La marcia delle donne per la Palestina e contro il patriarcato in Pakistan

Foto di Ramna Saeed. Utilizzata previa autorizzazione.

Gli organizzatori dell'Aurat March (marcia delle donne) agitano la folla in occasione della Giornata internazionale della donna, all'esterno del National Press Club di Islamabad. Foto: Ramna Saeed. Utilizzo previa autorizzazione.

In occasione della Giornata internazionale della donna [it], l'8 marzo, donne provenienti dai maggiori centri urbani del Pakistan, come Islamabad, Lahore, Karachi e Multan, sono scese in strada [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] per il settimo anno consecutivo rivendicando la parità di genere, giustizia e sicurezza contro le leggi del patriarcato.

L’Aurat March è un collettivo femminista unito per lottare contro le discriminazioni e le disuguaglianze. Alla manifestazione hanno partecipato centinaia di donne, ragazze, persone transgender e uomini alleati della causa in tutto il Pakistan.

Il tema dell'Aurat March è stato la liberazione e il sostegno alla Palestina. Ogni sezione cittadina ha presentato anche dei manifesti su argomenti relativi all’uguaglianza di genere.

Scontri durante la marcia di Islamabad

Le donne che hanno partecipato all’Aurat March di Islamabad [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] hanno esibito dei cartelloni che mostravano solidarietà alle popolazioni oppresse, con riferimenti all’apartheid nella striscia di Gaza e alle sparizioni forzate e le esecuzioni extragiudiziali avvenute a Balochistan, in Pakistan.

I cartelloni evidenziavano, inoltre, il desiderio delle donne di tornare sane e salve a casa, senza avere paura di essere molestate. Si tratta di una preoccupazione molto comune per le donne pakistane, spesso vittime di molestie sessuali e violenze nei luoghi pubblici.

Durante la marcia, le donne hanno intonato degli slogan che mostravano il loro supporto per Gaza, dove più di 25000 donne e bambini hanno perso la vita a partire dal 7 ottobre 2023, lo scoppio del conflitto tra Israele-Hamas. Mentre le donne facevano sentire la loro voce a favore della parità e della giustizia, si respirava un'aria ricca di emozioni e determinazione.

Ciononostante, la marcia è stata contestata dalla polizia e dalle autorità.

Ecco come la polizia di Islamabad ha fermato i manifestanti dell'Aurat March dal Press Club fino a piazza D Chowk (Islamabad). #AuratMarch2024 Lunga vita alla resistenza! ✊

Il numero di donne che hanno partecipato alla manifestazione è stato notevolmente inferiore rispetto agli anni precedenti e, secondo alcune fonti, la polizia ha portato a un'escalation della situazione a causa dell'implementazione di barriere fisiche e dell'utilizzo dei furgoni della polizia penitenziaria. Gli organizzatori dell'Aurat March affermano che negli ultimi anni combattono contro le durissime opposizioni delle autorità; è per questo motivo che, probabilmente, il numero dei partecipanti è diminuito. Bariya Shah, organizzatrice dell'Aurat March, ha riferito a Global Voices via WhatsApp:

Last year there was even more violence done by the police, then at the next following year the ratio of people tends to decrease due to the fear of being beaten by the police or getting arrested.

L’anno scorso la repressione della polizia è stata ancora più violenta; è per questo che quest'anno il numero di persone è diminuito: i manifestanti hanno paura di essere picchiati dalle forze delle ordine oppure arrestati.

Gli organizzatori dell'Aurat March affermano che la polizia ha commesso atti di violenza:

Tutte le sezioni dell'Aurat March sono sconcertate da come sono stati trattati i manifestanti di Islamabad dalla polizia, che ha pregiudicato il loro diritto di protestare sulla base di futili motivi.

Iman Hazir Mazari, avvocato e attivista per i diritti umani, ha riferito a Global Voices durante l'Aurat March Protest a Islamabad: “Lo stato tutela sempre i violenti e si oppone a chi protesta pacificamente” (indicando i manifestanti pacifici dell'Aurat March).

“Politica, Resistenza, Emancipazione e Libertà”

Quest'anno, l'Aurat March ha organizzato una conferenza stampa femminista per rendere la manifestazione uno spazio sicuro e inclusivo affinché i giornalisti (donne e persone transgender) potessero interagire con i volontari. A differenza dei sei anni precedenti, l'Aurat March ha dovuto affrontare il contesto altamente instabile dei giornalisti uomini presso il Lahore Press Club.

Mehreen Burney, giornalista di The Current, una startup che opera nell'informazione digitale, ha detto:

Oggi, @AuratMarch ha organizzato una conferenza stampa femminista, uno spazio inclusivo per donne e persone transgender che lavorano nell'informazione, dove è possibile confrontarsi in maniera significativa con i membri dell'Aurat March, che hanno illustrato le rivendicazioni di quest'anno e il loro manifesto.

Il manifesto di cui si parla nel tweet affronta tematiche quali il cambiamento climatico, la trasparenza dei risultati elettorali, l'aumento delle quote rosa nell'Assemblea Nazionale e in politica, la fine delle sparizioni forzate e la condanna della decisione del governo a interim di deportare i rifugiati afghani.

