazione), a livello politico, dei cittadini residenti all'estero. Si tratta di una continuazione logica della tendenza alla disuguaglianza basata sulla lealtà allo Stato, che è iniziata alla fine del 2022 e si svilupperà attivamente nel 2023. Ma questa volta, a differenza delle volte precedenti, non soltanto gli immigrati “politici”, ma in generale tutti quelli residenti all'estero, sono il bersaglio. Ma a differenza di tutti gli altri (sebbene anche questa, certo, sia una violazione nei loro confronti), gli emigranti politici non hanno l'opportunità di cambiare i passaporti e tutto il resto in Bielorussia. E non è possibile a causa della minaccia dello Stato stesso. Pertanto, in questa situazione sono il gruppo più vulnerabile.

Resta da vedere come si svilupperà questo limbo diplomatico. La leader dell'opposizione bielorussa in esilio, Svetlana Tsikhanouskaya [it], ha incontrato il viceministro degli Affari Esteri lituano, con il quale ha discusso la possibilità che la Lituania continui ad accettare i documenti per i permessi di soggiorno di bielorussi con passaporti scaduti. Ad ogni modo, ciascun caso sarà valutato singolarmente. Come comunicato da Zerkalo [ru] e confermato dall’ ufficio stampa [ru] di Tsikhanouskaya, i bambini nati in Lituania potranno ricevere passaporti esteri.

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