La manifestazione di Lahore ha attirato persone di diversa estrazione, tra cui studenti, persone transgender, operaie e attiviste di lunga data il cui ruolo è stato essenziale nella rivendicazione dei diritti delle donne in Pakistan. Ai partecipanti è stato distribuito il programma e il messaggio è stato veicolato attraverso vari spettacoli.

Sono state installate diverse esposizioni artistiche a tema politico e resistenziale per protestare contro le ingiustizie locali e internazionali. Un'installazione rappresentava il tunnel delle molestie di strada, come si osserva nel tweet a seguire:

L'Aurat March di Lahore ha esposto un “tunnel delle molestie di strada”, che presentava degli esempi di catcalling subito dalle minoranze di genere. Se si chiede a una donna o a una persona “khawajasira” (transgender) che cosa provano in strada, ognuno di noi avrà una storia da raccontare.

Nonostante le intenzioni pacifiche degli organizzatori, alcuni youtuber indipendenti hanno cercato di sabotare l'evento: hanno molestato verbalmente i manifestanti con domande inopportune e creato dei video ingannevoli per diffondere la mentalità estremista.

Durante la manifestazione, a un partecipante è stato chiesto se fosse un uomo o una donna, domanda alla quale il manifestante si è rifiutato di rispondere. Lo youtuber allora ha insistito: “Facciamo una guida e vediamo di che genere sei”.

Degli youtuber stanno molestando un uomo sostenitore dell'Aurat March; provate a immaginare che cosa fanno alle donne che partecipano all'evento.

L’ Aurat March di Karachi

L’Aurat March di Karachi è stata molto creativa e di grande impatto. Tre sessioni differenti hanno avuto luogo in svariate zone dei giardini di Frere Hall, e ogni sessione ha affrontato argomenti importanti: i diritti delle minoranze, le conversioni forzate, l'emancipazione economica delle donne, i diritti delle persone transgender. La marcia è stata un tripudio di colori e ha attirato manifestanti della società civile, avvocati, attivisti e studenti.

I discorsi hanno evidenziato il dolore delle famiglie che hanno sofferto la scomparsa o il rapimento di un loro caro e hanno espresso solidarietà con il dolore, la perdita e le lacrime del popolo palestinese.

Leggi anche: Israel's war on Gaza

Michelle Chaudary, presidente della Fondazione Cecil & Iris Chaudhry [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] (CICF) e sostenitrice dell'Aurat March, ha riferito a Global Voices su WhatsApp: “Donne e ragazze delle comunità hindi e della comunità cristiana sono da anni vittime della conversione forzata, e siamo molto grate che l'Aurat March abbia affrontato questa tematica su larga scala”.

Nessuna manifestazione sarebbe completa senza le installazioni, e la marcia di Karachi non è stata da meno. È stata costruita una statua che simboleggiava il patriarcato, successivamente bruciata per rappresentare la rabbia e la frustrazione delle donne.

Per noi, bruciare una statua simbolica (“putla of the pidarshaahi”) è stato un momento molto emozionante, pieno di rabbia e anche catartico. L'emblema del sistema che alimenta gli stupri, le violenze fisiche e sessuali sui nostri corpi, che brucia davanti a noi, durante i nostri canti dell'”Azaadi”…

L'altra installazione è stata il cimitero del patriarcato, e ha rappresentato come quest'ultimo abbia ucciso donne, bambini e persone transgender.

Abbiamo realizzato quest'installazione, il “pidarshahi ka qabrustan”, attraverso le storie quotidiane di donne cis e transgender, delle persone non binarie e della comunità khwajasira. Mentre lo realizzavamo, abbiamo percepito il dolore immenso, la violenza del patriarcato che tantissimi di noi hanno dovuto affrontare semplicemente per vivere le nostre vite…

Rompere le catene della schiavitù economica

L’Aurat March di Multan ha scelto come tema rompere le catene della schiavitù economica e ha rivendicato il diritto all'istruzione universale, il diritto all'identità personale, l'emancipazione degli studenti, l'equa retribuzione, i diritti dei lavoratori, la tutela dei minori e così via. Come i manifestanti di Lahore, che hanno subito molestie verbali, anche a Multan un giornalista è stato presumibilmente visto molestare alcuni partecipanti urlando insulti sessisti e commenti dispregiativi. È stato rilasciato un comunicato che esige le scuse dei giornalisti dell'Associated Press.

Aurat March Lahore. Image by Ramna Saeed.

Donne all'esterno del Press Club di Islamabad, manifestano con dei cartelloni in occasione della Giornata internazionale della donna. Foto: Ramna Saeed.

L'Aurat March non ha avuto soltanto l'obiettivo di sensibilizzare in merito alla condizione femminile, ma è servita anche come palco per le rappresentazioni artistiche e la resistenza culturale. Nonostante affrontino numerosi ostacoli e tante sfide, le donne pakistane intendono continuare a lottare con determinazione e resilienza finché non otterranno la parità di genere e si assicureranno i loro diritti.

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